COLTELLI

I miei Opinel, due n.12 con manico in olivo, realizzati da me...

...ed i n. 12 insieme ai n. 13, un prima serie con manico in ciliegio ed un attuale produzione in faggio...

Non possono essere due n. 12 e due n. 13, dalla foto c'è troppa differenza tra le due coppie. Per curiosità sono andato a guardare nella mia serie, non ho potuto fare confronti obiettivi perché mi manca il 13, ma lo scarto è di sicuro molto minore.
Dan

Sono due n.12 e due n.13. (se vuoi posto le incisioni dei collarini di tutti e quattro dove ci sono le incisioni dei nomi).
Il n. 13, chiamato anche Le Giant é il solo modello Opinel a non aver una corrispondenza tra nome e cm di lama, infatti a dispetto del suo nome ha lama di 25 cm e lunghezza da aperto di 51 cm. Di fatto é un machete chiudibile.
Il prima serie si riconosce dalla grafica in quanto nel logo ha "la mano guantata di nero" mentre dalla seconda in poi la mano era solo borgata di nero o assente.

Ecco spiegato perché non ho il 13. Non sapevo questa curiosità, grazie.
Dan

Roberto1962 ha scritto:






Oggi passato dall'amico Luigi per fargli affilare alcuni coltelli che utilizziamo in cucina, parlando del più e del meno gli ho chiesto se aveva in anteprima qualche nuovo attrezzo e lui mi ha presentato questo nuovo articolo non presente sui loro dépliant ma da poco in commercializzazione, inevitabilmente è venuto via con me .
Lama da cm 20
Lama e manico cm 31
Altezza lama cm 4,5.
Roberto.

Ciao Roberto! Ciao  a tutti......
Bellissimo il coltello Rinaldi....ma ho il sospetto che Luigi abbia tratto ispirazione da un coltello che tu hai provato a fare da una vecchia roncola spezzata......
Tempo fa feci la solita cosa utilizzando una vecchia G.Santo, venne fuori una sorta di "coltellaccio" sgraziato, ora ho provato a rimetterci mano, provando ad ispirarmi a questo niovo prodotto Rinaldi...
Devo ancora finirlo, specie la lucidatura....però intanto si vede il prodotto finale, che ve ne pare?

Ciao damiano78, sicuramente il tuo coltello è più bello del mio, in primis perché la modifica l'hai effettuata tu e per questo tanto di cappello e poi  vuoi vedere il valore aggiunto del pezzo essendo il tuo scaturito da un oggetto che ha una sua storia.
Bravo ciao
Roberto

Mi inserisco anche io.
Questi coltelli non sono altro che da lavoro e carichi di ricordi per me. Il primo mi è stato regalato da mio nonno; l'altro l'ho comprato all'età di 4 anni, il mio primo coltello; la pinza non c'entra molto in realtà; il victorinox mi è stato regalato da mio zio, quello grigio è un rimpiazzo perché purtroppo il precedente l'ho perduto in campagna; l'ultimo l'ho comprato per la lunghezza della lama. Entrambi gli ultimo due costano meno di 10 euro ma ne valgono molti di più.


Questo di seguito lo posto solo per il manico che secondo me è davvero bello, realizzato in quercia, al tornio che ho personalmente realizzato e poi trattato con olio d'oliva. Purtroppo il vecchio manico in plastica si era rotto.


P.s. per vedere le immagini intere apritele. Saluti

Alcuni coltelli forgiati da una balestra

Belli ma la tempra non sembra regolare, almeno dalle foto.

Boh li ho messi nel forno a 200° e sono usciti così, forse è solo l'ossidazione. L'acciaio sembra sufficientemente duro

Non sono un esperto di queste cose (e forse il topic non è nemmeno quello giusto) ma so che la tempra si fa su fiamma fino al rosso ciliegia, si raffredda immediatamente con uno shock termico e poi si fa rinvenire in forno a 200ºC per allentare le tensioni interne e renderlo meno fragile. Metterlo solo in forno non credo che serva a qualcosa ma i colori dell'ultima foto dicono che qualcosa non va, i più esperti forniranno lumi.
Comunque ottimo lavoro e complimenti alla dedizione, al tempo speso e alla passione che ci hai messo.

Ovvio che li ho temprati nell'olio prima e poi rinvenuti nel forno. Leggendo su internet mi sembra di capire che i residui dell'olio possono causare tutti i tipi di colori sull'acciaio, probabilmente si tratta di questo. Le lame si sono affilate bene e tengono il filo decentemente quindi mi ritengo soddisfatto per adesso

Poi alla fine bisogna essere soddisfatti del proprio lavoro e questo è indiscutibile.
Per me il problema è che al momento della tempra il metallo era a diversa temperatura sulla lama, non era uniforme forse perché hai utilizzato un cannello e non una forgia o forse il metallo a causa dell'ossido ha avuto temperatura diversa lungo la lama, forse il metallo era poco omogeneo? Chi può saperlo, sono ipotesi e non è nemmeno il mio campo ma mi piacerebbe sapere a cosa è dovuto da chi è più esperto

