Argomenti simili
Accedi
IL NOSTRO FORUM
questo è l'unico forum in lingua italiana esclusivamente dedicato al mondo delle motoseghe, dei decespugliatori, dei vari attrezzi da taglio e delle altre attrezzature di piccole e medie dimensioni da lavoro agriboschivo. in 14 sezioni per un totale di oltre 230 sottosezioni viene trattato qualsiasi aspetto delle motoseghe, delle altre macchine da lavoro e del loro impiego: dall'officina alla manutenzione, dagli esplosi alle indicazioni sugli acquisti, dalle gamme complete dei produttori alle modalità di utilizzo. si affrontano inoltre svariati argomenti correlati quali i legnami, il lavoro in sicurezza, il giardinaggio e la meteorologia.
read the forum in other languages
MAIL DELL’ AMMINISTRATORE
per problemi di connessione, perdita password, lamentele, idee, collaborazioni, invio di materiale in pdf e altre necessità
lamotosega@yahoo.itMAIL DELLO STAFF MODERATORI
per invio foto o altre richieste staff.lamotosega@yahoo.it (la posta in arrivo verrà evasa solo agli iscritti che si qualificano con nickname del forum)Ultimi argomenti attivi
» Alpina A40 non butta olio... corda quasi bloccata...Da nitro52 Oggi alle 5:42 pm
» MOTOAGRICOLE parte 2
Da Giamb81 Oggi alle 5:33 pm
» Problema motore Kohler CH270 su motozappa
Da gcabizza Oggi alle 8:22 am
» TOPIC PER RICHIEDERE I MANUALI OFFICINA ED ESPLOSI
Da luca31 Ieri alle 9:48 pm
» Husqvarna 545 su eBay
Da luca31 Ieri alle 8:58 pm
» contagiri
Da luca31 Ieri alle 8:43 pm
» POTATORI elettrici e a batteria
Da ferrari-tractor Ieri alle 7:51 pm
» Decespugliatore Alpina TB 420 che fa fatica a partire
Da Mikegreen Ieri alle 5:31 am
» Shindaiwa 431sx
Da luca31 Mer Nov 20, 2024 8:14 pm
» Oleo-Mac BC 540 Master/EFCO DS 5400 Boss
Da luca31 Mer Nov 20, 2024 8:05 pm
» Decespugliatore Stihl FS 55 che non parte e butta fumo di scarico dal carburatore
Da Mikegreen Mer Nov 20, 2024 5:46 am
» Decespugliatore McCulloch MAC30A non parte più
Da SuperUCCU Mar Nov 19, 2024 7:48 am
» Frizione decespugliatore Kawasaki TD48
Da falcetto Lun Nov 18, 2024 5:12 pm
» Porta decespugliatore da muro
Da eugenio.bonac Lun Nov 18, 2024 2:59 pm
» Decespugliatore erpice rotante
Da ferrari-tractor Lun Nov 18, 2024 1:50 pm
» Recupero Alpina prof 45
Da manhaus71 Lun Nov 18, 2024 11:59 am
» Arridagli consiglio per nuovo decespugliatore
Da ferrari-tractor Lun Nov 18, 2024 8:12 am
» Pompa olio Oleomac 350A super
Da falcetto Sab Nov 16, 2024 6:51 pm
» Hokkaido 254vl pompa olio
Da nitro52 Sab Nov 16, 2024 6:51 pm
» Che modello di Alpina è? cerco pompa olio a prezzo umano
Da nitro52 Sab Nov 16, 2024 6:50 pm
» Catena sempre in movimento
Da luca31 Sab Nov 16, 2024 12:22 pm
» Decespugliatore Nikkari con motore Kawasaki TG 20
Da michele64 Ven Nov 15, 2024 10:54 pm
» BENZINA E MISCELA: CONSERVAZIONE E DURATA
Da luca31 Ven Nov 15, 2024 10:17 pm
» Motosega tutto fare max 400 euro
Da luca31 Ven Nov 15, 2024 9:23 pm
» Stihl MS150tc ricondizionamento
Da RasKebir Ven Nov 15, 2024 11:58 am
» Rottura candela Champion RCJ8Y
Da SuperUCCU Ven Nov 15, 2024 8:32 am
» Consiglio seconda motosega
Da luca31 Gio Nov 14, 2024 9:09 pm
» MOTOCARRIOLE - parte 2
Da Luchino86 Gio Nov 14, 2024 8:28 pm
» Briggs&Stratton Intek Pro 60 OHV
Da falcetto Gio Nov 14, 2024 6:35 pm
» Lame ricambio tosasiepi Shibaura
Da luca31 Mer Nov 13, 2024 9:15 pm
» BAMBOO
Da huginn Mer Nov 13, 2024 8:00 pm
» riciclare la segatura
Da nitro52 Mer Nov 13, 2024 3:19 pm
» Carburatore alternativo McCulloch California 46
Da eugenio.bonac Mer Nov 13, 2024 8:54 am
» Decespugliatore Solo by ALKO 151B non parte più
Da SuperUCCU Mer Nov 13, 2024 8:30 am
» EIMA 2024, Bologna
Da Paolone Mar Nov 12, 2024 8:26 pm
» Stihl MS400.1
Da falcetto Mar Nov 12, 2024 6:20 pm
» McCulloch 4-18xt si avvia male conviene farla riparare
Da alfiere Mar Nov 12, 2024 11:50 am
» ABBACCHIATORI E SCUOTITORI
Da marcoo Lun Nov 11, 2024 9:11 pm
» TAGLIASIEPI
Da luca31 Lun Nov 11, 2024 9:10 pm
» McCulloch quasi sempre non parte raramente quasi mai parte al primo colpo
Da morfeus Lun Nov 11, 2024 6:55 pm
Cerca
Migliori postatori
luca31 | ||||
ferrari-tractor | ||||
peppone | ||||
Alessio510 | ||||
falcetto | ||||
nitro52 | ||||
beppe65 | ||||
iury1977 | ||||
tottoli livio | ||||
gian66 |
Statistiche
Abbiamo 24847 membri registratiL'ultimo utente registrato è Giamb81
I nostri utenti hanno pubblicato un totale di 314177 messaggi in 16893 argomenti
Chi è online?
