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Re: OLIVO parte 1
da perfetto ignorante di olivo non posso che seguire la discussione con molto interesse e ringraziare chi vi partecipa
certo che... il video col camion tra i filari!!! ed io che ho deciso che nella vigna userò solo più la motocarriola come portaattrezzi per ridurre il compattamento
certo che... il video col camion tra i filari!!! ed io che ho deciso che nella vigna userò solo più la motocarriola come portaattrezzi per ridurre il compattamento
ferrari-tractor- Moderatori
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Età : 43
Località : Prov. Cuneo
Re: OLIVO parte 1
Non avevo proprio idea e devo dire che mai avrei immaginato queste tempistiche e questo genere di coltivazione applicate alla produzione delle olive. Sono legato,come credo molti, ad una immagine della coltivazione di questa pianta con tradizione millenaria molto diversa ma mi rendo conto che una coltivazione di questo genere da prospettive interessanti anche a chi vuole investire partendo da zero. Devo dire che sono molto colpito più che dal tipo di impianto dalle tempistiche per la piena produttività. A regime quanto è previsto che produca una pianta di 4 anni?
Issels03- utente registrato
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Re: OLIVO parte 1
Chiaramente, come tutte le cose, non c'è un modo semplice per realizzarle e pur innovando, anche nelle innovazioni ci sono sempre i pro ed i contro.
I vantaggi di questo tipo di coltivazione sono:
- velocità di entrata in produzione
- quasi totale meccanizzazione
- freschezza del prodotto ottenuto, considerando che queste macchine raccolgono varie decine di qli/h, avendo un frantoio che può stargli dietro (e chi fa questi investimenti lo ha) la cosa si traduce nel fatto che nel giro di 2 - 3 ore dalla drupa attaccata all'albero si ha l'olio o in bottiglia o nella botte sotto azoto, e questo ha un valore notevole!
- facilità di esecuzione di (nuove) pratiche agronomiche. Faccio un esempio, ormai, causa anche i cambiamenti climatici, uno dei problemi che seriamente affligge questa coltura è la mosca (bactocera oleae), soluzione maggiormente adottata, dimetoato (Rogor), io non amo molto la chimica o quanto meno se posso la evito ed una alternativa interessante è il caolino, che altro non è che polvere di argilla che comprendo la pianta (la pianta diventa bianca) oltre a creare un effetto ombreggiante, minor evapotraspirazione (quindi minor fabbisogno idrico) e non impedendo la fotosintesi, non permette l'attacco da parte di insetti in quanto la polvere li infastidisce e non gli fa percepire i frutti sotto di essa... il problema della caolinite è che è facilmente dilavabile, alla prima pioggia la pianta si pulisce, pensate che difficoltà a far diventare bianche chiome in volume o alla facilità ed alla velocità di farlo su una siepe, passando con un atomizzatore.
Gli svantaggi sono:
- costo di impianto, tra tutto siamo intorno ai 10.000€/Ha
- vita dell'impianto limitata, a circa 12- 15 anni è necessario tagliare tutto di fondo e riallevare un pollone, dopo un ulteriore tempo è necessario smantellare totalmente l'impianto
- fabbisogno idrico, senza buone fonti di acqua non è pensabile attuare questa scelta, l'irrigazione a mezzo di ale goccianti sarà necessaria per tutta la vita dell'impianto
- costi di gestione e maggior attenzione nella stessa, una densità tale implica un supporto nutritivo notevole a mezzo di fertirrigazione e concimazioni mirate oltre al fatto che infittendo tutti gli eventuali problemi sanitari e patogenici aumentano esponenzialmente.
Ormai, per come è impostata la nostra società, tutte le colture in agricoltura vertono verso l'aumento di intensità, nella produzione di frutta in particolare questo aspetto e il passaggio dalla coltivazione in volume a quello in parete ormai riguarda tutte le colture, i vigneti hanno sesti di impianto sulla fila inferiori al metro, nelle pomacee ormai si punta su forme di allevamento tipo spindel o fusetto, pensate alla Val di Non o alla Val Venosta ad esempio.
Nel resto del mondo, Spagna, Grecia, Turchia, ecc. ormai gli olivi per come li immaginiamo noi esistono più giusto nei giardini, ci sono solo distese sterminate come quelle che avete visto nel precedente video, in italia non è possibile questo perchè gli olivi tradizionali sono censiti ed il loro espianto non è consentito per fini paesaggistici.
