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UN PO' DI STORIA....
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gian66
Il Celtico
ferrari-tractor
maxb.
luca31
Dan56k
mario_vanni
frozik
maxi
aleneri
deturpator
peppone
16 partecipanti
Pagina 1 di 1
UN PO' DI STORIA....
dopo che nel gennaio del 1926 Ferguson aveva presentato il primo brevetto di sega a catena movimentata da un motore elettrico e dopo che, con qualche mese di ritardo, era apparsa sul mercato la prima elettrosega a catena marchiata però Stihl (la vertenza fra Ernest Ferguson ed Andreas Stihl si protrasse a lungo nei tribunali fino a quando fu raggiunto un accordo) la ricerca meccanica in campo di lavoro boschivo non si arrestò.
l'esigenza di superare i limiti del taglio degli alberi con la scure o con le nuove elettroseghe appena uscite sul mercato (non adatte al lavoro nel bosco per evidenti motivi), e naturalmente la necessità di aumentare la produttività, diminuire i costi e velocizzare le operazioni, indussero un genio (parere personale) agli inizi degli anni 20, a creare il primo modello di sega a catena azionata da un motore a scoppio: la DOLMAR “Type A”!
Il genio in questone fu EMIL LERP che nel 1927 sul monte Dolmar in Thuringia testò il primo prototipo di motosega, e fu proprio la DOLMAR la prima casa produttrice di motoseghe, la quale prese il nome dal monte in questione! naturalmente la type A doveva essere usata da 2 operatori, sia per la forma che per il peso non indifferente 58 kg!!!
Nella seconda metà degli anni '40 e per la precisione nel 1947/48/49 alcuni marchi americani (Disston, Craftsman e Titan soprattutto) ed europei (Be-Bo e Comet) realizzarono le prime motoesghe monoperatore segnando un ulteriore passo avanti per il trattamento del legno e per il lavoro boschivo.
sempre sul finire degli anni '40 e poi nel corso del primo lustro dei '50 varie aziende (fra le quali la Comet) sperimentarono motoseghe con vari tipi di alimentazione: kerosene, gasolio, gas propano.
nel 1950 la famosissima STIHL BL sfondò il mercato imponendo il marchio tedesco a livelli mondiali.
Ma la rivoluzione definitiva arrivò nel 1959 con il modello CONTRA che cambiò drasticamente l'economia del lavoro forestale in tutto il mondo. Da quel momento la motosega sostituì quasi completamente l'uso degli altri strumenti di taglio forestale.
da li in poi, ci fu una corsa per la concorrenza tra le grandi case produttrici, Sthil, Husqvarna, Dolmar, Remington, Mcculloch, Pioneer, Partner, Jonsered ecc..
Fu tuttavia l'Husqvarna ad avere creato il prototipo delle motoseghe moderne, così come le conosciamo oggi. Prima di allora, le motoseghe venivano utilizzate solo per l'abbattimento e la troncatura, mentre la sramatura veniva ancora effettuata con una accetta.
Nel 1959 l'Husqvarna cominciò a produrre motoseghe e lanciò la 90, una motosega con livelli acustici inferiori rispetto alle altre presenti sul mercato.
modello 90
Con l'introduzione poi del modello 70 all'inizio degli anni '60, Husqvarna rivoluzionò il settore forestale. La 70 era così leggera e versatile da poter essere utilizzata anche per la sramatura.
continua....
l'esigenza di superare i limiti del taglio degli alberi con la scure o con le nuove elettroseghe appena uscite sul mercato (non adatte al lavoro nel bosco per evidenti motivi), e naturalmente la necessità di aumentare la produttività, diminuire i costi e velocizzare le operazioni, indussero un genio (parere personale) agli inizi degli anni 20, a creare il primo modello di sega a catena azionata da un motore a scoppio: la DOLMAR “Type A”!
Il genio in questone fu EMIL LERP che nel 1927 sul monte Dolmar in Thuringia testò il primo prototipo di motosega, e fu proprio la DOLMAR la prima casa produttrice di motoseghe, la quale prese il nome dal monte in questione! naturalmente la type A doveva essere usata da 2 operatori, sia per la forma che per il peso non indifferente 58 kg!!!
Nella seconda metà degli anni '40 e per la precisione nel 1947/48/49 alcuni marchi americani (Disston, Craftsman e Titan soprattutto) ed europei (Be-Bo e Comet) realizzarono le prime motoesghe monoperatore segnando un ulteriore passo avanti per il trattamento del legno e per il lavoro boschivo.
sempre sul finire degli anni '40 e poi nel corso del primo lustro dei '50 varie aziende (fra le quali la Comet) sperimentarono motoseghe con vari tipi di alimentazione: kerosene, gasolio, gas propano.
nel 1950 la famosissima STIHL BL sfondò il mercato imponendo il marchio tedesco a livelli mondiali.