In totale ci sono 540 utenti online: 3 Registrati, 0 Nascosti e 537 Ospiti :: 3 Motori di ricercafubiano, nitro52, Stepmeister
Il numero massimo di utenti online contemporaneamente è stato 704 il Lun Gen 29, 2024 5:26 pm
Curiosità meteo.
+32
coglians79
Drago 100
fubiano
mastiff
Angelo
poncia
frozik
nèga
belcanto
beppe65
luigi-vign
Roccia
JACI
dade
chainsawcarver
fernando62
Giacomo
tottoli livio
Nonno_sprint
gianninettis
Scintilla
dautàrr
tonino
Il Celtico
arnaldo
maxi
nich88
polmau
Araba Fenice
curva
peppone
Ale
36 partecipanti
Pagina 6 di 10
Pagina 6 di 10 • 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10
Re: Curiosità meteo.
Il Celtico ha scritto:Grazie Araba Fenice per lo splendido ed interessante servizio! Io che adoro gia' di mio la neve, ora la guardero' anche con occhi diversi...
Grazie a te Celtico...noto con piacere che in questo forum ci sono parecchi nevofili!!!
Bene,bene stò aggiornando le curiosità meteo, con un nuovo interessante argomento a fra poco ....intanto buona serata.
Araba Fenice- esperto meteo
- Messaggi : 193
Data d'iscrizione : 17.06.10
Età : 56
Località : Pedemontana Veneta. Lat: 45.77° Lon: 11.74° Alt: 129m s.l.m.
Re: Curiosità meteo.
Araba Fenice ha scritto:
Grazie a te Celtico...noto con piacere che in questo forum ci sono parecchi nevofili!!!
E un " solofilo": IO. Scusate il neologismo.
Nonno_sprint- ex moderatori
- Messaggi : 4163
Data d'iscrizione : 03.01.10
Quali insidie nasconde la Dama Bianca.....
Bene…. possiamo dire che l’inverno ha fatto capolino, un po’ in anticipo rispetto all’appuntamento con il calendario,comunque il Generale Inverno ha bussato alla nostra porta.
Sono passate le pioggie ed è arrivato il freddo,non è mancata neppure la visita della Dama Bianca.
In questi giorni gran parte della nostra penisola, dalle alte vette alpine, alla vasta pianura padana agli appennini,tutto è stato imbiancato da una soffice coltre di neve creando alla vista un paesaggio già Natalizio.
La neve con il suo candore rende ogni cosa piu’ bella,ogni suono risulta ovattato e diffonde il silenzio tutto intorno.
E' senz’altro utile per le nostre riserve d’acqua,ma tutta questa bellezza può nascondere anche grosse insidie….le valanghe!!!
E’ da dire che.... la maggior parte delle volte,queste sono una conseguenza del comportamento scorretto dell’essere umano e allora,se avete in programma qualche sciata o ciaspolada, eccovi alcune regole per evitare che una bella gita si trasformi in qualcosa di spiacevole….
araba fenice****************************************************
Spesso l'uomo è portato a sottovalutare o, meglio, a dimenticarsi della vera potenza della natura a cui solitamente viene affibbiato il ruolo di dolce creatrice, eppure la natura nasconde un volto assai più terribile che ci si scorda spesso di tenere in conto: il ruolo di potente e terribile distruttrice.
Terremoti, inondazioni, smottamenti e frane sono tra gli esempi più eclatanti di questo aspetto del nostro pianeta, eppure esiste un altro fenomeno di cui, purtroppo, presi dalla spensieratezza del momento, ci si dimentica a che però fa tristemente parlare di sé quasi ogni inverno: la valanga.
Quando ci si trova ad ammirare uno splendido paesaggio di montagna ricoperto dalla neve, non si pensa quasi mai alla temibile pericolosità di quel meraviglioso manto bianco; effettivamente, quel luogo che ammiriamo non rappresenta di per sé un pericolo, il quale è invece rappresentato da una serie di fattori esterni che ne minacciano l'equilibrio.
Determinare questi fattori risulta piuttosto difficile,in quanto l'equilibrio che domina la neve è al quanto fragile, eppure, possiamo dire con certezza che una delle cause delle valanghe è proprio l'uomo.
Ma vediamo prima cosa è una valanga: ossia, un fenomeno naturale che si verifica quando una grande massa di neve, o di ghiaccio, improvvisamente si stacca ed inizia a muoversi travolgendo tutto ciò che incontra sul proprio cammino.
