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Re: VITE
Puzza di uova marce mai sentita.
Svino quando fa 4/5 perchè poi la fermentazione riparte lentamente, poi quando raggiunge un leggero livello di zucchero (1/1,5) travaso e in genere la fermentazione si ferma.
Il residuo lo tengo perchè tiene il vino più rotondo e dovrebbe dare il frizzante al vino.
A seconda delle zone si fanno determinate operazioni, qui a Donceto per esempio si svina un po presto perchè velocemente se no il vino prende gusto di "racca"...probabilmente è dovuto al terreno e alle varietá d'uva, almeno penso
Svino quando fa 4/5 perchè poi la fermentazione riparte lentamente, poi quando raggiunge un leggero livello di zucchero (1/1,5) travaso e in genere la fermentazione si ferma.
Il residuo lo tengo perchè tiene il vino più rotondo e dovrebbe dare il frizzante al vino.
A seconda delle zone si fanno determinate operazioni, qui a Donceto per esempio si svina un po presto perchè velocemente se no il vino prende gusto di "racca"...probabilmente è dovuto al terreno e alle varietá d'uva, almeno penso
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mesodcaburei- Moderatori
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Re: VITE
Il fatto di svinare con un grado zuccherino di 4/5 (svinatura dolce) non comporta niente, è solo una questine di gusti!
frabonovox- utente registrato
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Re: VITE
Questa dei rimontaggi pericolosi mi è nuova, casomai il problema deriva dal cappello di vinacce lasciato asciutto a contatto con l'ossigeno con il rischio di alterazioni batteriche, per questo si devono effettuare i rimontaggi per "inzuppare" il cappello. In fase di fermentazione tumultuosa il rischio è pressochè nullo perchè a protezione vi è l'anidride carbonica prodotta dalla fermentazione stessa, quando poi la fermentazione cala di intensità si chiude tutto proteggendo con gas inerte. Io la mia uva la vinifico anche con il vecchio tino aperto di mio padre da 20hl, utilizzo un graticcio per tenere il cappello sommerso e per i primi 2/3 giorni faccio anche 2 rimontaggi, poi passo a 1 e quindi quando l'attività sta scemando chiudo con un coperchio inox (quello dei semprepieni) aggiungo co2 alimentare e lascio in macerazione. Mai avuti spunti acetici, neanche quando vinificava mio padre e non aveva la possibilità di chiudere.... semplicemente svinava poco prima del completamento della fermentazione la quale poi terminava in botte.. L'arieggiamento del mosto è fondamentale in quanto i lieviti in fase di crescita hanno bisogno di ossigeno per migliorare il loro sviluppo e la sopravvivenza delle popolazioni; inoltre il rimontaggio consente una migliore estrazione dei costituenti delle vinacce ed una migliore omogeneizzazione della massa. Fondamentale è il rimontaggio al secondo giorno. Capisco che gli obbiettivi enologici son diversi, io cerco la massima estrazione pellicolare perchè voglio un vino fermo da invecchiamento tu probabilmente ottieni un vino più fresco e fruttato da consumarsi nel breve periodo.... però il rimontaggio lo farei comunque.
Se ad altri non succede a mio avviso, dato per certa la sanità delle uve, vi è differenza nella tecnica di vinificazione..... l'odore ascrivibile all'aldeide benzoica è la mandorla amara, ho assaggiato solo una volta un vino soggetto certamente (analisi di laboratorio) a tele difetto, era uno spumante metodo classico e sinceramente l'odore che sprigionava non mi ricordava la mandorla amara, veramente non mi riusciva di identificarlo ed in verità non era molto disturbante in quel caso.