Ma la rivoluzione definitiva arrivò nel 1959 con il modello CONTRA che cambiò drasticamente l'economia del lavoro forestale in tutto il mondo. Da quel momento la motosega sostituì quasi completamente l'uso degli altri strumenti di taglio forestale.
da li in poi, ci fu una corsa per la concorrenza tra le grandi case produttrici, Sthil, Husqvarna, Dolmar, Remington, Mcculloch, Pioneer, Partner, Jonsered ecc..
Fu tuttavia l'Husqvarna ad avere creato il prototipo delle motoseghe moderne, così come le conosciamo oggi. Prima di allora, le motoseghe venivano utilizzate solo per l'abbattimento e la troncatura, mentre la sramatura veniva ancora effettuata con una accetta.
Nel 1959 l'Husqvarna cominciò a produrre motoseghe e lanciò la 90, una motosega con livelli acustici inferiori rispetto alle altre presenti sul mercato.
modello 90
Con l'introduzione poi del modello 70 all'inizio degli anni '60, Husqvarna rivoluzionò il settore forestale. La 70 era così leggera e versatile da poter essere utilizzata anche per la sramatura.
continua....
Ultima modifica di peppone il Gio Gen 23, 2014 4:30 pm - modificato 12 volte.
Storia
Bello, non avevo mai saputo niente sulla storia. Se hai dell'altro scrivi pure o qualche sito da consigliare.....
GAAAAAAAAAAAAASSSSSSSSSSSSSS!
GAAAAAAAAAAAAASSSSSSSSSSSSSS!
deturpator- UTENTE BANNATO
- Messaggi : 209
Data d'iscrizione : 10.10.08
Età : 53
Località : Verona
E la storia continua....in MOTO--SEGA
24 DOLMAR per me posson bastare ....... GUARDATE UN PO'....c'è anche il video... http://hackedgadgets.com/2008/09/12/dolmette-dolmar-24-chainsaw-engine-motorcycle/ non è una novità ma lo citerei per la continuazione.....magari salterà fuori fra non molto quella a idrogeno
aleneri- utente registrato
- Messaggi : 1
Data d'iscrizione : 13.01.09
Re: UN PO' DI STORIA....
Ben arrivato, mostruosa la moto del video. Certo che ci sono dei personaggi che ne hanno della fantasia!!!!!!!!!1
Ciao
Ciao
deturpator- UTENTE BANNATO
- Messaggi : 209
Data d'iscrizione : 10.10.08
Età : 53
Località : Verona
Re: UN PO' DI STORIA....
e in italia?sapete chi è stato il pioniere delle mts?.......e la prima marca?
maxi- utente registrato
- Messaggi : 1564
Data d'iscrizione : 02.12.09
Località : umbria
Re: UN PO' DI STORIA....
io penso che il pioniere delle motoseghe in Italia sia stato Ezio Landoni
e lancio nel 1960 /1961 la sua prima linea di motoseghe
sono anche sicuro dell anno perche posseggo una tv super come quella del volantino ed e timbrata 1961
mi piacerebbe anche trovare una ulta che doveva essere la motosega da sramatura ma per il momento niente da fare
ciao a tutti
e lancio nel 1960 /1961 la sua prima linea di motoseghe
sono anche sicuro dell anno perche posseggo una tv super come quella del volantino ed e timbrata 1961
mi piacerebbe anche trovare una ulta che doveva essere la motosega da sramatura ma per il momento niente da fare
ciao a tutti
frozik- Moderatori
- Messaggi : 956
Data d'iscrizione : 08.10.08
informazioni sulla storia
ciao a tutti sono nuovo del forum e non so neanche bene come utilizzarlo, vorrei chiedere a beppone dove ha trovato queste informazioni. Mi riferisco alla vertenza tra Stihl e Ferguson, quali sono le fonti ? perché sto facendo una tesi sulle motoseghe ad accumulatore e uno dei miei capitoli è " cenni storici ed evoluzione della motosega" e ferguson è un nome che non è mai saltato fuori in tutta la mia ricerca tranne che nel tuo post. Grazie . Appena avrò finito la tesi se volete posso postare il mio capitolo. Comunque bellissimo questo forum!
mario_vanni- utente registrato
- Messaggi : 2
Data d'iscrizione : 29.06.17
Re: UN PO' DI STORIA....
Benvenuto nel Forum! Purtroppo Peppone non potrà risponderti, ti auguro ti poter trovare comunque ciò che ti serve per la tua tesi. Auguri anche per il completamento dei tuoi studi e buon proseguimento su queste pagine!