La velocità a cui viaggia la neve distaccatasi raggiunge, e talvolta supera, i 300km/h e la massa aumenta notevolmente durante la discesa valle fino a raggiungere dimensioni esorbitanti ed una forza distruttrice incredibile.
L'aumento della massa si verifica poiché, la valanga, precipitando, raccoglie e porta a distaccarsi anche la neve che incontra sul proprio cammino, trascinandola con sé nella folle corsa lungo il fianco della montagna.
Le valanghe sono a volte difficili, ma non impossibili, da prevedere e la loro pericolosità ha portato alla creazione di centri operativi che osservano e monitorizzano le condizioni della neve e le condizioni che potrebbero alterarne lo stato.
In alcuni luoghi poi, con l'impiego di cariche esplosive, è anche possibile provocare un distacco preventivo della massa nevosa instabile così da evitare spiacevoli e pericolosissimi incidenti.
Nonostante l'attenzione ed il grande lavoro che molti esperti operano per la sicurezza sulle montagne però, può capitare che valanghe e slavine improvvise finiscano con il travolgere, non solo oggetti, ma anche persone. In questi casi, la tempestività è d'obbligo e numerose squadre di ricerca si mettono alla ricerca dei dispersi.
Un grande aiuto arriva dall'impiego degli elicotteri, dotati di particolari sensori, ma, soprattutto, dei cani addestrati che, grazie al loro fiuto, possono individuare le persone disperse sotto spessi strati di neve.
TIPI DI VALANGHE E SCALA EUROPEA
Un primo criterio può variare in base all'agente che genera la valanga ed alla morfologia del luogo, mentre il secondo criterio prende in considerazione il fattore scatenante e divide le cause delle valanghe in base a:
* tipo di movimento, ossia se si tratta di valanghe cubiformi, aeree,terrestri o radenti.
* superficie di scivolamento, ossia se la valanga è di superficie oppure profonda a
seconda del numero si strati di neve che ha coinvolto.
* tipo di distacco, che può essere a lastroni, a fronte o puntiforme.
* tipo di percorso, secondo il percorso seguito dalla valanga che può essere di versante oppure incanalato.
Tuttavia, la vera classificazione delle valanghe, oggi utilizzata in gran parte d'Europa, prende in considerazione il livello di pericolosità e di rischio del luogo. La suddivisione è la seguente:
Debole - il monto nevoso è generalmente stabile.
Moderato - il manto è generalmente stabile e si rivela lievemente instabile solamente su alcuni particolari pendii.
Marcato - il consolidamento del manto nevoso risulta generalmente debole o moderato.
Forte - sulla maggior parte dei pendii, il consolidamento della neve risulta debole ed il distacco risulta facilmente provocabile.
Molto forte - il manto nevoso è instabile e molto propenso a creare una o più valanghe.
CONSIGLI UTILI
Quando ci si trova di fronte ad un evento imponente come una valanga, e non per modo di dire, le cose da fare sono davvero poche, eppure sono proprio quelle che potrebbero salvarci la vita.
Prima di tutto però, al fine di evitare il terribile evento, potremo prendere delle precauzioni tra cui:
• Non emettere onde sonore eccessivamente forti in luoghi caratterizzati da una forte pericolosità
• Non avventuriamoci fuori dalla pista a noi dedicata o in zone sconosciute senza essere seguiti da una guida esperta
• Armiamoci di cartina e controlliamo, prima di partire, il livello di pericolosità delle nostra destinazione poiché molte valanghe tendono a verificarsi negli stesi luoghi e nello steso periodo.
• Quando ci troviamo a fare una bella gita sulla neve, godendo dell'aria fresca del mattino, controlliamo lo stato della neve su cui ci troviamo e, soprattutto, lo stato della neve che sta sopra di noi
Tuttavia, anche questi accorgimenti possono non essere sufficienti e la valanga potrebbe sorprenderci all'improvviso. Cosa fare allora?
• Prima di tutto non cerchiamo di correre nel senso della valanga: risulterebbe inutilmente faticoso perché la valanga sarà sempre molto più veloce di noi. Muoviamoci invece in diagonale, cercando di arrivare ad un punto sicuro a lato della massa di neve in movimento.
• Se la valanga ha proprio deciso di travolgerci, liberiamoci immediatamente degli sci e dei bastoni.
• Pensiamo a ripararci le vie respiratorie.
• Fingiamo di nuotare: dobbiamo simulare i movimenti del nuoto nel tentativo di mantenere la testa fuori dalla neve.
• Se la tattica del nuoto non funzionasse, allora chiudiamoci a uovo proteggendoci il viso con le mani; questo, non solo ci salverà il viso ma ci permetterà anche di guadagnarci uno spazio per l'aria.
• Se ormai ci troviamo sotto la neve, facciamo in modi di crearci una piccola nicchia che ci permetterà di respirare più facilmente.
• Quando ci si trova sotto uno spesso strato di neve, perdere l'orientamento è una cosa quasi scontata, specie dopo essere passati dentro una valanga che ci ha ben bene scombussolati come in un frullatore; per capire dov'è l'alto e dov'è il basso allora, potrebbe sembrare strano, ma dobbiamo sputare: la saliva seguirà la forza di gravità segnalandoci dove è il basso e, di conseguenza, dove è l'alto, ossia la nostra salvezza.