Per Anto86: meso svina con residuo zuccherino altrimenti non avrebbe una una rifermentazione naturale in bottiglia per ottenere il caratteristico vino frizzante a bassa pressione (da noi si dice che buscia)
Per frabonovox: dipende dall'obbiettivo enologico, se si vuole un vino amabile naturale od ottenere un prodotto come quello di meso, è giusto svinare con residui zuccherini ma bisogna prestare attenzione ad attacchi batterici proteggendo con solforosa come ha fatto meso.... se invece si vuole un vino fermo è meglio svinare a fermentazione completa e cercare di far partire subito la malolattica
Se ad altri non succede a mio avviso, dato per certa la sanità delle uve, vi è differenza nella tecnica di vinificazione..... l'odore ascrivibile all'aldeide benzoica è la mandorla amara, ho assaggiato solo una volta un vino soggetto certamente (analisi di laboratorio) a tele difetto, era uno spumante metodo classico e sinceramente l'odore che sprigionava non mi ricordava la mandorla amara, veramente non mi riusciva di identificarlo ed in verità non era molto disturbante in quel caso.
Per Anto86: meso svina con residuo zuccherino altrimenti non avrebbe una una rifermentazione naturale in bottiglia per ottenere il caratteristico vino frizzante a bassa pressione (da noi si dice che buscia)
Per frabonovox: dipende dall'obbiettivo enologico, se si vuole un vino amabile naturale od ottenere un prodotto come quello di meso, è giusto svinare con residui zuccherini ma bisogna prestare attenzione ad attacchi batterici proteggendo con solforosa come ha fatto meso.... se invece si vuole un vino fermo è meglio svinare a fermentazione completa e cercare di far partire subito la malolattica
Claudio70- utente registrato
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Re: VITE
Guarda sui rimontaggi è frutto di fatti accaduti, ma si parla di rimontaggi probabilmente fatti in modo tardivo, e a me non è per niente nuova, il problema è che io non avrei il tempo materiale per i 2 rimontaggi quotidiani in settimana, Comunque qui moltissimi fanno come me, e la protezione dell'anidride carbonica non avviene se la fermentazione non parte subito come si deve.
Comunque la mandorla amara non è il difetto che sento, è piùun odore dolciastro, difficilmente ascrivibile, almeno da me.
Comunque la mandorla amara non è il difetto che sento, è piùun odore dolciastro, difficilmente ascrivibile, almeno da me.
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mesodcaburei- Moderatori
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Re: VITE
Concordo in pieno con quello che dice Claudio.
Io ad esempio ho un vecchio tino in legno e avendo tempo eseguo la follatura la mattina e la sera poi svino quando il grado zuccherino è 0 togliendo , come fa Meso, uno strato del cappello di vinaccia.
Non ho mai avuto spunto di aceto o altri sentori.
Un tempo anch'io non avevo tempo per effettuare le follature e per questo avevo chiesto ad un vicino fidato di farle per me. Non so se Meso ha questa possibilità!
Io ad esempio ho un vecchio tino in legno e avendo tempo eseguo la follatura la mattina e la sera poi svino quando il grado zuccherino è 0 togliendo , come fa Meso, uno strato del cappello di vinaccia.
Non ho mai avuto spunto di aceto o altri sentori.
Un tempo anch'io non avevo tempo per effettuare le follature e per questo avevo chiesto ad un vicino fidato di farle per me. Non so se Meso ha questa possibilità!