Facendo un parallelo con il mondo dei cereali è come se noi mietessimo a mano ed il resto del monto avesse le mietitrebbiatrici, comprendete che non c'è storia in questo modo, la gestione tradizione degli olivi ha dei costi enormemente alti e non può essere competitiva con tutto ciò, quindi tagliare tutto? no ma se lo Stato vuole che gli olivi tradizionali restino li per far territorio sarebbe il caso che pagasse chi questo territorio deve mantenerlo, perchè con il solo valore dell'olio non potrà certo viverci da ora (anzi già da qualche anno) in poi.
p.s. quanto alle produzioni dovremmo essere sui 90 qli/Ha... tra uno o due anni saprò dirvelo con più precisione , speriamo...
Ah, esiste anche l'intensivo, con piante meno fitte (4x4, 5x4, 6x3 ecc.) e sviluppo in volume... questi sono i 700 Ha tutti un corpo che Monini possiede in Australia...
I vantaggi di questo tipo di coltivazione sono:
- velocità di entrata in produzione
- quasi totale meccanizzazione
- freschezza del prodotto ottenuto, considerando che queste macchine raccolgono varie decine di qli/h, avendo un frantoio che può stargli dietro (e chi fa questi investimenti lo ha) la cosa si traduce nel fatto che nel giro di 2 - 3 ore dalla drupa attaccata all'albero si ha l'olio o in bottiglia o nella botte sotto azoto, e questo ha un valore notevole!
- facilità di esecuzione di (nuove) pratiche agronomiche. Faccio un esempio, ormai, causa anche i cambiamenti climatici, uno dei problemi che seriamente affligge questa coltura è la mosca (bactocera oleae), soluzione maggiormente adottata, dimetoato (Rogor), io non amo molto la chimica o quanto meno se posso la evito ed una alternativa interessante è il caolino, che altro non è che polvere di argilla che comprendo la pianta (la pianta diventa bianca) oltre a creare un effetto ombreggiante, minor evapotraspirazione (quindi minor fabbisogno idrico) e non impedendo la fotosintesi, non permette l'attacco da parte di insetti in quanto la polvere li infastidisce e non gli fa percepire i frutti sotto di essa... il problema della caolinite è che è facilmente dilavabile, alla prima pioggia la pianta si pulisce, pensate che difficoltà a far diventare bianche chiome in volume o alla facilità ed alla velocità di farlo su una siepe, passando con un atomizzatore.
Gli svantaggi sono:
- costo di impianto, tra tutto siamo intorno ai 10.000€/Ha
- vita dell'impianto limitata, a circa 12- 15 anni è necessario tagliare tutto di fondo e riallevare un pollone, dopo un ulteriore tempo è necessario smantellare totalmente l'impianto
- fabbisogno idrico, senza buone fonti di acqua non è pensabile attuare questa scelta, l'irrigazione a mezzo di ale goccianti sarà necessaria per tutta la vita dell'impianto
- costi di gestione e maggior attenzione nella stessa, una densità tale implica un supporto nutritivo notevole a mezzo di fertirrigazione e concimazioni mirate oltre al fatto che infittendo tutti gli eventuali problemi sanitari e patogenici aumentano esponenzialmente.
Ormai, per come è impostata la nostra società, tutte le colture in agricoltura vertono verso l'aumento di intensità, nella produzione di frutta in particolare questo aspetto e il passaggio dalla coltivazione in volume a quello in parete ormai riguarda tutte le colture, i vigneti hanno sesti di impianto sulla fila inferiori al metro, nelle pomacee ormai si punta su forme di allevamento tipo spindel o fusetto, pensate alla Val di Non o alla Val Venosta ad esempio.
Nel resto del mondo, Spagna, Grecia, Turchia, ecc. ormai gli olivi per come li immaginiamo noi esistono più giusto nei giardini, ci sono solo distese sterminate come quelle che avete visto nel precedente video, in italia non è possibile questo perchè gli olivi tradizionali sono censiti ed il loro espianto non è consentito per fini paesaggistici.
Facendo un parallelo con il mondo dei cereali è come se noi mietessimo a mano ed il resto del monto avesse le mietitrebbiatrici, comprendete che non c'è storia in questo modo, la gestione tradizione degli olivi ha dei costi enormemente alti e non può essere competitiva con tutto ciò, quindi tagliare tutto? no ma se lo Stato vuole che gli olivi tradizionali restino li per far territorio sarebbe il caso che pagasse chi questo territorio deve mantenerlo, perchè con il solo valore dell'olio non potrà certo viverci da ora (anzi già da qualche anno) in poi.
p.s. quanto alle produzioni dovremmo essere sui 90 qli/Ha... tra uno o due anni saprò dirvelo con più precisione , speriamo...