Nel caso in cui assistessimo ad una valanga che ha travolto altre persone, dopo esserci assicurati che non ci sia il pericolo di altre valanghe, chiamiamo immediatamente i soccorsi e, nell'attesa, mettiamoci in ascolto aguzzando anche la vista alla ricerca di segnali (anche sci e bastoni possono essere segnali) che ci indichino più o meno il punto della scomparsa dei nostri compagni.
Attenzione: non mettiamoci ad urlare perché le onde sonore potrebbero causare un ulteriore distaccamento della neve sovrastante.
La tempestività giocherà un ruolo fondamentale e nelle nostre operazioni di pre-salvataggio, dovremo essere veloci, precisi, prudenti e silenziosi.
(fonte valanga.it - foto internet)
Vi consiglio di visionare questo filmato....rende bene l'idea di cosa sia una valanga!!!!
Chi frequenta assiduamente la montagna, dovrebbe essere a conoscenza che:
ARVA, pala e sonda, trinomio importante, da imparare a memoria e ricordarcelo ogni volta che ci muoviamo fuori pista sulla neve, indifferentemente se ciaspisti o scialpinisti.
Il perchè: 15 minuti. Questo è il tempo massimo per estrarre un travolto da valanga con qualche speranza di trovarlo vivo. L'ARVA, piccola scatola elettronica che emette continui segnali radio, in questi casi è a dir poco indispensabile: ecco cos'è, come funziona e perchè può salvare la vita.
L'ARVA è essenzialmente un dispositivo elettronico che trasmette un segnale radio. Va indossato sotto il pile durante le escursioni e continua, silenziosamente, ad emettere segnali sulla posizione in cui si trova la persona che lo porta anche - e soprattutto - se questa si trova disgraziatamente sepolta sotto metri di neve. Normalmente, infatti, l'Arva funziona in modalità di "trasmissione". Ma ogni apparecchio, quando è necessario, può essere messo in modalità di "ricezione" e inizierà a percepire i segnali degli altri Arva che si trovano in zona, dando segnali acustici di diversa intensità a seconda della distanza in cui li rileva.
Sono, ovviamente, informazioni preziosissime per chi sta cercando un travolto da una valanga: l'Arva del travolto emetterà come sempre i segnali radio e l'Arva del cercatore potrà, grazie ai segnali ricevuti, localizzare con precisione il punto in cui scavare per liberarlo. La "portata" dell'Arva varia da modello a modello e rispetto alla posizione del travolto, ma in generale si aggira intorno alla trentina di metri.
L'Arva deve essere indossato da tutti i partecipanti all'escursione nella modalità di trasmissione. Quando si parte per una gita bisogna sempre fare il controllo degli apparecchi Arva: il capogita mette il proprio apparecchio in ricezione e controlla il segnale degli altri. Poi qualcuno controlla il suo e dopodichè si può partire. E' un'abitudine che è fondamentale ricordare e condurre con rigore, purtroppo spesso vista come una scocciatura.
In situazione di pericolo, infatti, è fondamentale agire in fretta e con apparecchi che funzionano a dovere: la sopravvivenza di un travolto da valanga ha in generale una curva che decresce molto rapidamente ed ha un vero e proprio crollo dopo i primi 15 minuti. Ciò vuol dire che il primo intervento deve essere fatto immediatamente dai compagni di escursione. Più si aspetta, più aumenta la probabilità di trovare persone senza vita.
La cosa più frequente che accade ad un travolto è infatti quella di cercare di respirare nella neve. Questa, però, poi si scioglie nei polmoni, diventa acqua e si annega rapidamente nel giro di pochi minuti. Per diminuire questo rischio è sempre buona cosa portare un foulard o una sciarpa che, tirati sul naso, proteggano le vie respiratorie dall'eventuale ingresso della neve. Poi, ovviamente, se la massa è formata da lastre pesanti ci possono essere traumi e non bisogna sottovalutare i problemi connessi al trascinamento.
Sempre per questioni di tempismo, non solo è importante avere l'Arva, controllare che sia carico e che funzioni prima della gita. Ma anche avere una sonda, per "sondare" nella massa di neve dove può trovarsi il travolto, e una pala per scavare. Bisogna infatti essere in grado di estrarlo nel giro di pochissimi minuti. Ovviamente non bisogna scoprirsi utenti dell'Arva all'ultimo momento: è bene essere addestrati al suo uso e organizzarsi, magari ogni inverno, per fare una bella mezza giornata sulla neve con simulazioni e prove Arva, magari aggregandosi a qualche scuola. Il soccorso su neve è una cosa che tutti devono saper fare. Ognuno deve conoscere il suo apparecchio Arva e saperlo usare. Deve saper lavorare con la sonda e usare la pala.
Esistono diversi modelli di Arva: analogici e digitali, più o meno cari, con caratteristiche differenti. Tutti, comunque, hanno le funzioni base di trasmissione e ricezione. Un apparecchio può costare intorno ai 300 euro, ma sul mercato ce ne sono un po' per tutti i portafogli. Di solito, compra l'Arva chi va spesso a fare escursioni invernali. Ma per gli altri - magari chi va in settimana bianca o chi vuol fare solo un po' di fuoripista qualche volta - è possibile noleggiare questi apparecchi con una spesa davvero irrisoria, in tutte le stazioni di sport invernali. Sarebbe certamente auspicabile un sistema di noleggio più capillare e più continuo, magari da parte di chi noleggia anche l'attrezzatura per lo sci. L'Arva è infatti indispensabile per tutti gli escursionisti della neve: scialpinisti, sciatori fuoripista, ciaspolatori, amanti delle motoslitte e via dicendo. Ricordiamo, comunque, che la prima regola è ovviamente evitare di trovarsi in situazioni o zone ad alto pericolo valanghe. Affidarsi ad una guida alpina può essere un'ottima soluzione se ci si addentra in zone che non si conoscono: non è facile, infatti, capire quando un terreno è pericoloso, tant'è vero che molti esperti hanno avuto incidenti con valanghe.
