Legno per sculture

prima di tutto un saluto a tutti gli artisti della motosega e complimenti.......sono nuovo del forum e mi piacerebbe iniziare a realizzare sculture con la mts......scolpisco abitualmente con gli attrezzi manuali ma non ho mai provato con la motosega, anche perchè ho sempre realizzato sculture di medie-piccole dimensioni e anche nella sgrossatura mi è sempre bastato utilizzare sgorbie e scalpelli di grosse misure. Con questa premessa voglio dire che seguo e seguirò il forum con grande interesse per apprendere e chiedere consigli sul chainsaw carving (spero si dica così)..........
ma visto che nel post si parla di legname, mi piacerebbe sapere da chi già realizza sculture con la mts, se alberi da frutta come il pero e il melo sono legni adatti.......io li utilizzo abitualmente (quando ho la fortuna di trovarli delle dimensioni giuste) per le mie sculture (soprattutto per lavori piccoli e bassorilievi), e mi chiedo se si tratti di buon legname anche per la scultura con mts.
Cosa ne pensate ? Sono forse troppo duri ?

Ciao , la legna da frutta va bene ma è molto dura e con la motosega non restano finiture belle come sul cedro o il platano , se invece pensi di finirli con gli scalpelli allora non c'è problema, logicamente sei vincolato anche alle dimensioni perchè con la motosega i dettagli vengono meglio su sculture grandi e piante da frutta di grosse dimensioni sono difficili da trovare.  

Ciao, grazie per la risposta.....si effettivamente la legna da frutta è molto dura e come dici tu quasi sempre di medio-piccole dimensioni......

Non so se va bene, ma io parlo un po' del lavoro a mano.

Non ho una grandissima esperienza eh, io il più delle volte faccio lavori di falegnameria e carpenteria che richiedono una fetta di conoscenza un po' diversa da quella dell'intaglio, ma avendo a disposizione molti vecchi attrezzi ho provato alcune volte a fare degli intagli, ma con scarso successo.
Io sono abituato lavorare con attrezzi che assecondano la natura del legno, piuttosto che asportare materiale come se fosse tutto un ammasso omogeneo. Questo mi porta ad usare utensili manuali piuttosto che macchine: accetta invece che motosega, scalpelli e sgorbie piuttosto che carta vetrata e frese. Ovviamente i tempi di lavorazione si dilatano immensamente, ed è richiesta molta pazienza, quindi non c'è sempre un grande guadagno dietro.

Conoscere e seguire la venatura è fondamentale, sia per evitare danni in fase di lavorazione, sia per evitare che il legno si spacchi con il passare del tempo e la scultura cada a pezzi.
La durezza del legno non importa tanto quanto la venatura: essenze come l'abete, anche se facilmente reperibili, molto spesso vengono tenute a debita distanza perché molto difficili da tagliare come si vorrebbe, come anche molti legni esotici. http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/87/Curly-grain-wood.jpg Cose così non sono per niente facili da lavorare.
Essenze dure si lavorano meglio, ma vengono evitate perché richiedono maggiore fatica, sia per l'artigiano che per l'attrezzo, che va affilato più spesso.
Il legno più facile per da lavorare a mano credo sia il tiglio, che si taglia che è un piacere in quanto è morbido ed ha una venatura molto fitta, ma ovviamente, se non viene mantenuto bene, non sarà mai longevo come la quercia, il castagno o il cedro, materiali non a caso usati sin dall'antichità per intagli come per costruzioni: per fare un esempio, gli antichi re del Medio Oriente costruivano i loro palazzi con il cedro (anche il grande tempio di Gerusalemme costruito da re Salomone era fatto con travi e tavoloni di cedro provenienti dal Libano) finché non hanno buttato giù l'ultimo albero rimasto e hanno dovuto dichiarare bancarotta.

Purtroppo oggi le essenze che un tempo erano molto comuni sono diventate rare e pregiate a causa di questo tipo di sfruttamento intenso: basti pensare che le stesse campagne italiane migliaia di anni fa erano tutte foreste, che sono state tutte tagliate dai romani per costruire case e navi e fare il carbone per le fornaci. Interessante anche notare come molte civiltà antiche fallivano una volta finito il legname.

Dato che mi piace molto guardare artigiani all'opera, quando non ho l'occasione di farlo dal vivo, guardo parecchi video su Youtube.
Ecco quindi alcuni video di intaglio
https://www.youtube.com/watch?v=WZ3brjbg9V8 Sono da vedere anche gli altri video del canale
https://www.youtube.com/watch?v=WoruN8UvkYU
https://www.youtube.com/watch?v=5-19Vni26qE

Un tipo di intaglio che mi è sempre piaciuto è quello di quercia, resistente e molto durevole, tradizionalmente svolto dagli inglesi che fino a qualche secolo fa praticamente vivevano in un'immensa foresta di querce, che è durata fino al '600-'700.