Ah, esiste anche l'intensivo, con piante meno fitte (4x4, 5x4, 6x3 ecc.) e sviluppo in volume... questi sono i 700 Ha tutti un corpo che Monini possiede in Australia...
tramonto- UTENTE BANNATO
- Messaggi : 175
Data d'iscrizione : 07.11.18
Località : Montefalco (PG)
Re: OLIVO parte 1
Varietà Don Carlo (C.N.R. Perugia) due anni e mezzo dall'impianto (06/2016)
La caratteristica saliente di queste nuove cultivar che hanno reso possibile la coltivazione superintensiva è quella che si vede in foto, la pianta, potendo fruttifica sui rami giovani nati l'anno precedente (come per ogni cultivar di olivo conosciuta) ma se non ci dovessero essere allora può anche fruttificare su rami di 2, 3 o più anni, cosa che invece le cultivar tradizionali non possono fare e questo fa si che queste nuove varietà riescano a sopportare fruttificando una potatura "indiscriminata", fatta cioè con barre meccaniche che chiaramente tendono a tagliar via tutti o quasi i ramoscelli giovani dell'anno precedente che si trovano sempre al più esterno della chioma.
La caratteristica saliente di queste nuove cultivar che hanno reso possibile la coltivazione superintensiva è quella che si vede in foto, la pianta, potendo fruttifica sui rami giovani nati l'anno precedente (come per ogni cultivar di olivo conosciuta) ma se non ci dovessero essere allora può anche fruttificare su rami di 2, 3 o più anni, cosa che invece le cultivar tradizionali non possono fare e questo fa si che queste nuove varietà riescano a sopportare fruttificando una potatura "indiscriminata", fatta cioè con barre meccaniche che chiaramente tendono a tagliar via tutti o quasi i ramoscelli giovani dell'anno precedente che si trovano sempre al più esterno della chioma.
tramonto- UTENTE BANNATO
- Messaggi : 175
Data d'iscrizione : 07.11.18
Località : Montefalco (PG)
Re: OLIVO parte 1
Non c'è pace tra gli olivi.
https://www.lastampa.it/2018/12/12/italia/dalla-puglia-alla-toscana-la-xylella-adesso-allarma-largentario-ma-per-ora-gli-olivi-sono-salvi-JEGL1js9xNvBCe9cS9yyQJ/pagina.html
https://www.lastampa.it/2018/12/12/italia/dalla-puglia-alla-toscana-la-xylella-adesso-allarma-largentario-ma-per-ora-gli-olivi-sono-salvi-JEGL1js9xNvBCe9cS9yyQJ/pagina.html
Nonno_sprint- ex moderatori
- Messaggi : 4163
Data d'iscrizione : 03.01.10
Re: OLIVO parte 1
Io direi che spesso non c'è pace per gli speculatori.
proprio martedì mattina ho partecipato a questo seminario dove tutti gli auditori hanno ampiamente ribadito che la sola zona interessata da questo flagello batterico (che tra l'altro non è nato ieri) in Italia é solo ed esclusivamente quella Salentina intorni alla quale vi é una notevole fascia tampone.
Poi tra le righe e gli interventi finali, comprendi che l'allarmismo spesso é utile a qualcuno, c'è ci spinge per abbattimenti quasi preventivi (vivaisti) e reimpianto di cultivar tolleranti (l'FS17 Favolosa e la Don Carlo dei 3,5Ha impiantati da noi e che hai visti nei post precedenti attualmente sono quelle che hanno fornito migliori risultati in questo senso ), chi invece presenta sperimentazioni con prodotti quasi miracolosi (nello specifico DiAgro Dentamet), chi reputa che si debba ulteriormente finanziare la ricerca. Tutti propongono soluzioni, che se non esistesse un problema non sarebbero necessarie e chi presumibilmente avrà solo da rimetterci indovinate un po' chi sarà...
proprio martedì mattina ho partecipato a questo seminario dove tutti gli auditori hanno ampiamente ribadito che la sola zona interessata da questo flagello batterico (che tra l'altro non è nato ieri) in Italia é solo ed esclusivamente quella Salentina intorni alla quale vi é una notevole fascia tampone.