(fonte suimonti.it)
Nonno-sprint porta pazienza :love2: ,io adoro anche il caldo,il sole e il mare..... a tempo debito faremo felice pure te
Ciaooooooo
Sono passate le pioggie ed è arrivato il freddo,non è mancata neppure la visita della Dama Bianca.
In questi giorni gran parte della nostra penisola, dalle alte vette alpine, alla vasta pianura padana agli appennini,tutto è stato imbiancato da una soffice coltre di neve creando alla vista un paesaggio già Natalizio.
La neve con il suo candore rende ogni cosa piu’ bella,ogni suono risulta ovattato e diffonde il silenzio tutto intorno.
E' senz’altro utile per le nostre riserve d’acqua,ma tutta questa bellezza può nascondere anche grosse insidie….le valanghe!!!
E’ da dire che.... la maggior parte delle volte,queste sono una conseguenza del comportamento scorretto dell’essere umano e allora,se avete in programma qualche sciata o ciaspolada, eccovi alcune regole per evitare che una bella gita si trasformi in qualcosa di spiacevole….
araba fenice****************************************************
Spesso l'uomo è portato a sottovalutare o, meglio, a dimenticarsi della vera potenza della natura a cui solitamente viene affibbiato il ruolo di dolce creatrice, eppure la natura nasconde un volto assai più terribile che ci si scorda spesso di tenere in conto: il ruolo di potente e terribile distruttrice.
Terremoti, inondazioni, smottamenti e frane sono tra gli esempi più eclatanti di questo aspetto del nostro pianeta, eppure esiste un altro fenomeno di cui, purtroppo, presi dalla spensieratezza del momento, ci si dimentica a che però fa tristemente parlare di sé quasi ogni inverno: la valanga.
Quando ci si trova ad ammirare uno splendido paesaggio di montagna ricoperto dalla neve, non si pensa quasi mai alla temibile pericolosità di quel meraviglioso manto bianco; effettivamente, quel luogo che ammiriamo non rappresenta di per sé un pericolo, il quale è invece rappresentato da una serie di fattori esterni che ne minacciano l'equilibrio.
Determinare questi fattori risulta piuttosto difficile,in quanto l'equilibrio che domina la neve è al quanto fragile, eppure, possiamo dire con certezza che una delle cause delle valanghe è proprio l'uomo.
Ma vediamo prima cosa è una valanga: ossia, un fenomeno naturale che si verifica quando una grande massa di neve, o di ghiaccio, improvvisamente si stacca ed inizia a muoversi travolgendo tutto ciò che incontra sul proprio cammino.
La velocità a cui viaggia la neve distaccatasi raggiunge, e talvolta supera, i 300km/h e la massa aumenta notevolmente durante la discesa valle fino a raggiungere dimensioni esorbitanti ed una forza distruttrice incredibile.
L'aumento della massa si verifica poiché, la valanga, precipitando, raccoglie e porta a distaccarsi anche la neve che incontra sul proprio cammino, trascinandola con sé nella folle corsa lungo il fianco della montagna.
Le valanghe sono a volte difficili, ma non impossibili, da prevedere e la loro pericolosità ha portato alla creazione di centri operativi che osservano e monitorizzano le condizioni della neve e le condizioni che potrebbero alterarne lo stato.
In alcuni luoghi poi, con l'impiego di cariche esplosive, è anche possibile provocare un distacco preventivo della massa nevosa instabile così da evitare spiacevoli e pericolosissimi incidenti.
Nonostante l'attenzione ed il grande lavoro che molti esperti operano per la sicurezza sulle montagne però, può capitare che valanghe e slavine improvvise finiscano con il travolgere, non solo oggetti, ma anche persone. In questi casi, la tempestività è d'obbligo e numerose squadre di ricerca si mettono alla ricerca dei dispersi.
Un grande aiuto arriva dall'impiego degli elicotteri, dotati di particolari sensori, ma, soprattutto, dei cani addestrati che, grazie al loro fiuto, possono individuare le persone disperse sotto spessi strati di neve.
TIPI DI VALANGHE E SCALA EUROPEA
Un primo criterio può variare in base all'agente che genera la valanga ed alla morfologia del luogo, mentre il secondo criterio prende in considerazione il fattore scatenante e divide le cause delle valanghe in base a:
* tipo di movimento, ossia se si tratta di valanghe cubiformi, aeree,terrestri o radenti.
* superficie di scivolamento, ossia se la valanga è di superficie oppure profonda a
seconda del numero si strati di neve che ha coinvolto.
* tipo di distacco, che può essere a lastroni, a fronte o puntiforme.
* tipo di percorso, secondo il percorso seguito dalla valanga che può essere di versante oppure incanalato.