frabonovox- utente registrato
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Re: VITE
La protezione prima dell'avvio della fermentazione te la da la solforosa nelle giuste dosi in relazione alla sanità delle uve, un buon arieggiamento dopo l'inoculo dei lieviti e la fermentazione parte a ritmo esponenziale .... ripeto: il rimontaggio fondamentale è quello del secondo giorno per avviare una fermentazione come si deve, per i rimontaggi successivi non vi è una vera e propria regola standard bisogna valutare caso per caso e seguire il decorso fermentativo basandosi anche sulla propria esperienza, questo perchè se è vero che l'ossigeno è basilare per la crescita e la moltiplicazione dei lieviti, un suo eccesso comporta fermentazioni tumultuose eccessive con perdite elevate di alcol e problemi termici difficili da gestire; vinificando in rosso mai superare i 28/30 gradi
Se come hai detto precedentemente la nota olfattiva ricorda anche il miele o comunque il dolciastro questa è dovuta a vari esteri acetati prodotti in fase fermentativa, di per se non è affatto un aroma negativo anche se forse non è desiderato nei vini di questa tipologia....il contenuto di esteri acetati nei vini è incrementato da una fermentazione lenta e in situazioni difficoltose quali assenza di ossigeno e bassa temperatura. Dal procedimento che utilizzi in vinificazione hai quantomeno 2 condizioni su 3; poi la rifermentazione in bottiglia non fa che enfatizzare il sentore. Questo può essere il motivo percui risulti questa nota olfattiva dolciastra in eccesso; peraltro sono convinto che vi è anche una produzione eccessiva di benzaldeide in fase di macerazione carbonica, di fatto l'aroma ottenuto è un mix dei due. Mio personale parere ovviamente.
Se come hai detto precedentemente la nota olfattiva ricorda anche il miele o comunque il dolciastro questa è dovuta a vari esteri acetati prodotti in fase fermentativa, di per se non è affatto un aroma negativo anche se forse non è desiderato nei vini di questa tipologia....il contenuto di esteri acetati nei vini è incrementato da una fermentazione lenta e in situazioni difficoltose quali assenza di ossigeno e bassa temperatura. Dal procedimento che utilizzi in vinificazione hai quantomeno 2 condizioni su 3; poi la rifermentazione in bottiglia non fa che enfatizzare il sentore. Questo può essere il motivo percui risulti questa nota olfattiva dolciastra in eccesso; peraltro sono convinto che vi è anche una produzione eccessiva di benzaldeide in fase di macerazione carbonica, di fatto l'aroma ottenuto è un mix dei due. Mio personale parere ovviamente.
Claudio70- utente registrato
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Re: VITE
Come mai però si sente solo in rifermentazione?
Ieri il cantiniere della cantina qui di fianco mi ha detto che per lui è odore di feccia, ho provato a mettere nel bicchiere un pizzico di bordolese e il profumo è migliorato all'istante, chiaramente non ho bevuto,
Un appassionato mi ha detto che potrebbe essere carenza di acido tartarico...
Ci sono diverse teorie...e io non so onestamente cosa pensare.
Proverò a portarlo anche da un altro enologo...non so cosa fare per evitare il problema il prossimo anno...
Ieri il cantiniere della cantina qui di fianco mi ha detto che per lui è odore di feccia, ho provato a mettere nel bicchiere un pizzico di bordolese e il profumo è migliorato all'istante, chiaramente non ho bevuto,
Un appassionato mi ha detto che potrebbe essere carenza di acido tartarico...
Ci sono diverse teorie...e io non so onestamente cosa pensare.
Proverò a portarlo anche da un altro enologo...non so cosa fare per evitare il problema il prossimo anno...
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mesodcaburei- Moderatori
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Re: VITE
Io fossi in te sentirei il parere di un'altro enologo magari parlandogli anche di quello che ti ha detto Claudio, che credo che abbia colto nel segno anche se non è facile via internet.
Chiaro che un parere di un enologo della tua zona che magari gli è già successo e lo ha risolto sarebbe il massimo!
Chiaro che un parere di un enologo della tua zona che magari gli è già successo e lo ha risolto sarebbe il massimo!
frabonovox- utente registrato
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Re: VITE
foto del secondo taglio d'erba, devo ancora passare il decespugliatore nell'interfila.
Tagliato con la falciatrice + trincia berta, ha fatto un bel lavoro.
Le viti sono andate in fiore ad inizio giugno, sfiorite ad inizio della scorsa settimana. Adesso speriamo di arrivare senza danni alla fine
Tagliato con la falciatrice + trincia berta, ha fatto un bel lavoro.