Poi tra le righe e gli interventi finali, comprendi che l'allarmismo spesso é utile a qualcuno, c'è ci spinge per abbattimenti quasi preventivi (vivaisti) e reimpianto di cultivar tolleranti (l'FS17 Favolosa e la Don Carlo dei 3,5Ha impiantati da noi e che hai visti nei post precedenti attualmente sono quelle che hanno fornito migliori risultati in questo senso ), chi invece presenta sperimentazioni con prodotti quasi miracolosi (nello specifico DiAgro Dentamet), chi reputa che si debba ulteriormente finanziare la ricerca. Tutti propongono soluzioni, che se non esistesse un problema non sarebbero necessarie e chi presumibilmente avrà solo da rimetterci indovinate un po' chi sarà...
tramonto- UTENTE BANNATO
- Messaggi : 175
Data d'iscrizione : 07.11.18
Località : Montefalco (PG)
Re: OLIVO parte 1
Quali sono le varietà resistenti note? Per mettersi a vento con futuri nuovi impianti...
Kromer- utente registrato
- Messaggi : 2523
Data d'iscrizione : 05.11.12
Età : 40
Re: OLIVO parte 1
solitamente a questi incontri dicono che non esistono varietà resistenti, esistono quelle tolleranti e ad oggi i migliori risultati sono stati con il Leccino e la FS-17 Favolosa
per il resto è tutto work in progress
questo documento è un interessante approfondomento e li per queste due varietà parlano di resistenza e non di tolleranza... bhò
http://cartografia.sit.puglia.it/doc/xylella/convegno_20180613/Boscia.pdf
per il resto è tutto work in progress
questo documento è un interessante approfondomento e li per queste due varietà parlano di resistenza e non di tolleranza... bhò
http://cartografia.sit.puglia.it/doc/xylella/convegno_20180613/Boscia.pdf
tramonto- UTENTE BANNATO
- Messaggi : 175
Data d'iscrizione : 07.11.18
Località : Montefalco (PG)
Re: OLIVO parte 1
Buonasera, incredibile, sono molto interessato a questa nuova forma di coltivazione!
Ma come sono state create queste nuove cultivar che hanno queste caratteristiche così particolari???
Grazie!
timberoak- UTENTE BANNATO
- Messaggi : 4
Data d'iscrizione : 15.12.18
Re: OLIVO parte 1
Messaggio di servizio per timberoak
La risposta la sai già visto che tu (timberoak) e tramonto siete la stessa persona.
Il web è ampio e potrai trovare spazio per il tuo ego in altri forum.
Qui da noi sei fuori, e non credere di rientrare dalla finestra.
La risposta la sai già visto che tu (timberoak) e tramonto siete la stessa persona.
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Qui da noi sei fuori, e non credere di rientrare dalla finestra.
ferrari-tractor- Moderatori
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Data d'iscrizione : 19.04.10
Età : 43
Località : Prov. Cuneo
Re: OLIVO parte 1
Impianti intensivi?
Che tristezza questi impianti intensivi e industriali per tagliare le piante dopo 15 anni siamo arrivati alla follia... Questo olivo di Luras in Sardegna a quasi 4000 anni che meraviglia della natura!! Ma cosa facciamo vogliamo imitare Carapelli ,Monini, Ecc. Ecc. Fate un prodotto di qualità, a queste schifezze già ci pensa la Spagna Grecia e Marocco e le nostre ditte industriali che vendono l'olio ai supermercati a 3 euro litro, che amarezza
A chi interessa :
si farà a Prato Toscana.
Che tristezza questi impianti intensivi e industriali per tagliare le piante dopo 15 anni siamo arrivati alla follia... Questo olivo di Luras in Sardegna a quasi 4000 anni che meraviglia della natura!! Ma cosa facciamo vogliamo imitare Carapelli ,Monini, Ecc. Ecc. Fate un prodotto di qualità, a queste schifezze già ci pensa la Spagna Grecia e Marocco e le nostre ditte industriali che vendono l'olio ai supermercati a 3 euro litro, che amarezza
A chi interessa :
si farà a Prato Toscana.
marcoo- utente registrato
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Età : 58
Località : PRATO
Re: OLIVO parte 1
Presumo potatura a vaso policonico. Giusto?
L'ho fatto anche io l'anno scorso e anche se non si condivide il tipo di potatura non posso che consigliarlo in quanto sempre sede di dibattito e, condivisone di esperienze e nuove conoscenze.