Qui un documentario sulla tradizione inglese della lavorazione del legno di quercia https://www.youtube.com/watch?v=LKEEzigJJtk

Segnalo inoltre un artigiano di nome Peter Follansbee, che è un rievocatore che lavora alla Plimouth Plantation, ricostruzione di una storica colonia inglese nel Nord America e che riproduce mobili del '600 usando principalmente quercia e lavorando con attrezzi dell'epoca. Da notare che il legno che usa è sempre verde: seleziona personalmente i tronchi, li spacca e sagoma le tavole interamente a mano, con accette e pialle.
Ecco un video, ma se cercate ne potete trovare un'infinità online, è una specie di celebrità https://www.youtube.com/watch?v=FD9fElZFaEM
Ha anche un suo blog http://pfollansbee.wordpress.com/

Ciao Fokke, ho letto con piacere il tuo messaggio, soprattutto le informazioni sulla quercia che in parte proprio non conoscevo.
Posso dire che per quanto riguarda il tiglio, dalla mia esperienza personale, si tratta di un ottimo legno da intaglio, di facile lavorazione in quanto tenero con fibre dritte e tessitura stretta e regolare.
In realtà, si tratta anche di un legno discretamente longevo se trattato nel modo opportuno, lo stanno a dimostrare gli splendidi altari, tabernacoli e pulpiti lignei degli intagliatori tedeschi del 1400-1500 che utilizzavano come essenza preferita proprio il tiglio. E' però senza dubbio molto delicato e facilmente attaccabile dai tarli. Inoltre, non è di facile stagionatura e proprio la corretta stagionatura è fondamentale per allungarne la durata.

Personalmente anni fa ho "gettato alle ortiche", per così dire, un bellissimo tronco di tiglio di circa 2,5 metri per 60 cm di diametro, proprio per aver completamente sbagliato la stagionatura. Infatti, proprio per le discrete dimensioni, una volta scortecciato, l'ho fatto stagionare sotto una tettoia creata appositamente per circa 5 anni, con il risultato di ritrovarmelo poi tarlato e mezzo marcio.
Visto che adesso mi trovo in una situazione simile, cioè ho un'altro tronco di tiglio di dimensioni simili, mi chiedo se qualcuno mi può dare un parere sulla miglior stagionatura da seguire con legni delicati e di queste dimensioni........grazie

Beh è proprio quello che intendevo: qualsiasi legno, ma anche altri materiali possono teoricamente durare in eterno se se ne prende cura nel modo giusto. Non a caso i Giapponesi, che sanno il fatto loro, hanno ancora costruzioni come questa http://it.wikipedia.org/wiki/H%C5%8Dry%C5%AB-ji

Quella del tronco di tiglio è un dramma: era proprio così rovinato da non poterne ricavare niente?
Per la stagionatura comunque bisogna sempre tenere conto di quando è stata tagliata la pianta: le fasi della luna e il periodo dell'anno determineranno quanto il legno sarà resistente ai tarli e al marcio.
Per una stagionatura più delicata, considerando che il legno perde umidità principalmente dalle estremità, in quanto si tratta di una struttura a fibre cave (legno con venatura perfettamente dritta e piallato molto finemente diventa quasi impermeabile senza bisogno di alcuna vernice) è buona cosa ricoprire queste estremità con della cera, del grasso o della vernice, insomma qualcosa che ne ostruisca i pori e ne rallenti l'essiccazione, una pratica comune ben conosciuta a chi si diletta nella costruzione dei longbow. Per tenere alla lontana i tarli forse è una buona idea ricoprire l'intero tronco di vernice o qualche sostanza che tenga gli insetti alla lontana ma al tempo stesso non danneggi il legno e non sia tossica per chi ne viene a contatto. Sarebbe ideale anche controllare spesso il tronco, piuttosto che venirlo a riprendere dopo parecchi anni, così puoi intervenire prima che avvenga il disastro.
Inoltre il luogo dove farlo stagionare va scelto con cura, non so se basta una semplice tettoia per un legno così delicato: deve essere un luogo molto asciutto, staccato dal terreno e senza grandi variazioni di temperatura e umidità, ma anche ben aerato, altrimenti farà la muffa.

Mio nonno nelle nostre foreste ha sempre piantato dei pioppi che usiamo per fare tavole per vari utilizzi (non è il massimo, ma cresce molto in fretta e si lavora facilmente, e dato che coltiviamo principalmente pomodori molto spesso dobbiamo costruire serre provvisorie che poi vengono smantellate) e per stagionarle le lasciamo in un vecchio granaio con struttura principalmente lignea, molto asciutto e ben aerato, e sempre al piano superiore, dove c'è poca possibilità che marciscano e vengano infestate dai tarli, cosa che invece ci è capitata alcune volte con la legna da ardere, in quanto il nonno taglia sconsideratamente la legna in settembre e fa delle cataste enormi abbandonate su un pavimento di cemento - mai mettere il legname a contatto con il cemento.