Galero,non mi spiego cosa tu intenda con:"forse il metallo era poco omogeneo?";il valutare la tempra da una foto di lame dopo il rinvenimento è cosa veramente difficile,a meno che uno non abbia decenni di esperienza nella suddetta lavorazione.(e anche così,non è certo cosa facile)Come giustamente dice Fokke,la tempra (in olio in particolar modo)lascia residui che derivano dalla combustione dello stesso a contatto con la lama rovente,che naturalmente non spariscono durante il rinvenimento.Mi sembra anche che ci siano poche tracce di "dercarburazione".L'ossido non riesce ad influire sulla temperatura,al più si forma dopo l'immersione nel liquido usato per la stessa.I test(empirici)del risultato della tempra si fanno con la lima per verificare la durezza raggiunta,non ci si basa sul colore del metallo,come si vede dalla foto dei coltelli finiti,non ci sono tracce dei colori che erano presenti dopo il rinvenimento.A me pare che sia stata seguita la procedura corretta(anche se non è dettagliatamente descritto)sono certo che prima della forgiatura sia stata fatta la ricottura della balestra,sia stata poi forgiata,temprata e poi rinvenuta.Mi pare che non sia il primo lavoro di questo tipo che Fokke ha fatto,sicuramente non è stato a guardare le tabelle relative all'acciaio che ha utilizzato(di cui credo non conosca la composizione nel dettaglio),ma si è basato sulla sua esperienza utilizzando "il colore"dell'acciaio "riscaldato" per stabilire quando fosse pronto per la forgiatura e poi per la tempra.Un tempo si faceva così,anche oggi ci sono persone(anche Mastri forgiatori) che fanno così,anzi,di solito forgiano in penombra perchè la luce non alteri la percezione del colore del metallo.Come giustamente dicevi,non è il tuo campo,probabilmente non sai che si effettuano anche delle tempre "differenziate",tramite le quali si ottengono durezze diverse al filo ed al dorso della lama,il tutto giocando su variazioni termiche del metallo stesso.La lavorazione del metallo non è una cosa che si impara guardando i tutorial di Youtube,richiede esperienza,che ci si procura sudando alla forgia e col martello in mano,servono cognizioni di base,ma serve l'esperienza sul campo,soprattutto quando mancano strumentazioni ipertecnologiche.
@Fokke:mi sembrano dei bei coltellacci,sono certo che faranno il loro dovere,con che legno li hai manicati?

Grazie della spiegazione huginn

gran belle lame, Fokke!

@huginn I legni sono faggio e robinia, i rivetti rame o ottone. Non hanno nessun dovere particolare, intendo venderli per fare qualche soldo. Non sono coltelli finissimi da caccia che si possono vendere per centinaia di euro ma sono ottimi coltellacci
Neanche io sono un esperto fabbro ma estraggo le informazioni da internet. Prima ho tagliato la balestra in pezzi adeguati con la smerigliatrice e li ho ricotti per rimuovere la tempra precedente. Dopo la sagomatura grezza alla forgia e con la smerigliatrice ho scaldato le lame fino al colore rosso e le ho lasciate raffreddare per tre volte all'aria. Per estimare la temperatura per la tempra ho usato un magnete, quando il ferro perde il magnetismo lo riscaldo ancora un po' fino a un colore rosso opaco e immergo nell'olio. Le lame allora sono coperte da chiazze bianche/grigie e sono completamente dure e la lima non riesce a tagliarle. Poi ho fatto un rinvenimento preliminare fino al colore giallo sopra la fiamma e la sera a casa li ho messi nel forno per due ore, è la prima volta che uso il forno. Al "tatto" (con la lima e la cote) sembrano decenti. Infine ho usato la smerigliatrice per sagomare ancora un po' le lame (evito sempre di temprare l'acciaio se è troppo sottile) e per pulirle
Le balestre dovrebbero essere di qualche acciaio al carbonio ma non ho modo di sapere quale esattamente, è comunque un ottimo acciaio

Le lame sono molto belle,forgiate con maestria.

Da vero maestro la spiegazione di huginn.

Grazie Fokke.
Come dicevo,son certo che troveranno una destinazione d'uso a loro appropriata.I coltelli(secondo il mio punto di vista)devono assolvere in primis alla loro funzione,non è necessario che siano "finissimi",è più che sufficiente che siano funzionali.L'estetica ha la sua importanza,in questo caso non vedo limitazioni anche da quel punto di vista,sembrano equilibrati nelle proporzioni,i due alla dx della foto richiamano moltissimo i Bowie,coltelli che hanno fatto la storia del "West",lame che venivano usate per tutto e che sono tutt'oggi imitate e tenute in considerazione.L'acciao delle balestre è da sempre una fonte di barre per forgiare lame,impossibile sapere composizione e nome commerciale,ma certezza che si tratti di un acciaio ad alto tenore di carbonio da cui si ricavano con opportune lavorazioni lame che non deludono.(oltretutto di solito a costi limitatissimi,se non assenti..)Anche con procedure "empiriche" e senza seguire prassi specifiche,se non quelle classiche in uso da quando l'uomo forgia il metallo.Poi,se si ricerca la "bellezza"e la "finezza",si può sempre trovare,ma un coltello ricercato e raffinato con una lama che non val nulla può solo stare in una vetrina a far mostra di sè,senza altra utilità. Ottimo lavoro!
Grazie Belcanto,ma purtroppo non sono maestro per nulla...