Ultima modifica di luca31 il Mar Nov 26, 2019 3:52 am - modificato 1 volta. (Motivazione : Rimozione quote)
popeye85- utente registrato
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Località : Salentu (Leuca)
Re: OLIVO parte 1
Si vasopoliconico semplificato , potato da terra, per me è la migliore potaura: sicura veloce economica e produttiva, tu che potatura preferisci? Grazie
Ultima modifica di falcetto il Mar Nov 26, 2019 7:11 pm - modificato 1 volta. (Motivazione : Rimosso quote msg immediatamente precedente)
marcoo- utente registrato
- Messaggi : 463
Data d'iscrizione : 14.04.12
Età : 58
Località : PRATO
Re: OLIVO parte 1
BUONASERA.QUANDO SI PARLA DI ULIVO NON POSSO RESISTERE.DOPO AVER VISTO TUTTI I VIDEO DEL DOTTOR GIORGIO PANNELLI RIGUARDA LA POTATURA A VASO POLICONICO, E CERCATO DI APPLICARE SULLE MIE PIANTE NON POSSO CHE CONFERMARE CHE QUESTO MODO DI POTARE SIA IL MIGLIORE COMPROMESSO TRA LA PIANTA E L UOMO. TRA LALTRO QUESTA TECNICA RISALE A MOLTI ANNI FA.(ROVENTINI) NELLA MIA ZONA ALTO IONICO CI SONO MOLTI POTATORI CHE POTANO ANCHE BENE,BRAVI HA SALIRE SULLE PIANTE (ANCHE SE E VIETATO)E LASCIANO LA PIANTA COL GIUSTO EQUILIBRIO CHIOMA RADICE.PERO ALLA FINE SEMBRANO ALBERI PIANGENTI CHE AGLI OCCHI DI MOLTI SEMBRANO BEN POTATI (BELLI).PERO IL PROBLEMA SONO LA MANCANZA DELLE CIME,CHE SERVONO ATTIRARE LINFA GREZZA CHE VIENE TRASFORMATA IN LINFA ELABORATA ,PER VIA GRAVITAZIONALE.UN ALTRO ERRORE VIENE FATTO QUANDO LASCIANO TROPPE BRANCHE PRIMARIE,(E QUI VORREI APRIRE UN QUESITO,IL DOTT PANNELLA PARLA DI 4 O 5 ADDIRITTURA 6 ALTRI PARLANO DI 3 VORREI SAPERE IL NUMERO GIUSTO PER IL MIO ULIVETO.DA NOI SE CE UNA COSA CHE NON POSSIAMO LAMENTARCI E LA LUCE DEL SOLE,SPESSO MI TROVO A FARNETICARE SE LASCIARNE 3 O 4 ) MOLTO LEGNO RISPETTO ALLE FRONDE. QUESTO E QUELLO CHE HO APPRESO DAI VIDEO E CERCO DI METTERLO IN PRATICA.NON VOGLIO FARE IL PRESUNTUOSO DICENDO TUTTE QUESTE PAROLE PERO E QUELLO CHE FACCIO E MI STO TROVANDO MOLTO BENE.
(SCUSATEMI PER LE LETTERE IN STANPAtello:oops:)
(SCUSATEMI PER LE LETTERE IN STANPAtello:oops:)
genny- utente registrato
- Messaggi : 45
Data d'iscrizione : 04.02.13
Età : 53
Località : mirto crosia
Re: OLIVO parte 1
Condivido tutto ..... Giorgio Pannelli è un grande , ha fondato la scuola, io porto avanti questo tipo di potatura e ci credo molto, come dicevi tu già il Roventini aveva capito questo sistema molti anni fa:
Il vaso policonico nasce con Alfredo Roventini (1889-1950) che iniziò la sua opera nel 1914 in provincia di Ascoli Piceno, per proseguire poi in provincia di Pisa e, infine, in quella di Livorno. Nel 1936 con una pubblicazione su “Nuovi Annali dell’Agricoltura”, espone dettagliatamente il proprio sistema di potatura avente quale presupposto, per l’incremento della produzione, la riforma degli olivi, per la necessità di riportare l’albero il più vicino possibile al suo sviluppo naturale. Partendo dalla tradizionale forma a vaso dicotomico o tronco di cono rovescio, propone che all’eccessivo numero di branche che i soggetti di solito presentano e all’acefalia periodicamente praticata per ridurre l’altezza degli alberi, debba essere sostituito un limitato numero di branche primarie equidistanti tra loro e fino a conclusione naturale, cioè senza mai più cimature e/o divisioni dicotomiche.