Dan
Dan
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http://freereader56.blogspot.it
Dan56k- Moderatori
- Messaggi : 2822
Data d'iscrizione : 15.12.11
Località : Perugia
Re: UN PO' DI STORIA....
Si, purtroppo peppone non è più fra noi, è mancato.
Sarebbe molto interessante e gradito se postassi il tuo capitolo.
Buona continuazione anche da parte mia
Sarebbe molto interessante e gradito se postassi il tuo capitolo.
Buona continuazione anche da parte mia
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"L'uomo non è un vaso da riempire, ma un fuoco da suscitare"
Plutarco
luca31- Moderatori
- Messaggi : 14477
Data d'iscrizione : 05.06.12
Età : 47
Località : parma
Re: UN PO' DI STORIA....
mario_vanni ha scritto:ciao a tutti sono nuovo del forum e non so neanche bene come utilizzarlo, vorrei chiedere a beppone dove ha trovato queste informazioni. Mi riferisco alla vertenza tra Stihl e Ferguson, quali sono le fonti ? perché sto facendo una tesi sulle motoseghe ad accumulatore e uno dei miei capitoli è " cenni storici ed evoluzione della motosega" e ferguson è un nome che non è mai saltato fuori in tutta la mia ricerca tranne che nel tuo post. Grazie . Appena avrò finito la tesi se volete posso postare il mio capitolo. Comunque bellissimo questo forum!
L'unica persona in italia che sa sicuramente tutto nei minimi dettagli è il dott. werner grashorn, se lo cerchi con google lo trovi. abita nel milanese. è stato il n.1 della stihl in italia per oltre 30 anni, conosce profondamente la storia della motosega. contattalo che sicuramente ti saprà aiutare.
maxb.- utente registrato
- Messaggi : 1725
Data d'iscrizione : 27.06.12
Località : provincia di Varese
i miei capitoli sull' evoluzione della motosega
come promesso vi posto i due capitoli della mia tesi relativi alla storia e all'evoluzione della motosega. Ho cercato di fare del mio meglio tramite ricerche su internet, trovare fonti che corrispondo tra di loro è stata veramente un'impresa perché tutti tendono a privilegiare la propria marca di motoseghe. comunque eccoli qua:
2.1 Cenni storici
Nel 1858 l’United States Patent Office, (letteralmente “Ufficio statunitense dei brevetti e dei marchi di fabbrica”) rilasciò il primo brevetto di una sega alternativa a Harvey Brown di New York, per una “endless sectional sawing mechanism” con inserita una catena dentata. Questa sega a nastro era dotata di una cerniera di “denti” che scorrevano dentro una guida a sua volta controllata da una puleggia esagonale. Pochi anni dopo, cinque anni per esattezza, lo stesso ufficio brevetti rilasciò a George Kammerl, anche lui di New York, un brevetto per una “improvements of endless saws” descritta come “un coltello dentato formato da una catena senza fine” che si muoveva in una singola direzione tramite una puleggia, questa volta triangolare. Al contrario del suo predecessore, l’impianto di Kammerl, non scorreva dentro una guida ma si basava direttamente sulla tensione della puleggia e questo arrangiamento fu considerato insicuro.
Apparentemente nessuna di queste idee era ancora germogliata, si trattava solo di progetti allo stato embrionale, ma il principio di base con l’attuale motosega è molto evidente.
Infatti, già alla fine dell’800, almeno una dozzina di brevetti erano stati rilasciati, sebbene nessuno di questi fosse stato considerato materiale rilevante e nemmeno era chiaro se si sarebbe trattato di seghe mobili o stazionarie; nessuna di queste seghe vide mai la luce ma rimasero soltanto bozze.
Finalmente nell’ estate del 1905 venne sperimentata e testata nella foresta Redwood in nord California la prima sega a motore a gasolio.
Un albero di tre metri di diametro venne abbattuto in soli quattro minuti e mezzo alla presenza di un gran numero di boscaioli, questo provocò grande clamore e fu considerato un ottimo risultato.
La motosega in questione presentava due cilindri e un buon sistema di raffreddamento ad acqua, tuttavia il problema principale rimaneva la dimensione e, soprattutto, il peso.
Sempre in quegli anni svariati inventori isolati, ingegneri e meccanici continuarono a cercare un modo per migliorare questa attrezzatura al fine di farla diventare accessibile e realmente utilizzabile, come ad esempio l’Ashland Iron Works, in Oregon, che nel 1905, costruì una motosega ad aria compressa, che però non riscosse successo.