Le viti sono andate in fiore ad inizio giugno, sfiorite ad inizio della scorsa settimana. Adesso speriamo di arrivare senza danni alla fine
ferrari-tractor- Moderatori
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Re: VITE
bel vigneto complimenti.
spero che i miei nuovi impianti vengan su come questo tra qualche anno.
A proposito non hai dato la poltiglia bordolese?
spero che i miei nuovi impianti vengan su come questo tra qualche anno.
A proposito non hai dato la poltiglia bordolese?
emilio79- utente registrato
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Re: VITE
Che precisione,
complimenti.
complimenti.
frabonovox- utente registrato
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Località : Garfagnana
Re: VITE
anche quest'anno come precedentemente scritto la vite avanza abbastanza bene, nonostante il caldo della sardegna. lo stress idrico al momento è abbastanza contenuto e ovviamente si stanno facendo irrigazioni. al momento non sembrano esserci carenze di elementi nutritivi.
questa la situazione:
la produzione non so se rende molto dalla foto, ma comunque è abbondante, credo e ritengo che sia al limite..
purtroppo ho fatto una porcheria a giugno: ho trattato per la peronospora, oidio, flavescenza, e credevo compresa nella lotta alla flavescenza anche quella delle cocciniglie. purtroppo l'insetticida non è stato troppo efficace nei confronti della cocciniglia, dunque alcuni ceppi presentano melate sul ceppo e anche sui grappoli. ieri un pò anche abbastanza scocciato per questa mia mancanza ho fatto un trattamento per cercare di recuperare la situazione o almeno per bloccare l'attacco ai soli ceppi colpiti. clorpirifos, deltametrina, per cocciniglie e scaphoideus titanus, pyrimethanil contro la botrite (unico trattamento) unito ad un prodotto acidicifante e sgrassante per le foglie con melata. speriamo bene, vi aggiornerò.
questa la situazione:
la produzione non so se rende molto dalla foto, ma comunque è abbondante, credo e ritengo che sia al limite..
purtroppo ho fatto una porcheria a giugno: ho trattato per la peronospora, oidio, flavescenza, e credevo compresa nella lotta alla flavescenza anche quella delle cocciniglie. purtroppo l'insetticida non è stato troppo efficace nei confronti della cocciniglia, dunque alcuni ceppi presentano melate sul ceppo e anche sui grappoli. ieri un pò anche abbastanza scocciato per questa mia mancanza ho fatto un trattamento per cercare di recuperare la situazione o almeno per bloccare l'attacco ai soli ceppi colpiti. clorpirifos, deltametrina, per cocciniglie e scaphoideus titanus, pyrimethanil contro la botrite (unico trattamento) unito ad un prodotto acidicifante e sgrassante per le foglie con melata. speriamo bene, vi aggiornerò.
Anto86- UTENTE BANNATO
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Re: VITE
Qui da me l'annata non è buona. È uscita una cosa strana che pensavo essere dovuta alla grandine... molti acini sono seccato specie in punta e dove più esposti al sole. Strano mai visto una roba simile
ferrari-tractor- Moderatori
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Re: VITE
ci faresti una foto? son curioso..quando puoi...
Anto86- UTENTE BANNATO
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Re: VITE
Qui la situazione di stress comincia ad evidenziarsi, ma io non posso irrigare, peronospora contenuta, bonarda inferiore all'anno prossimo come produzione, barbera uguale circa, ho paura che si faccia vedere l'oidio, se piovesse un po saremmo al top...comincia timidamemte a invaiare giá ora, ma se non piove si blocca tutto.
Marco metti le foto, anche se dalla descrizione potrebbe essere un attacco tardivo di larvata, ma aspettiamo le foto.
Marco metti le foto, anche se dalla descrizione potrebbe essere un attacco tardivo di larvata, ma aspettiamo le foto.
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mesodcaburei- Moderatori
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Re: VITE
Anche io ho la stessa cosa, il vicino di vigna che è un agronomo sostiene sia il sole che ci attanaglia da quasi un mese ormai..