Infatti per i due a destra volevo fare proprio dei Bowie. I due coltelli a sinistra sono di un tipo comune nei Balcani che mi è sempre piaciuto, e quelli in centro sono di un tipo moderno da campeggio. Quando avrò tempo di fare un altro po' di coltelli vorrei farne un paio come quei pugnali usati nelle trincee della prima guerra mondiale, e qualche finlandese
Questo è il mio coltello preferito sia esteticamente che per quanto riguarda la qualità della lama, lo ho comprato per 15 euro a un mercatino ma secondo me vale molto di piu. E di qualche acciaio inox indistruttibile e molto duro, molto difficile da affilare, manico in corno

Ecco una spada corta austroungarica di fine 19° secolo, da artiglieria o da pionieri non saprei, l'ho comprata completamente arrugginita e senza manico e dato il basso valore non mi sono fatto scrupoli a fare un piccolo restauro. Lunghezza totale 62cm
Interessante che lo sguscio è presente solo dalla parte destra ed è bello largo, mentre il lato sinistro è completamente piatto

Ciao Fokke,il coltello è molto particolare,il manico mi fa pensare all'osso e non al corno(per l'uniformità di colore),anche le punzonature sulla lama che riprendono il disegno dei pin colorati sul manico sono particolari.Interessante,oltre al fatto che la spesa è stata veramente minima per quel che vale!Il lavoro di restauro sulla spada è ben fatto,direi che tu abbia rispettato le forme originarie(la foto della spada con fodero),che legno hai usato per la manicatura?Altra domanda,sul lato con lo sguscio(particolare anch'esso)vedo una sorta di brunitura che non riesco a capire se sia l'originale o se l'abbia creata tu dopo l'asportazione della ruggine?La guardia/elsa era presente o l'hai riprodotta tu,o hai fatto solo quella sorta di Habaki (il pezzo che raccorda lama ed elsa).In ogni caso,mi sembra un bel lavoro,rispettoso dell'originalità,ma che la rende perfettamente fruibile.Un bel pezzo che avrei volentieri preso anch'io ,se mi fosse capitata l'occasione.Hai un'ottima manualità e,direi,anche l'"occhio fino",nel senso che sei attento ai particolari,fondamentali quando si fanno i"restauri conservativi".
Avevo visto in altri tuoi post anche dei lavori fatti su scuri "barbute"(che mi sembra siano(o forse fossero) molto in uso dalle tue parti,che mi avevano già colpito.A questo proposito,dalle tue parti,sono di facile reperimento e con costi accessibili?
Grazie e complimenti per la capacità e l'impegno.

P.S. non riesco a capire se ci son delle scritte tra i punzoni e che cosa ci sia scritto..

Ciao, sulla lama è punzonato quello che penso sia il nome del fabbro in cirillico e il luogo di provenienza in cirillico (HR.METEV [G]ABROVO) che non è un nome serbo ma potrebbe essere bulgaro

La brunitura sulla spada non è propriamente una brunitura, è quello che succede quando copri la ruggine con l'olio, diventa nera e forma questa patina che la protegge da ulteriore ruggine. Non ho fatto nessun lavoro lì. Il manico è in robinia e la guardia l'ho fatta io in due pezzi di ferro ispirandomi all'originale che era assente quando l'ho comprata. La lama era messa parecchio male, quasi fosse stata sottoterra o in qualche cantina ad arrugginire per decine di anni
Le scuri barbute sono tipiche della mia regione, è la scure che tutti quanti hanno in casa per spaccare la legna e fare qualsiasi lavoro. Insomma sono comunissime ma non è sempre facile trovare una scure di qualità, molte volte ho trovato scuri che non sembrano neanche temprate. Puoi trovarle nuove in qualsiasi ferramenta per 20-30 euro, ci sono fabbriche in Slovenia che producono scuri di qualità e molti artigiani in Serbia che le forgiano a mano ma queste ultime troppo spesso sembrano fatte di semplice ferro e non tengono per niente il filo, insomma dei souvenir. Personalmente trovo le scuri Italiane le migliori per quanto riguarda la forma (forma dell'occhio, profilo del tagliente etc) e la funzionalità

Grazie Fokke.
La faccenda delle scuri mi ha lasciato un pò sconcertato,pensavo che gli artigiani facessero un buon lavoro,invece è il contrario..meglio industriale che artigianale..pazzesco!
Comunque,bel lavoro sulla spada,l'elsa è molto simile a quella della foto.Come detto,hai l'occhio attento ai particolari!

Salve cerco un coltello per innesti, sapreste dirmi quali marche sono valide.
Tanti anni fa mio nonno ne aveva uno due buoi.