Ancora nel 1906 fu utilizzata una sega a ponte da PotlatchLumber & Co, che suscitò l'ispirazione dell'inventore Charles Wolf. Questi, dopo aver perfezionato la sega a catena a ponte per la Union Iron Works, Spokane di Washington e aver impiegato quasi un intero decennio a studiare da ogni angolo i problemi delle seghe a motore, nel 1920 richiese il brevetto per la prima motosega portabile che lui chiamò “Wolf electric drive link saw“, funzionante grazie a un motore elettrico (composto da 3 pezzi, ognuno da 40 kg), spinto da un generatore mobile che doveva essere trasportato da un camion. La particolarità della lama era costituita dai denti che si presentavano allicciati e piegati alternativamente a destra ed a sinistra, inoltre la sega operava in entrambe le direzioni del taglio, un chiaro vantaggio rispetto ai prototipi precedenti, che permise di creare seghe più corte e maneggevoli in grado di mantenere la stessa resa. Il modello di Charles Wolf fu certamente un grande passo in avanti che, con qualche modifica, di lì a poco avrebbe permesso all’ industria degli anni ‘20 una vera e propria rivoluzione.
Nonostante tutto non molti taglialegna erano pronti ad affrontare queste innovazioni avendo alle spalle un mestiere antico tramandato di padre in figlio da generazioni. Il cambiamento di questa nuova tecnica era talmente sconvolgente per quei tempi, anche per il timore che molti operai avrebbero potuto perdere il lavoro. Infatti, nonostante le basi fossero ormai gettate per l'industria nell’utilizzazione forestale, il cambiamento radicale dovette ancora aspettare e ironicamente, Wolf si dedicò ad altre diverse attività, continuando comunque a vantare il monopolio nel settore.
Sempre in quegli anni, ispirati dal potenziale che avevano intuito nella motosega di Wolf e volendo entrare nel business che ruotava attorno alle motoseghe, altri pionieri presero piede in Europa (Emil Lerp agli inizi degli anni ‘20 creò la Dolmar “Type A”), specialmente in Germania dove l'ingegnere Andreas Stihl stava cercando un metodo per ridurre le dimensioni ingombranti delle motoseghe che non potevano percorrere agilmente i ponti e i frequenti stagni della foresta nera (Wardrop, 1976).
Nel 1925 Stihl riuscì a sviluppare una sega a motore (utilizzabile da due uomini) di circa 63 kg, che era tuttavia mobile. Continuò a costruire differenti modelli finché nel 1929 Stihl vide fiorire il proprio business nell’export grazie ad una maggiore richiesta, diventando una delle aziende più specializzate nella realizzazione di motoseghe in tutto il mondo. Nonostante tutto, in Germania come in America, molti taglialegna stentarono ad allontanarsi dal lavoro manuale. Difatti, nonostante gli incredibili progressi nel settore dell’utilizzazione, dalle tecniche per lo strascico del legno alla prevenzione degli incendi, ed anche nelle condizioni di vita, i boscaioli insistevano a lavorare con gli antichi metodi del taglio, mostrando poco interesse per le moderne seghe a motore.
Nel 1936 la Stihl company sviluppò una motosega da 20 kg, un peso eccellente per i tempi, e con un’ottima ingegneria che destò subito interesse nell’industria del legno. In quegli stessi anni la U.S. Forest Service lanciò un “laboratorio di sviluppo di attrezzatura”, che mirava a testare, ricostruire e modificare queste motoseghe per i grandi boschi. Dopo le dimostrazioni date da questo laboratorio un gran numero di taglialegna riconobbero i chiari vantaggi e sembrarono gradire quindi l’innovazione.
Ma ancora una volta proprio mentre pareva che un nuovo inizio potesse partire, Hitler marciò sulla Polonia e le forniture che Stihl avrebbe dovuto supportare al mercato americano vennero completamente tagliate fuori. Nel 1938-1939 le uniche motoseghe prodotte nel nord America erano le Timber-Wolf che infatti toccarono la loro massima produzione mentre gli unici altri produttori che sostenevano il mercato europeo erano Dolmar e Stihl.
In America durante gli anni della guerra, nel 1941 circa, vennero rilasciate altre motoseghe, la maggior parte spinte a gas, sul modello di Stihl, che ormai non poteva più beneficiare della protezione del brevetto. Infatti la motosega di Stihl era economica da realizzare, robusta e forte. Successivamente, con qualche lieve modifica, e dopo quasi un secolo di tentativi, l’affidabilità e il modesto peso (considerando anche il periodo della guerra) convinse la quasi totalità dei taglialegna ad accettare l’utilizzo di questo strumento.
Queste motoseghe però, nonostante riuscissero a mantenere una corretta linea del taglio, presentavano catene (in molti casi auto prodotte) molto diverse da quelle che conosciamo adesso, che non garantivano un taglio preciso e che spesso strappavano le fibre del legno creando conseguentemente grande spreco di legname.