La forma proposta consente quindi lo sviluppo della chioma fino all’altezza desiderata, ma su di un solo germoglio “signoreggiante” per ognuna delle originarie branche primarie (variabile in funzione di varietà, età e stato sanitario degli alberi, ambiente e tecnica colturale). La chioma appare formata da altrettanti coni inclinati di 30-45° circa, vuoti internamente, uniti per la base ma separati nettamente al vertice, in modo tale da assegnare ad ognuno di essi la “funzione di cima”. Così facendo le piante evitano l’affermazione della porzione superiore di chioma escludendo la riforma periodica, mentre esprimono pienamente il potenziale produttivo nella porzione inferiore, ricca di branche secondarie pienamente funzionali e rinnovabili.
Anche alla luce delle attuali migliorate conoscenze di fisiologia vegetale, tutti i suddetti insegnamenti sono confermati, sia per soddisfare il naturale desiderio di sviluppo della chioma che per salvaguardare una benché minima parte della sua porzione apicale. La prima necessità deriva dal rapporto chioma/radici che, dovendo produrre un risultato tendenzialmente stabile, consente di condizionare gli equilibri tra attività vegetativa e produttiva. Nel secondo caso le piante esercitano il fenomeno fisiologico della dominanza apicale mediante il quale le foglie e le gemme apicali regolano l’entità della crescita, l’angolo d’inserzione, il numero e la lunghezza dei rami e delle branche determinando, nel complesso, le dimensioni e la forma dell’albero.
Interventi manuali ad hoc
Il vaso policonico può ritenersi la migliore forma di allevamento, dovrà, però, essere resa aderente alle attuali necessità agronomiche, economiche e sociali, praticando da terra rapidi interventi cesori con attrezzatura eventualmente prolungabile (potatura agevolata), su una struttura legnosa limitata all’essenziale (potatura semplificata).
Al vaso policonico “semplificato” nella struttura primaria e nelle modalità di gestione è riconosciuto il merito di assecondare per decenni il naturale modello di sviluppo dell’olivo, di consentire l’intercettazione di una elevata quantità di energia radiante e l’esposizione alla luce delle foglie e della superficie fruttificante, di presentarsi compatibile con le esigenze sia dei sistemi di raccolta con pettini agevolatori che meccanica con vibratori del tronco. Questa versatilità deriva dalla possibilità di modificare la forma dell’albero da un cilindro basso e largo ad uno stretto ed alto, semplicemente orientando diversamente le cime e modificando l’espansione laterale delle branche secondarie, senza incidere sullo sviluppo volumetrico della chioma......
Il vaso policonico nasce con Alfredo Roventini (1889-1950) che iniziò la sua opera nel 1914 in provincia di Ascoli Piceno, per proseguire poi in provincia di Pisa e, infine, in quella di Livorno. Nel 1936 con una pubblicazione su “Nuovi Annali dell’Agricoltura”, espone dettagliatamente il proprio sistema di potatura avente quale presupposto, per l’incremento della produzione, la riforma degli olivi, per la necessità di riportare l’albero il più vicino possibile al suo sviluppo naturale. Partendo dalla tradizionale forma a vaso dicotomico o tronco di cono rovescio, propone che all’eccessivo numero di branche che i soggetti di solito presentano e all’acefalia periodicamente praticata per ridurre l’altezza degli alberi, debba essere sostituito un limitato numero di branche primarie equidistanti tra loro e fino a conclusione naturale, cioè senza mai più cimature e/o divisioni dicotomiche.
La forma proposta consente quindi lo sviluppo della chioma fino all’altezza desiderata, ma su di un solo germoglio “signoreggiante” per ognuna delle originarie branche primarie (variabile in funzione di varietà, età e stato sanitario degli alberi, ambiente e tecnica colturale). La chioma appare formata da altrettanti coni inclinati di 30-45° circa, vuoti internamente, uniti per la base ma separati nettamente al vertice, in modo tale da assegnare ad ognuno di essi la “funzione di cima”. Così facendo le piante evitano l’affermazione della porzione superiore di chioma escludendo la riforma periodica, mentre esprimono pienamente il potenziale produttivo nella porzione inferiore, ricca di branche secondarie pienamente funzionali e rinnovabili.