Re: VITE
Potrebbe essere la carie bianca ( malattia della grandine), colpisce i grappoli dopo una grandinata penetrando dalle ferite. Se colpisce il rachide fa seccare intere parti di grappolo spesso la punta, si riconosce dalla colorazione grigio-bianca che hanno gli acini dissecati. Su varietà molto sensibili fa quasi più danni della grandineferrari-tractor ha scritto: È uscita una cosa strana che pensavo essere dovuta alla grandine... molti acini sono seccato specie in punta e dove più esposti al sole.
fil73- utente registrato
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Re: VITE
Ecco qualche foto... si va da grappoli quasi completamente secchi a qualche acino per grappolo (pochi grappoli sono completamente sani)
La cosa strana è che potrebbe essere grandine nel mio caso, ma ci sono acini secchi o tagliati anche in posizione coperta dentro ai grappoli o in parti ben riparate da foglie. Addirittura un vicino che ha le reti antigrandine ha lo stesso problema. Forse è stato il vento, abbiamo avuto una notte un vento fortissimo che ha scoperchiato case e capannoni...
Sabato pomeriggio siamo andati a fare un po' di pulitura del secco... 4 ore per filare in due, eravamo in 4 ed abbiamo fatto 2 filari su 5...
La cosa strana è che potrebbe essere grandine nel mio caso, ma ci sono acini secchi o tagliati anche in posizione coperta dentro ai grappoli o in parti ben riparate da foglie. Addirittura un vicino che ha le reti antigrandine ha lo stesso problema. Forse è stato il vento, abbiamo avuto una notte un vento fortissimo che ha scoperchiato case e capannoni...
Sabato pomeriggio siamo andati a fare un po' di pulitura del secco... 4 ore per filare in due, eravamo in 4 ed abbiamo fatto 2 filari su 5...
ferrari-tractor- Moderatori
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Re: VITE
A vederla in foto sembra proprio peronospera larvata, sia per il colore che per il modo di disseccarsi degli acini.
fil73- utente registrato
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Località : friuli
Re: VITE
penso sia la cosa più probabile...
Purtroppo in fioritura/allegagione era caldo e piovoso, e i trattamenti che ho fatto non sono bastati (anche quelli dei vicini...)
Se non altro, non dovrebbe più progredire, basta togliere il brutto
Purtroppo in fioritura/allegagione era caldo e piovoso, e i trattamenti che ho fatto non sono bastati (anche quelli dei vicini...)
Se non altro, non dovrebbe più progredire, basta togliere il brutto
ferrari-tractor- Moderatori
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Re: VITE
io quest'anno per sicurezza ho trattato due volte per la peronospora con un prodotto a base di rame ma sistemico più altri trattamenti normali. non era comunque una brutta primavera.
Anto86- UTENTE BANNATO
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Re: VITE
I danni ascrivibili alla grandine sono facilmente riconoscibili sia per l'evidente lacerazione causata dall'impatto (su acino o su rachide, quest' ultima decisamente più dannosa) sia per la colorazione assunta dall'acino stesso molto più tenue rispetto a danni causati da patogeni fungigni, se la lacerazione non è importante spesso l'acino si cicatrizza; nella prima foto che hai postato si intravedono 3/4 acini visibilmente lesionati. Ora, i patogeni che possono provocare un simile danno sono la peronospora ed il black rot (G. bidwellii); molto spesso si sono confusi i danni di quest'ultimo con peronospora larvata. Dalle foto è praticamente impossibile stabilire a quale fungo è imputabile la sintomatologia, un elemento molto importante è cogliere le fasi di sviluppo del sintomo. L’osservazione di grappoli
ormai mummificati o avvizziti, ma privi di fruttificazioni del fungo, senza conoscere la progressione del sintomo nel tempo può rendere davvero difficile la diagnosi. Elenco i principali tratti distintivi sull'eziologia dei due funghi. In entrambi i casi è essenziale il ruolo della pioggia nel determinare l'infezione ma con evoluzioni decisamente diverse. Per la peronospora la comparsa dei sintomi è strettamente collegata all'azione infettante (da 3/4 sino a 6/7 giorni dipende dalla temperatura e dall'umidità), per il marciume nero invece necessitano almeno 10/12 giorni sino a 4/6 settimane se l'infezione è avvenuta in un momento in cui l'acino era già ben sviluppato. Non è infrequente la comparsa di improvvisi sintomi simili a peronospora larvata verso fine luglio, dovuti in realtà alla lunga incubazione di tardive infezioni da G. bidwellii. In un attacco peronosporico si può individuare presenza di sporangiofori, la classica muffetta biancastra, questo solo su acini molto giovani o alla base del pedicello; nel black rot si ha la presenza di picnidi già 24-48 ore dopo la prima manifestazione di sintomi. La loro abbondantissima presenza sull’acino colpito è di evidentissimo valore diagnostico. La formazione di picnidi però, potrebbe essere completamente inibita dalle alte temperature.