In quegli anni Joe Cox, ingegnere meccanico autodidatta, lavorava nel settore dell’utilizzazione forestale in Oregon. Cox sosteneva che le motoseghe impiegavano poco meno tempo del lavoro che avrebbero potuto produrre degli operai con la forza delle braccia e che sicuramente il risultato era meno efficiente. Cox iniziò a pensare a qualcosa che avrebbe potuto migliorare la qualità del lavoro di quelle catene “graffianti” e in qualche modo riuscì a trovare risposta nella natura stessa.
Osservando, tramite un microscopio, delle larve di una particolare specie dell’ordine dei coleotteri (che essendo xilofaghe tagliavano e distruggevano enormi quantità di legno) si accorse che queste, invece di graffiare e scavare il legno frontalmente usavano tagliare il legno prima a destra poi a sinistra, da parte a parte. Cox disegnò una catena seguendo il principio delle larve dei coleotteri, e il risultato fu una catena davvero rivoluzionaria perché non solo tagliava più veloce e con migliori risultati, ma l’affilatura durava molto di più. Nel 1947 Cox creò la sua propria compagnia chiamata Oregon Saw Chain Corporation (Ellis, 1981).
Altri nomi da menzionare per lo sviluppo ed il progresso della catena sono Hassler, Max Merz, Standhal, Mall, McCulloch e Titan che durante gli anni ‘40 svilupparono stabilizzatori e catene a denti a semicerchio molto facili da affilare.
2.2 Evoluzione
Negli anni successivi al dopo guerra venne presentata la prima motosega a miscela che poteva essere adoperata anche da un singolo operatore, questo modello cambiò drasticamente l'economia del lavoro forestale in tutto il mondo per la sua manegevolezza al punto da sostituire quasi completamente l’uso degli altri strumenti di taglio forestale.
Da quel momento in poi, fu avviata una corsa per la concorrenza tra le grandi case produttrici: Sthil, Husqvarna, Dolmar, Remington, Mcculloch, Pioneer, Partner, Jonsered e molte altre, con la presentazione di una motosega di peso complessivo pari a 12 kg. Siamo negli anni ’50 ed è inutile dire che tale prototipo riscosse un successo impressionante, a pochi anni di distanza ne vennero prodotte e messe in commercio circa 200.000. Sempre sul finire degli anni ’50 le grandi case produttrici cominciarono ad interessarsi anche agli effetti di rischio che il forte rumore poteva provocare al lavoratore. Maggiore attenzione fu quindi posta nella produzione con l’introduzione di dispositivi che attenuassero i livelli acustici rispetto alle motoseghe precedenti fino al 1964, anno in cui venne introdotto anche il primo sistema anti-vibrazioni.
Successivamente vennero poi commercializzate macchine sempre più leggere e versatili che potevano essere utilizzate anche per la sramatura, operazione che veniva effettuata ancora con la tradizionale accetta. Furono infatti costruite in quel periodo macchine che potevano realmente essere impiegate in bosco, queste hanno poi trovato una larga diffusione prima negli U.S.A. e poi in Europa. In Italia possiamo ritenere che le seghe a motore siano state impiegate, con una certa continuità, a partire dal 1960; dapprima per i lavori di abbattimento nell’alto fusto ed in seguito, dopo il 1965, anche nel ceduo.
L’utilizzo di una macchina più leggera e maneggevole non doveva tuttavia indurre in inganno, infatti il lavoro con la motosega si dimostrò un’attività non priva di rischi; si registrarono diversi infortuni sulle parti del corpo più vulnerabili, gamba e braccio sinistri, provocati da un rimbalzo all’indietro della macchina. Il perfezionamento avvenuto più tardi, poté migliorare il sistema del freno della catena, un dispositivo che permetteva alla catena della motosega di bloccarsi immediatamente riducendo il pericolo di tali infortuni, nel 1982 inoltre furono messi a punto dispositivi supplementari di freno catena. Inoltre, sempre in tema perfezionamento, sul finire degli anni ‘80 le case produttrici incominciarono ad utilizzare marmitte catalitiche per motore a due tempi che diminuirono le emissioni di CO2 del 60-80%.
2.1 Cenni storici
Nel 1858 l’United States Patent Office, (letteralmente “Ufficio statunitense dei brevetti e dei marchi di fabbrica”) rilasciò il primo brevetto di una sega alternativa a Harvey Brown di New York, per una “endless sectional sawing mechanism” con inserita una catena dentata. Questa sega a nastro era dotata di una cerniera di “denti” che scorrevano dentro una guida a sua volta controllata da una puleggia esagonale. Pochi anni dopo, cinque anni per esattezza, lo stesso ufficio brevetti rilasciò a George Kammerl, anche lui di New York, un brevetto per una “improvements of endless saws” descritta come “un coltello dentato formato da una catena senza fine” che si muoveva in una singola direzione tramite una puleggia, questa volta triangolare. Al contrario del suo predecessore, l’impianto di Kammerl, non scorreva dentro una guida ma si basava direttamente sulla tensione della puleggia e questo arrangiamento fu considerato insicuro.