Anche alla luce delle attuali migliorate conoscenze di fisiologia vegetale, tutti i suddetti insegnamenti sono confermati, sia per soddisfare il naturale desiderio di sviluppo della chioma che per salvaguardare una benché minima parte della sua porzione apicale. La prima necessità deriva dal rapporto chioma/radici che, dovendo produrre un risultato tendenzialmente stabile, consente di condizionare gli equilibri tra attività vegetativa e produttiva. Nel secondo caso le piante esercitano il fenomeno fisiologico della dominanza apicale mediante il quale le foglie e le gemme apicali regolano l’entità della crescita, l’angolo d’inserzione, il numero e la lunghezza dei rami e delle branche determinando, nel complesso, le dimensioni e la forma dell’albero.
Interventi manuali ad hoc
Il vaso policonico può ritenersi la migliore forma di allevamento, dovrà, però, essere resa aderente alle attuali necessità agronomiche, economiche e sociali, praticando da terra rapidi interventi cesori con attrezzatura eventualmente prolungabile (potatura agevolata), su una struttura legnosa limitata all’essenziale (potatura semplificata).
Al vaso policonico “semplificato” nella struttura primaria e nelle modalità di gestione è riconosciuto il merito di assecondare per decenni il naturale modello di sviluppo dell’olivo, di consentire l’intercettazione di una elevata quantità di energia radiante e l’esposizione alla luce delle foglie e della superficie fruttificante, di presentarsi compatibile con le esigenze sia dei sistemi di raccolta con pettini agevolatori che meccanica con vibratori del tronco. Questa versatilità deriva dalla possibilità di modificare la forma dell’albero da un cilindro basso e largo ad uno stretto ed alto, semplicemente orientando diversamente le cime e modificando l’espansione laterale delle branche secondarie, senza incidere sullo sviluppo volumetrico della chioma......
Ultima modifica di falcetto il Mer Nov 27, 2019 5:56 pm - modificato 1 volta. (Motivazione : Rimosso quote)
marcoo- utente registrato
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Re: OLIVO parte 1
chimenti gennaro ha scritto:BUONASERA.QUANDO SI PARLA DI ULIVO NON POSSO RESISTERE.DOPO AVER VISTO TUTTI I VIDEO DEL DOTTOR GIORGIO PANNELLI RIGUARDA LA POTATURA A VASO POLICONICO, E CERCATO DI APPLICARE SULLE MIE PIANTE NON POSSO CHE CONFERMARE CHE QUESTO MODO DI POTARE SIA IL MIGLIORE COMPROMESSO TRA LA PIANTA E L UOMO. TRA LALTRO QUESTA TECNICA RISALE A MOLTI ANNI FA.(ROVENTINI) NELLA MIA ZONA ALTO IONICO CI SONO MOLTI POTATORI CHE POTANO ANCHE BENE,BRAVI HA SALIRE SULLE PIANTE (ANCHE SE E VIETATO)E LASCIANO LA PIANTA COL GIUSTO EQUILIBRIO CHIOMA RADICE.PERO ALLA FINE SEMBRANO ALBERI PIANGENTI CHE AGLI OCCHI DI MOLTI SEMBRANO BEN POTATI (BELLI).PERO IL PROBLEMA SONO LA MANCANZA DELLE CIME,CHE SERVONO ATTIRARE LINFA GREZZA CHE VIENE TRASFORMATA IN LINFA ELABORATA ,PER VIA GRAVITAZIONALE.UN ALTRO ERRORE VIENE FATTO QUANDO LASCIANO TROPPE BRANCHE PRIMARIE,(E QUI VORREI APRIRE UN QUESITO,IL DOTT PANNELLA PARLA DI 4 O 5 ADDIRITTURA 6 ALTRI PARLANO DI 3 VORREI SAPERE IL NUMERO GIUSTO PER IL MIO ULIVETO.DA NOI SE CE UNA COSA CHE NON POSSIAMO LAMENTARCI E LA LUCE DEL SOLE,SPESSO MI TROVO A FARNETICARE SE LASCIARNE 3 O 4 ) MOLTO LEGNO RISPETTO ALLE FRONDE. QUESTO E QUELLO CHE HO APPRESO DAI VIDEO E CERCO DI METTERLO IN PRATICA.NON VOGLIO FARE IL PRESUNTUOSO DICENDO TUTTE QUESTE PAROLE PERO E QUELLO CHE FACCIO E MI STO TROVANDO MOLTO BENE.