Tuttavia, la vera classificazione delle valanghe, oggi utilizzata in gran parte d'Europa, prende in considerazione il livello di pericolosità e di rischio del luogo. La suddivisione è la seguente:
Debole - il monto nevoso è generalmente stabile.
Moderato - il manto è generalmente stabile e si rivela lievemente instabile solamente su alcuni particolari pendii.
Marcato - il consolidamento del manto nevoso risulta generalmente debole o moderato.
Forte - sulla maggior parte dei pendii, il consolidamento della neve risulta debole ed il distacco risulta facilmente provocabile.
Molto forte - il manto nevoso è instabile e molto propenso a creare una o più valanghe.
CONSIGLI UTILI
Quando ci si trova di fronte ad un evento imponente come una valanga, e non per modo di dire, le cose da fare sono davvero poche, eppure sono proprio quelle che potrebbero salvarci la vita.
Prima di tutto però, al fine di evitare il terribile evento, potremo prendere delle precauzioni tra cui:
• Non emettere onde sonore eccessivamente forti in luoghi caratterizzati da una forte pericolosità
• Non avventuriamoci fuori dalla pista a noi dedicata o in zone sconosciute senza essere seguiti da una guida esperta
• Armiamoci di cartina e controlliamo, prima di partire, il livello di pericolosità delle nostra destinazione poiché molte valanghe tendono a verificarsi negli stesi luoghi e nello steso periodo.
• Quando ci troviamo a fare una bella gita sulla neve, godendo dell'aria fresca del mattino, controlliamo lo stato della neve su cui ci troviamo e, soprattutto, lo stato della neve che sta sopra di noi
Tuttavia, anche questi accorgimenti possono non essere sufficienti e la valanga potrebbe sorprenderci all'improvviso. Cosa fare allora?
• Prima di tutto non cerchiamo di correre nel senso della valanga: risulterebbe inutilmente faticoso perché la valanga sarà sempre molto più veloce di noi. Muoviamoci invece in diagonale, cercando di arrivare ad un punto sicuro a lato della massa di neve in movimento.
• Se la valanga ha proprio deciso di travolgerci, liberiamoci immediatamente degli sci e dei bastoni.
• Pensiamo a ripararci le vie respiratorie.
• Fingiamo di nuotare: dobbiamo simulare i movimenti del nuoto nel tentativo di mantenere la testa fuori dalla neve.
• Se la tattica del nuoto non funzionasse, allora chiudiamoci a uovo proteggendoci il viso con le mani; questo, non solo ci salverà il viso ma ci permetterà anche di guadagnarci uno spazio per l'aria.
• Se ormai ci troviamo sotto la neve, facciamo in modi di crearci una piccola nicchia che ci permetterà di respirare più facilmente.
• Quando ci si trova sotto uno spesso strato di neve, perdere l'orientamento è una cosa quasi scontata, specie dopo essere passati dentro una valanga che ci ha ben bene scombussolati come in un frullatore; per capire dov'è l'alto e dov'è il basso allora, potrebbe sembrare strano, ma dobbiamo sputare: la saliva seguirà la forza di gravità segnalandoci dove è il basso e, di conseguenza, dove è l'alto, ossia la nostra salvezza.
Nel caso in cui assistessimo ad una valanga che ha travolto altre persone, dopo esserci assicurati che non ci sia il pericolo di altre valanghe, chiamiamo immediatamente i soccorsi e, nell'attesa, mettiamoci in ascolto aguzzando anche la vista alla ricerca di segnali (anche sci e bastoni possono essere segnali) che ci indichino più o meno il punto della scomparsa dei nostri compagni.
Attenzione: non mettiamoci ad urlare perché le onde sonore potrebbero causare un ulteriore distaccamento della neve sovrastante.
La tempestività giocherà un ruolo fondamentale e nelle nostre operazioni di pre-salvataggio, dovremo essere veloci, precisi, prudenti e silenziosi.
(fonte valanga.it - foto internet)
Vi consiglio di visionare questo filmato....rende bene l'idea di cosa sia una valanga!!!!
Chi frequenta assiduamente la montagna, dovrebbe essere a conoscenza che:
ARVA, pala e sonda, trinomio importante, da imparare a memoria e ricordarcelo ogni volta che ci muoviamo fuori pista sulla neve, indifferentemente se ciaspisti o scialpinisti.
Il perchè: 15 minuti. Questo è il tempo massimo per estrarre un travolto da valanga con qualche speranza di trovarlo vivo. L'ARVA, piccola scatola elettronica che emette continui segnali radio, in questi casi è a dir poco indispensabile: ecco cos'è, come funziona e perchè può salvare la vita.
L'ARVA è essenzialmente un dispositivo elettronico che trasmette un segnale radio. Va indossato sotto il pile durante le escursioni e continua, silenziosamente, ad emettere segnali sulla posizione in cui si trova la persona che lo porta anche - e soprattutto - se questa si trova disgraziatamente sepolta sotto metri di neve. Normalmente, infatti, l'Arva funziona in modalità di "trasmissione". Ma ogni apparecchio, quando è necessario, può essere messo in modalità di "ricezione" e inizierà a percepire i segnali degli altri Arva che si trovano in zona, dando segnali acustici di diversa intensità a seconda della distanza in cui li rileva.