Apparentemente nessuna di queste idee era ancora germogliata, si trattava solo di progetti allo stato embrionale, ma il principio di base con l’attuale motosega è molto evidente.
Infatti, già alla fine dell’800, almeno una dozzina di brevetti erano stati rilasciati, sebbene nessuno di questi fosse stato considerato materiale rilevante e nemmeno era chiaro se si sarebbe trattato di seghe mobili o stazionarie; nessuna di queste seghe vide mai la luce ma rimasero soltanto bozze.
Finalmente nell’ estate del 1905 venne sperimentata e testata nella foresta Redwood in nord California la prima sega a motore a gasolio.
Un albero di tre metri di diametro venne abbattuto in soli quattro minuti e mezzo alla presenza di un gran numero di boscaioli, questo provocò grande clamore e fu considerato un ottimo risultato.
La motosega in questione presentava due cilindri e un buon sistema di raffreddamento ad acqua, tuttavia il problema principale rimaneva la dimensione e, soprattutto, il peso.
Sempre in quegli anni svariati inventori isolati, ingegneri e meccanici continuarono a cercare un modo per migliorare questa attrezzatura al fine di farla diventare accessibile e realmente utilizzabile, come ad esempio l’Ashland Iron Works, in Oregon, che nel 1905, costruì una motosega ad aria compressa, che però non riscosse successo.
Ancora nel 1906 fu utilizzata una sega a ponte da PotlatchLumber & Co, che suscitò l'ispirazione dell'inventore Charles Wolf. Questi, dopo aver perfezionato la sega a catena a ponte per la Union Iron Works, Spokane di Washington e aver impiegato quasi un intero decennio a studiare da ogni angolo i problemi delle seghe a motore, nel 1920 richiese il brevetto per la prima motosega portabile che lui chiamò “Wolf electric drive link saw“, funzionante grazie a un motore elettrico (composto da 3 pezzi, ognuno da 40 kg), spinto da un generatore mobile che doveva essere trasportato da un camion. La particolarità della lama era costituita dai denti che si presentavano allicciati e piegati alternativamente a destra ed a sinistra, inoltre la sega operava in entrambe le direzioni del taglio, un chiaro vantaggio rispetto ai prototipi precedenti, che permise di creare seghe più corte e maneggevoli in grado di mantenere la stessa resa. Il modello di Charles Wolf fu certamente un grande passo in avanti che, con qualche modifica, di lì a poco avrebbe permesso all’ industria degli anni ‘20 una vera e propria rivoluzione.
Nonostante tutto non molti taglialegna erano pronti ad affrontare queste innovazioni avendo alle spalle un mestiere antico tramandato di padre in figlio da generazioni. Il cambiamento di questa nuova tecnica era talmente sconvolgente per quei tempi, anche per il timore che molti operai avrebbero potuto perdere il lavoro. Infatti, nonostante le basi fossero ormai gettate per l'industria nell’utilizzazione forestale, il cambiamento radicale dovette ancora aspettare e ironicamente, Wolf si dedicò ad altre diverse attività, continuando comunque a vantare il monopolio nel settore.
Sempre in quegli anni, ispirati dal potenziale che avevano intuito nella motosega di Wolf e volendo entrare nel business che ruotava attorno alle motoseghe, altri pionieri presero piede in Europa (Emil Lerp agli inizi degli anni ‘20 creò la Dolmar “Type A”), specialmente in Germania dove l'ingegnere Andreas Stihl stava cercando un metodo per ridurre le dimensioni ingombranti delle motoseghe che non potevano percorrere agilmente i ponti e i frequenti stagni della foresta nera (Wardrop, 1976).
Nel 1925 Stihl riuscì a sviluppare una sega a motore (utilizzabile da due uomini) di circa 63 kg, che era tuttavia mobile. Continuò a costruire differenti modelli finché nel 1929 Stihl vide fiorire il proprio business nell’export grazie ad una maggiore richiesta, diventando una delle aziende più specializzate nella realizzazione di motoseghe in tutto il mondo. Nonostante tutto, in Germania come in America, molti taglialegna stentarono ad allontanarsi dal lavoro manuale. Difatti, nonostante gli incredibili progressi nel settore dell’utilizzazione, dalle tecniche per lo strascico del legno alla prevenzione degli incendi, ed anche nelle condizioni di vita, i boscaioli insistevano a lavorare con gli antichi metodi del taglio, mostrando poco interesse per le moderne seghe a motore.