Il legno, anche quando è morto e perfettamente stagionato è un materiale complesso e non perde mai la sua mobilità, cioè con l'alternarsi delle stagioni e col cambiare della temperatura e dell'umidità si espande, si contrae e si piega. Molti falegnami ignorano questo fatto e usano vernici e colle a sproposito, ritrovandosi con mobili che dopo alcuni anni si riempono di crepe oppure marciscono, proprio perché trattano il legno come fosse un materiale plastico. La longevità del legno non è stabilita da criteri fissi: ogni tavola è particolare e va letta nel miglior modo per sfruttarne al massimo il potenziale, altrimenti è solo un grande spreco di legname, cosa che non possiamo esattamente permetterci oggigiorno avendo ormai così poche foreste a disposizione.

i Giapponesi sono dei veri maestri anche nella lavorazione del legno !....sono dei grandi........

si effettivamente io ho seguito un metodo di stagionatura molto semplice, nel senso che mi sono limitato a scortecciare il tronco per poi farlo riposare sotto una semplice tettoia, o meglio una classica baracca di legno e lamiera che ho costruito nel campo e dove faccio stagionare anche altri legni. A tal proposito, assieme al tiglio e più o meno nel solito periodo, avevo fatto stagionare un tronchetto di pero che al contrario è stagionato alla perfezione senza problemi........
Comunque leggendo il tuo messaggio apprendo con piacere che esistono delle 'tecniche' di stagionatura, se possiamo chiamarle così, molto più complesse che sicuramente devono essere adottate quando si fanno stagionare legni particolari e delicati come ad esempio il tiglio, soprattutto di grandi dimensioni........
Purtroppo, il tronco era piuttosto compromesso e dopo averlo trattato ho preferito utilizzarlo per abellire il giardino come sorta di tronco-panchina......ho la fortuna di avere un amico che lavora come operaio nella manutenzione del verde pubblico e a volte gli capita di dover tagliare delle piante anche di buona qualità come il tiglio (spesso per le scelte assurde dei vari amministratori pubblici).
Proprio in questo modo sono riuscito ad avere alcune settimane fa un discreto tronco di tiglio a cui dovrò far seguire una stagionatura attenta e corretta......vista la fine dell'altro

cosa ne pensate del melo selvatico di bosco ??? e un legno molto duro con venature rossiccie ..ieri ne stavo mettendo un pezzo nel camino poi l'ho messo da parte !!!   

Il melo e il pero sono legni simili, bellissimi e molto utili. Li ho avuti tra le mani e si lavorano molto bene.
Alcuni esempi di applicazioni: qui potete vedere alcune seghe di tradizione anglosassone di inizio '900 con manici fatti a mano tutti rigorosamente con legno di melo; la maggior parte delle seghe di questo tipo, tutte prodotte in serie ma con molta sapienza dietro, almeno fino alla seconda guerra mondiale portava manici di melo, come anche molti altri attrezzi, scalpelli, pialle, etc a testimoniarne le ottime qualità.

Dalle mie parti molti vecchi banchi da lavoro dei falegnami erano fatti con enormi tavoloni di melo o pero, tagliati a mano con i segoni (e stiamo parlando di tavole di 10x30 cm di sezione per due-tre metri di lunghezza, ormai sono una rarità) e le viti con cui si facevano le morse per serrare i pezzi da lavorare erano anch'esse dello stesso legno.

Non ho foto mie, altrimenti le caricherei volentieri, ma su internet sono riuscito a trovare questi esempi


Sono banconi pensati per i falegnami, facili da trovare in campagna, e mi chiedo se c'è qualche scultore che ne fa uso per realizzare le proprie opere.

Comunque il melo viene usato anche per fare flauti, attrezzi da cucina (cucchiai, mattarelli, tagliere etc) ed è buono per qualsiasi tipo di intaglio. E' un legno molto tenace e longevo, quindi potresti tirarci fuori davvero qualcosa di bello.


Mi farebbe comunque piacere vedere qualche lavoro realizzato da gioiello75, chainsawcarver, orsoarcubo o chiunque altro si dedichi a questa arte.

Fokke ha scritto:

Mi farebbe comunque piacere vedere qualche lavoro realizzato da gioiello75, chainsawcarver, orsoarcubo o chiunque altro si dedichi a questa arte.

Puoi sbizzarrirti qui:
https://lamotosega.forumattivo.com/t289-sculture-con-motosega
Dan

Ciao Fokke....io sono soltanto alle primissime armi nel mondo della scultura con motosega....sin'ora ho sempre e solo lavorato con attrezzi manuali (sgorbie, coltelli, ecc). Ma proprio in questi giorni sono alla ricerca di una mts adatta, in modo da fare i primi tentativi e provare quantomeno a prenderci la mano......ancora adesso quando penso a quello che riescono a raffigurare questi artisti con l'uso della sola mts rimango a bocca aperta !!!