EIMA 2024, Bologna

Buongiorno

Domenica 10 novembre ho fatto il mio solito giretto di visita in fiera a Bologna, la tradizionale EIMA.

Nel settore giardinaggio/forestazione ho notato un tono dimesso, quasi rassegnato. Al pomeriggio in particolare.
Mi è rimasta impressa nella mente l'immagine di molti espositori seduti nel loro stand, chi a fissare il vuoto, chi con le mani in mano, qualcuno con la testa tra le mani.
Pochissime presenze dopo un certo orario, mai riscontrato prima in oltre 25 anni che vado in questa fiera.

Decisamente evidente il vuoto lasciato dal assenza di nomi fondamentali per il settore: Stihl, Husqvarna, Makita (leggi Dolmar), gruppo AL-KO, gruppo Emak, Active/Ibea, Honda e probabilmente me ne scordo qualcun'altro.
La riflessione che sta nascendo in molti operatori del settore è se sia ancora il caso di investire in fiere grandi e costose, anche dal pnto di vista del impegno di personale su molti giorni incluso un festivo, con tutti i costi logistici ed accessori connessi, e non magari invece in eventi più piccoli, in spazi aperti che consentano più prove in campo e più di prossimità nelle aree dove risiede la maggior parte del utenza finale. Ormai è difficile far clientela nuova in fiera, specie nel rapporto produttore/importatore vs. rivenditore.

Impressionante anche la presenza massiva di un sempre crescente numero di espositori cinesi, quasi mai parlanti italiano e in vari casi in difficoltà anche nel esprimersi un inglese commerciale accettabile. Tutti accomuniati tuttavia da una cosa: la fame! la fame di vendite, la smania di mostrarti i loro prodotti sempre uguali e quasi sempre assai dozzinali. Ad una certa ora del ultimo giorno di fiera ho notato l'arrivo di un certo numero di visitatori, perlopiù affaristi che vanno dai cinesi perchè questi ad un certo punto cercano di vendere fiiscamente quanto rimane nello stand a qualunque prezzo. cosa svilente anche questa per una fiera prestigiosa e fondamentalmente di rappresentanza.

già i latini dicevano "corrono brutti tempi, ma ne verranno di peggiori"
purtroppo, non credo che in questo caso sia una frase fatta.

per i rivenditori l'avvento del "tutto elettrico" sarà la mazzata finale, casomai si verificherà
che senso ha comprare da un rivenditore fisico una macchina che è blindata e non è riparabile, quando si rompe si cambia per forza anche se costa 1000 euro?
finiremo per comprare la MS660 di turno in leasing, anzi mica solo la 660, anche la 180!!!
Gli unici guadagni li faranno le banche o chi gestisce la parte finanziaria, già visto per le automobili.

ferrari-tractor ha scritto: che senso ha comprare da un rivenditore fisico una macchina che è blindata e non è riparabile, quando si rompe si cambia per forza anche se costa 1000 euro?

ti assicuro che, perlomeno per le marche con cui lavoro, avviene esattamente l'opposto. il ruolo del post vendita sarà ancor più determinante, come fa senza i sistemi di diagnostica a stabilire quale componente va sostituito? ti affidi alla sorte? intuizioni?  potrebbe essere costoso.
ma qui ci avventuriamo in un dialogo che, penso, vada abbastanza ot.

maxb. ha scritto:e non magari invece in eventi più piccoli, in spazi aperti che consentano più prove in campo e più di prossimità nelle aree dove risiede la maggior parte del utenza finale.

Credo che il punto sia questo, particolarmente in un settore (macchine da giardino/forestali) nel quale in fiera si puo' solo vedere, magari toccare, ma non certo provare.
Adesso la fiera e "24-7-365" qui sullo schermo, anche grazie a strumenti come questo forum sul quale scriviamo e leggiamo, scambiando esperienze e opinioni.
Manca, come in fiera, la prova sul campo. per questo ben venga un'evoluzione verso gli eventi cui accennava max.b.
Ciao