Nel 1936 la Stihl company sviluppò una motosega da 20 kg, un peso eccellente per i tempi, e con un’ottima ingegneria che destò subito interesse nell’industria del legno. In quegli stessi anni la U.S. Forest Service lanciò un “laboratorio di sviluppo di attrezzatura”, che mirava a testare, ricostruire e modificare queste motoseghe per i grandi boschi. Dopo le dimostrazioni date da questo laboratorio un gran numero di taglialegna riconobbero i chiari vantaggi e sembrarono gradire quindi l’innovazione.
Ma ancora una volta proprio mentre pareva che un nuovo inizio potesse partire, Hitler marciò sulla Polonia e le forniture che Stihl avrebbe dovuto supportare al mercato americano vennero completamente tagliate fuori. Nel 1938-1939 le uniche motoseghe prodotte nel nord America erano le Timber-Wolf che infatti toccarono la loro massima produzione mentre gli unici altri produttori che sostenevano il mercato europeo erano Dolmar e Stihl.
In America durante gli anni della guerra, nel 1941 circa, vennero rilasciate altre motoseghe, la maggior parte spinte a gas, sul modello di Stihl, che ormai non poteva più beneficiare della protezione del brevetto. Infatti la motosega di Stihl era economica da realizzare, robusta e forte. Successivamente, con qualche lieve modifica, e dopo quasi un secolo di tentativi, l’affidabilità e il modesto peso (considerando anche il periodo della guerra) convinse la quasi totalità dei taglialegna ad accettare l’utilizzo di questo strumento.
Queste motoseghe però, nonostante riuscissero a mantenere una corretta linea del taglio, presentavano catene (in molti casi auto prodotte) molto diverse da quelle che conosciamo adesso, che non garantivano un taglio preciso e che spesso strappavano le fibre del legno creando conseguentemente grande spreco di legname.
In quegli anni Joe Cox, ingegnere meccanico autodidatta, lavorava nel settore dell’utilizzazione forestale in Oregon. Cox sosteneva che le motoseghe impiegavano poco meno tempo del lavoro che avrebbero potuto produrre degli operai con la forza delle braccia e che sicuramente il risultato era meno efficiente. Cox iniziò a pensare a qualcosa che avrebbe potuto migliorare la qualità del lavoro di quelle catene “graffianti” e in qualche modo riuscì a trovare risposta nella natura stessa.
Osservando, tramite un microscopio, delle larve di una particolare specie dell’ordine dei coleotteri (che essendo xilofaghe tagliavano e distruggevano enormi quantità di legno) si accorse che queste, invece di graffiare e scavare il legno frontalmente usavano tagliare il legno prima a destra poi a sinistra, da parte a parte. Cox disegnò una catena seguendo il principio delle larve dei coleotteri, e il risultato fu una catena davvero rivoluzionaria perché non solo tagliava più veloce e con migliori risultati, ma l’affilatura durava molto di più. Nel 1947 Cox creò la sua propria compagnia chiamata Oregon Saw Chain Corporation (Ellis, 1981).
Altri nomi da menzionare per lo sviluppo ed il progresso della catena sono Hassler, Max Merz, Standhal, Mall, McCulloch e Titan che durante gli anni ‘40 svilupparono stabilizzatori e catene a denti a semicerchio molto facili da affilare.
2.2 Evoluzione
Negli anni successivi al dopo guerra venne presentata la prima motosega a miscela che poteva essere adoperata anche da un singolo operatore, questo modello cambiò drasticamente l'economia del lavoro forestale in tutto il mondo per la sua manegevolezza al punto da sostituire quasi completamente l’uso degli altri strumenti di taglio forestale.
Da quel momento in poi, fu avviata una corsa per la concorrenza tra le grandi case produttrici: Sthil, Husqvarna, Dolmar, Remington, Mcculloch, Pioneer, Partner, Jonsered e molte altre, con la presentazione di una motosega di peso complessivo pari a 12 kg. Siamo negli anni ’50 ed è inutile dire che tale prototipo riscosse un successo impressionante, a pochi anni di distanza ne vennero prodotte e messe in commercio circa 200.000. Sempre sul finire degli anni ’50 le grandi case produttrici cominciarono ad interessarsi anche agli effetti di rischio che il forte rumore poteva provocare al lavoratore. Maggiore attenzione fu quindi posta nella produzione con l’introduzione di dispositivi che attenuassero i livelli acustici rispetto alle motoseghe precedenti fino al 1964, anno in cui venne introdotto anche il primo sistema anti-vibrazioni.