Nella peronospora l’infezione spesso parte dal pedicello dove ancora ci sono stomi attivi, da cui le zoospore possono penetrare; nel black rot l’infezione inizia in un qualunque punto dell’acino dato che la penetrazione del patogeno è attiva e non ha bisogno di soluzioni di continuità. Per la peronospora larvata il periodo di comparsa è fra fine giugno e metà luglio per il black rot il periodo di comparsa fra 10 giorni dopo la piena fioritura (momento di massima suscettibilità) e la fine di luglio. I sintomi compaiono all'improvviso e contemporaneamente su tutto il vigneto e spesso su tutto il grappolo.
La manifestazione, apparentemente anomala viste le scarse precipitazioni e l'elevata temperatura di quest'anno, è stata favorita dall’accrescimento molto veloce degli acini; turni di trattamenti troppo lunghi, sottodosaggi dei principi attivi e soprattutto l'utilizzo di molecole meno efficaci nella protezione del grappolo ne sono una concausa. Con ogni probabilità le ferite provocate dalla grandine hanno favorito la penetrazione dei funghi.
Consiglio personale, so che fa male vedere i grappoli in quello stato, ma aspetta la piena invaiatura per passare a selezionare; molto spesso e in buona percentuale i racimoli dissecati cascano da soli (quindi lavoro in meno) ma soprattutto il punto di distacco risulta perfettamente cicatrizzato a differenza di un intervento manuale.
Acini fessurati, nonostante la protezione della rete, non sono imputabili a peronospora o black rot ma tutt' al più ad oidio.... oppure il chicco di grandine ha trovato una falla nella rete.
ormai mummificati o avvizziti, ma privi di fruttificazioni del fungo, senza conoscere la progressione del sintomo nel tempo può rendere davvero difficile la diagnosi. Elenco i principali tratti distintivi sull'eziologia dei due funghi. In entrambi i casi è essenziale il ruolo della pioggia nel determinare l'infezione ma con evoluzioni decisamente diverse. Per la peronospora la comparsa dei sintomi è strettamente collegata all'azione infettante (da 3/4 sino a 6/7 giorni dipende dalla temperatura e dall'umidità), per il marciume nero invece necessitano almeno 10/12 giorni sino a 4/6 settimane se l'infezione è avvenuta in un momento in cui l'acino era già ben sviluppato. Non è infrequente la comparsa di improvvisi sintomi simili a peronospora larvata verso fine luglio, dovuti in realtà alla lunga incubazione di tardive infezioni da G. bidwellii. In un attacco peronosporico si può individuare presenza di sporangiofori, la classica muffetta biancastra, questo solo su acini molto giovani o alla base del pedicello; nel black rot si ha la presenza di picnidi già 24-48 ore dopo la prima manifestazione di sintomi. La loro abbondantissima presenza sull’acino colpito è di evidentissimo valore diagnostico. La formazione di picnidi però, potrebbe essere completamente inibita dalle alte temperature.