(SCUSATEMI PER LE LETTERE IN STANPAtello:oops:)
Le branche primarie devono essere 4 equidistanti a 90 gradi , oppure 3 a 120 gradi . una sotto branchia non deve mai superare la metà del diametro della branca primaria.... Ma fai un corso con Pannelli ....
marcoo- utente registrato
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Re: OLIVO parte 1
grazie per la risposta,quinti 3 o 4 branche primarie.pero penso che 3 sia il numero perfetto.in quanto si sfrutterebbe meglio lo spazio tra le piante per avere piu luce e aria.riguarda il corso con Giorgio Pannella mi anno detto che alcuni anni fa e passato dal mio paese al centro sperimentare regione calabria a sapere sarei andato a piedi, sara per la prossima volta, primo ho poi riusciro a stringergli la mano.comunque neanche tu scherzi ai detto delle cose fantastiche sulla potatura,sembra il vangelo dell ulivo .farti i complimenti mi sembra doveroso grazie
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Re: OLIVO parte 1
Grazie , il numero perfetto dipende dalla disposizione della pianta.... l'importante è che siano tutte equidistanti tra loro.
I corsi vengono fatti in tutta Italia, guarda il sito scuolapotaturaolivo.it ci sono le date e le città dove verranno svolti.
I corsi vengono fatti in tutta Italia, guarda il sito scuolapotaturaolivo.it ci sono le date e le città dove verranno svolti.
Ultima modifica di falcetto il Mer Nov 27, 2019 5:57 pm - modificato 1 volta. (Motivazione : Rimosso quote)
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Re: OLIVO parte 1
Buongiorno a tutti,
mi sono accorto che alla base di due piante dei miei olivi c'era del legno marcio, quindi ho provveduto a ripulirlo nel modo migliore che ho potuto, chiaramente è venuto fuori un sacco di schifezza, formiche, tagliaforbici e dei vermi abbastanza grossi e veramente schifosi che non ho idea cosa siano.
Allego delle foto per chiarire la situazione e chiedo come dovrei procedere per sanificare le piante.
mi sono accorto che alla base di due piante dei miei olivi c'era del legno marcio, quindi ho provveduto a ripulirlo nel modo migliore che ho potuto, chiaramente è venuto fuori un sacco di schifezza, formiche, tagliaforbici e dei vermi abbastanza grossi e veramente schifosi che non ho idea cosa siano.
Allego delle foto per chiarire la situazione e chiedo come dovrei procedere per sanificare le piante.
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Re: OLIVO parte 1
Io non so dire se siano rodilegno o meno, quello che ho notato è che non c'era presenza di rosura alla base del tronco prima di togliere il marciume, e le piante non hanno emesso resina.
Questi vermi sono dei grossi salsicciotti della lunghezza di circa 8-10 cm., ma come bisogna procedere per eliminare l'infestazione?
Questi vermi sono dei grossi salsicciotti della lunghezza di circa 8-10 cm., ma come bisogna procedere per eliminare l'infestazione?
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Re: OLIVO parte 1
ciao, quei salsicciotti non fanno nulla, sono larve di coleottero ma non fanno altri danni. lì avrai sicuramente del marciume chiaro (funghi che degradano la lignina) ma è normale negli olivi e non porta perdite di produzione nè di stabilità. gli insetti presenti mangiucchiano qualche altro loro collega arrivato prima ma non ucciderli, sono animali innocui.
ad esercitazione di entomologia li ho tenuti in mano da vivi ed è davvero una esperienza indimenticabile.
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Re: OLIVO parte 1
Grazie dell'informazione, sicuramente sono innocui come dici tu ma l'aspetto è veramente orrendo.
Per quanto riguarda l'albero, una volta ripulita la cavità dal marciume che era effettivamente di colore chiaro e aveva odore di muffa, occorre fare qualcosa? oppure basta che mi accerti che non ci sia ristagno d'acqua.
Per quanto riguarda l'albero, una volta ripulita la cavità dal marciume che era effettivamente di colore chiaro e aveva odore di muffa, occorre fare qualcosa? oppure basta che mi accerti che non ci sia ristagno d'acqua.
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Re: OLIVO parte 1
sisi, lo so
accertati che non ci siano ristagni e che quindi non provochi una più veloce progressione del fungo ma soprattutto accetta che non puoi farci nulla e devi tenertelo così.
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galero96- utente registrato
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Re: OLIVO parte 1
Grazie mille per l'aiuto che mi hai dato.
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