Successivamente vennero poi commercializzate macchine sempre più leggere e versatili che potevano essere utilizzate anche per la sramatura, operazione che veniva effettuata ancora con la tradizionale accetta. Furono infatti costruite in quel periodo macchine che potevano realmente essere impiegate in bosco, queste hanno poi trovato una larga diffusione prima negli U.S.A. e poi in Europa. In Italia possiamo ritenere che le seghe a motore siano state impiegate, con una certa continuità, a partire dal 1960; dapprima per i lavori di abbattimento nell’alto fusto ed in seguito, dopo il 1965, anche nel ceduo.
L’utilizzo di una macchina più leggera e maneggevole non doveva tuttavia indurre in inganno, infatti il lavoro con la motosega si dimostrò un’attività non priva di rischi; si registrarono diversi infortuni sulle parti del corpo più vulnerabili, gamba e braccio sinistri, provocati da un rimbalzo all’indietro della macchina. Il perfezionamento avvenuto più tardi, poté migliorare il sistema del freno della catena, un dispositivo che permetteva alla catena della motosega di bloccarsi immediatamente riducendo il pericolo di tali infortuni, nel 1982 inoltre furono messi a punto dispositivi supplementari di freno catena. Inoltre, sempre in tema perfezionamento, sul finire degli anni ‘80 le case produttrici incominciarono ad utilizzare marmitte catalitiche per motore a due tempi che diminuirono le emissioni di CO2 del 60-80%.
mario_vanni- utente registrato
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Re: UN PO' DI STORIA....
non sono ancora riuscito a leggere tutto il tuo messaggio, ma ti ringrazio per averlo condiviso con noi
ferrari-tractor- Moderatori
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Età : 43
Località : Prov. Cuneo
Re: UN PO' DI STORIA....
Complimenti, una testimonianza storica dell'evoluzione della motosega nei dettagli.
In bocca al lupo per la tua tesi.
Il Celtico.
In bocca al lupo per la tua tesi.
Il Celtico.
Il Celtico- Admin
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Località : Ca' mea.
Re: UN PO' DI STORIA....
Grazie mario_vanni, molto interessante quando hai postato.
In bocca al lupo per la tua tesi anche da parte mia.
In bocca al lupo per la tua tesi anche da parte mia.
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«Non perdere tempo a discutere con gli sciocchi e i chiaccheroni: la parola ce l'hanno tutti, il buon senso solo pochi.»
gian66- Moderatori
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Età : 58
Località : Prov. di Cuneo
Re: UN PO' DI STORIA....
Mooolto interessante
Complimenti veramente grandi a Mario per lo splendido lavoro
Grazie per averlo condiviso
Per quanto riguarda la curiosità ( e io lo sono co e u a gallina ) sarebbe stato bello se ci fossero state delle foto o dei disegni di queste primordiali motoseghe
Ciao nitro
Complimenti veramente grandi a Mario per lo splendido lavoro
Grazie per averlo condiviso
Per quanto riguarda la curiosità ( e io lo sono co e u a gallina ) sarebbe stato bello se ci fossero state delle foto o dei disegni di queste primordiali motoseghe
Ciao nitro
nitro52- utente registrato
- Messaggi : 6979
Data d'iscrizione : 17.03.13
Località : o qui o li
Re: UN PO' DI STORIA....
Questa è una storia più corrispondente a quella che ho letto in "Barnacle Parp's Chain Saw Guide" rispetto a quella del primo post..
RodiZegna- utente registrato
- Messaggi : 70
Data d'iscrizione : 11.09.17
Prima motosega a motore
La prima motosega a motore non fu la Ring & Co (Rinco ) del 1925?
giulomb- utente registrato
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Data d'iscrizione : 01.02.16
Re: UN PO' DI STORIA....
Molto interessante questo argomento! E da ciò possiamo evincere che Ezio Landoni è stato sicuramente tra i pionieri o forse addirittura il primo a costruire Motoseghe in Italia.
Anche l' Alpina di Conegliano Veneto iniziò negli anni 60'
A chi il primato di pioniere assoluto?
Ps. Aggiungo che non è un caso che qui a Vergiate sia nata una casa costruttrice di motoseghe. In paese c'erano fino a non molto tempo fa ben 4 segherie industriali con storie e tradizioni familiari di lunga data.
Anche l' Alpina di Conegliano Veneto iniziò negli anni 60'
A chi il primato di pioniere assoluto?
Ps. Aggiungo che non è un caso che qui a Vergiate sia nata una casa costruttrice di motoseghe. In paese c'erano fino a non molto tempo fa ben 4 segherie industriali con storie e tradizioni familiari di lunga data.
Gian Ossola- utente registrato
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