Sono, ovviamente, informazioni preziosissime per chi sta cercando un travolto da una valanga: l'Arva del travolto emetterà come sempre i segnali radio e l'Arva del cercatore potrà, grazie ai segnali ricevuti, localizzare con precisione il punto in cui scavare per liberarlo. La "portata" dell'Arva varia da modello a modello e rispetto alla posizione del travolto, ma in generale si aggira intorno alla trentina di metri.
L'Arva deve essere indossato da tutti i partecipanti all'escursione nella modalità di trasmissione. Quando si parte per una gita bisogna sempre fare il controllo degli apparecchi Arva: il capogita mette il proprio apparecchio in ricezione e controlla il segnale degli altri. Poi qualcuno controlla il suo e dopodichè si può partire. E' un'abitudine che è fondamentale ricordare e condurre con rigore, purtroppo spesso vista come una scocciatura.
In situazione di pericolo, infatti, è fondamentale agire in fretta e con apparecchi che funzionano a dovere: la sopravvivenza di un travolto da valanga ha in generale una curva che decresce molto rapidamente ed ha un vero e proprio crollo dopo i primi 15 minuti. Ciò vuol dire che il primo intervento deve essere fatto immediatamente dai compagni di escursione. Più si aspetta, più aumenta la probabilità di trovare persone senza vita.
La cosa più frequente che accade ad un travolto è infatti quella di cercare di respirare nella neve. Questa, però, poi si scioglie nei polmoni, diventa acqua e si annega rapidamente nel giro di pochi minuti. Per diminuire questo rischio è sempre buona cosa portare un foulard o una sciarpa che, tirati sul naso, proteggano le vie respiratorie dall'eventuale ingresso della neve. Poi, ovviamente, se la massa è formata da lastre pesanti ci possono essere traumi e non bisogna sottovalutare i problemi connessi al trascinamento.
Sempre per questioni di tempismo, non solo è importante avere l'Arva, controllare che sia carico e che funzioni prima della gita. Ma anche avere una sonda, per "sondare" nella massa di neve dove può trovarsi il travolto, e una pala per scavare. Bisogna infatti essere in grado di estrarlo nel giro di pochissimi minuti. Ovviamente non bisogna scoprirsi utenti dell'Arva all'ultimo momento: è bene essere addestrati al suo uso e organizzarsi, magari ogni inverno, per fare una bella mezza giornata sulla neve con simulazioni e prove Arva, magari aggregandosi a qualche scuola. Il soccorso su neve è una cosa che tutti devono saper fare. Ognuno deve conoscere il suo apparecchio Arva e saperlo usare. Deve saper lavorare con la sonda e usare la pala.
Esistono diversi modelli di Arva: analogici e digitali, più o meno cari, con caratteristiche differenti. Tutti, comunque, hanno le funzioni base di trasmissione e ricezione. Un apparecchio può costare intorno ai 300 euro, ma sul mercato ce ne sono un po' per tutti i portafogli. Di solito, compra l'Arva chi va spesso a fare escursioni invernali. Ma per gli altri - magari chi va in settimana bianca o chi vuol fare solo un po' di fuoripista qualche volta - è possibile noleggiare questi apparecchi con una spesa davvero irrisoria, in tutte le stazioni di sport invernali. Sarebbe certamente auspicabile un sistema di noleggio più capillare e più continuo, magari da parte di chi noleggia anche l'attrezzatura per lo sci. L'Arva è infatti indispensabile per tutti gli escursionisti della neve: scialpinisti, sciatori fuoripista, ciaspolatori, amanti delle motoslitte e via dicendo. Ricordiamo, comunque, che la prima regola è ovviamente evitare di trovarsi in situazioni o zone ad alto pericolo valanghe. Affidarsi ad una guida alpina può essere un'ottima soluzione se ci si addentra in zone che non si conoscono: non è facile, infatti, capire quando un terreno è pericoloso, tant'è vero che molti esperti hanno avuto incidenti con valanghe.
(fonte suimonti.it)
Nonno_sprint ha scritto:
E un " solofilo": IO. Scusate il neologismo.
Nonno-sprint porta pazienza :love2: ,io adoro anche il caldo,il sole e il mare..... a tempo debito faremo felice pure te
Ciaooooooo
Ultima modifica di peppone il Lun Nov 29, 2010 9:54 pm - modificato 1 volta. (Motivazione : unione di due post consecutivi)
Araba Fenice- esperto meteo
- Messaggi : 193
Data d'iscrizione : 17.06.10
Età : 56
Località : Pedemontana Veneta. Lat: 45.77° Lon: 11.74° Alt: 129m s.l.m.
Re: Curiosità meteo.
Hai fatto benissimo a mettere l'articolo sulle valanghe,il loro pericolo e su come bisogna difenderci,purtroppo è la realtà ad ogni inizio stagione sciistica,dobbiamo imparare ad osservare le regole e non fare di testa nostra solo per sentrirci più grandi perchè abbiamo fatto il fuori pista e sfidato il pericolo
dade- esperto meteo
- Messaggi : 857
Data d'iscrizione : 01.11.10
Località : Cameri (novara) Piemonte
Re: Curiosità meteo.
davide depaoli ha scritto:Hai fatto benissimo a mettere l'articolo sulle valanghe,il loro pericolo e su come bisogna difenderci,purtroppo è la realtà ad ogni inizio stagione sciistica,dobbiamo imparare ad osservare le regole e non fare di testa nostra solo per sentrirci più grandi perchè abbiamo fatto il fuori pista e sfidato il pericolo
Grazie Davide,credo sia molto importante sensibilizzare e informare le persone riguardo argomenti così "delicati".