Nella peronospora l’infezione spesso parte dal pedicello dove ancora ci sono stomi attivi, da cui le zoospore possono penetrare; nel black rot l’infezione inizia in un qualunque punto dell’acino dato che la penetrazione del patogeno è attiva e non ha bisogno di soluzioni di continuità. Per la peronospora larvata il periodo di comparsa è fra fine giugno e metà luglio per il black rot il periodo di comparsa fra 10 giorni dopo la piena fioritura (momento di massima suscettibilità) e la fine di luglio. I sintomi compaiono all'improvviso e contemporaneamente su tutto il vigneto e spesso su tutto il grappolo.
La manifestazione, apparentemente anomala viste le scarse precipitazioni e l'elevata temperatura di quest'anno, è stata favorita dall’accrescimento molto veloce degli acini; turni di trattamenti troppo lunghi, sottodosaggi dei principi attivi e soprattutto l'utilizzo di molecole meno efficaci nella protezione del grappolo ne sono una concausa. Con ogni probabilità le ferite provocate dalla grandine hanno favorito la penetrazione dei funghi.
Consiglio personale, so che fa male vedere i grappoli in quello stato, ma aspetta la piena invaiatura per passare a selezionare; molto spesso e in buona percentuale i racimoli dissecati cascano da soli (quindi lavoro in meno) ma soprattutto il punto di distacco risulta perfettamente cicatrizzato a differenza di un intervento manuale.
Acini fessurati, nonostante la protezione della rete, non sono imputabili a peronospora o black rot ma tutt' al più ad oidio.... oppure il chicco di grandine ha trovato una falla nella rete.
Claudio70- utente registrato
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Re: VITE
Complimenti Claudio, spiegazione dettagliata.
Anch'io ho qualche acino in quelle condizioni e imputo la cosa alla peronospora larvata, poi non so magari lo confondo col black rot, la cosa che non riesco bene a spiegarmi è l'attacco in mancanza di precipitazioni, era un mesetto che non pioveva, potrebbe essere come dici tu dovuto all'incubazione prolungata del balck rot.
Anch'io ho qualche acino in quelle condizioni e imputo la cosa alla peronospora larvata, poi non so magari lo confondo col black rot, la cosa che non riesco bene a spiegarmi è l'attacco in mancanza di precipitazioni, era un mesetto che non pioveva, potrebbe essere come dici tu dovuto all'incubazione prolungata del balck rot.
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mesodcaburei- Moderatori
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Re: VITE
Claudio70 grazie della spiegazione.
ferrari-tractor- Moderatori
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Re: VITE
concordo con Claudio70 che da una foto è difficile capire di quale malattia si tratta, ma i tratti sono talmente tipici della peronospora larvata che io ho pochi dubbi
nella prima foto di ferrari-tractor gli acini che stanno cambiando colore li ho interpretati come colpiti da peronospora per il loro colore "violaceo", fosse stata grandine dovrebbero essere più marrone-rossiccio ( dal vivo vedendo il vigneto pero avrei la certezza)
alcune foto di un vigneto di un vicino che non ha trattato e che è stato devastato dalla peronospora, con dei sintomi perfettamente sovrapponibili a quelli di ferrari-tractor
nel caso di black rot la colorazione degli acini all'inizio dell'infezione sarebbero stati "caffelatte"
nella prima foto di ferrari-tractor gli acini che stanno cambiando colore li ho interpretati come colpiti da peronospora per il loro colore "violaceo", fosse stata grandine dovrebbero essere più marrone-rossiccio ( dal vivo vedendo il vigneto pero avrei la certezza)
alcune foto di un vigneto di un vicino che non ha trattato e che è stato devastato dalla peronospora, con dei sintomi perfettamente sovrapponibili a quelli di ferrari-tractor
nel caso di black rot la colorazione degli acini all'inizio dell'infezione sarebbero stati "caffelatte"
fil73- utente registrato
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