Ci sono casi in cui,dare alcune informazioni o il sapere come muoversi...può salvarti o salvare la vita.
Araba Fenice- esperto meteo
- Messaggi : 193
Data d'iscrizione : 17.06.10
Età : 56
Località : Pedemontana Veneta. Lat: 45.77° Lon: 11.74° Alt: 129m s.l.m.
Meteo e malattie: il freddo e l'influenza.
Perchè ci ammaliamo di più nei mesi invernali?
In questi giorni sono arrivati i primi freddi invernali, specie al Nord, e con essi è salito anche il rischio di contrarre i classici malanni, dal più semplice raffreddore alla più temuta influenza, che può costringerci ad abbandonare le nostre attività quotidiane ed a un riposo forzato di più giorni. Ma perché nella stagione fredda ci si ammala di più? Come possiamo evitare la diffusione dei virus del raffreddore o dell’influenza?
E’ noto che l’influenza colpisce soprattutto nei mesi invernali, tra Novembre e Marzo nell’emisfero boreale, e tra Maggio e Settembre in quello australe. Infatti la parola “influenza” deriva dall’Italiano e si riferisce proprio all’incidenza della stagione invernale nella diffusione della malattia.
Sono tuttavia ancora in fase di studio i fattori che determinano l’acutizzarsi dell’influenza nei mesi freddi. Studi recenti sembrano dimostrare che un contributo essenziale è fornito da alcuni parametri meteo-climatici, come un clima freddo e secco. Esperimenti condotti sui suini hanno dimostrato che il virus influenzale si trasmette e sopravvive più facilmente in ambienti freddi. Inoltre anche la bassa umidità aumenta il tasso di trasmissione del virus. La stabilità dei virus nelle particelle di aerosol atmosferico provenienti dalla tosse di creature infette dipende dall’umidità relativa: in particolare i virus sono più stabili per bassi valori di umidità relativa (RH 20-40%), meno stabili per valori intermedi (RH 50%), e nuovamente stabili a più alti valori di umidità (RH 60%-80%). A umidità ancora più elevate e superiori all’80% invece, le goccioline emesse dall’organismo si accrescono molto velocemente non appena il vapore acqueo condensa attorno ad esse, e di conseguenza cadono velocemente verso il basso per effetto della forza di gravità, circostanza che non favorisce la diffusione del virus influenzale.
Ecco quindi un utile consiglio: La trasmissione del virus influenzale negli ambienti chiusi potrebbe essere contrastata semplicemente mantenendo la temperatura dell’aria intorno ai 20°C, e un’umidità relativa o intermedia (50 %), oppure alta (superiore ad 80%).
Per concludere una piccola curiosità: un mondo più caldo e umido, conseguenza del Global warming in atto, dovrebbe essere favorevole a una minore diffusione dei virus. Tipicamente ci sono circa tra i tre e i cinque milioni di casi di influenza grave e fino a 500.000 morti all’anno nel globo a causa dei virus influenzali. Il riscaldamento però, oltre a ridurre questi casi, potrebbe di contro favorire altre malattie, come la diffusione della malaria, che grazie al caldo avrebbe modo di trasmettersi più facilmente, e la malaria uccide circa un milione di persone l’anno.
Efficienza della trasmissione del virus influenzale in funzione dell’umidità relativa con una temperatura di 5°C e una di 20°C (tratta da Lowen, A.C., S. Mubareka, J. Steel, and P. Palese, 2007
[b](Daniele B.3bmeteo)
Araba Fenice- esperto meteo
- Messaggi : 193
Data d'iscrizione : 17.06.10
Età : 56
Località : Pedemontana Veneta. Lat: 45.77° Lon: 11.74° Alt: 129m s.l.m.
Acqua Alta a Venezia combinazione tra meteo e astronomia!!!
Quante volte avremo sentito parlare di acqua alta a Venezia, ascoltando con indifferenza e senza sapere bene il perchè si verifica questo particolarissimo fenomeno che contraddistingue l'alto Adriatico...
Ma che cos'è effettivamente l'Acqua Alta?
Per acqua alta, espressione veneziana poi copiata nella lingua corrente italiana, si intende quel fenomeno che spesso nel periodo autunnale-primaverile si verifica nella Laguna Veneta, ovvero di un aumento eccezionale del livello medio marino ad opera di intensi venti di Scirocco, tale da provocare estesi allagamenti nelle aree urbane di Venezia e Chioggia. Si tratta per lo più di una combinazione tra due fattori: la componente astronomica, che normalmente regola il fenomeno delle maree, e l'intensità dei venti, in particolare lo Scirocco. Quando ad un picco di marea astronomica si associano venti tesi di Scirocco, si ottiene con tutta sicurezza il fenomeno dell'acqua alta in laguna.
La marea astronomica è causata dall'attrazione gravitazionale che i corpi celesti esercitano sulle masse d'acqua, principalmente Luna e Sole. In particolare durante le fasi di luna nuova e di luna piena gli effetti attrattivi del Sole e della Luna sul mare si sommano, determinando così le massime oscillazioni di marea.[/b]
Lo Scirocco è un vento che molto spesso preannuncia il sopraggiungere di una perturbazione atlantica sull'Italia; la sua direzione prevalente è SSE, e soffiando dal Canale d'Otranto lungo tutta la lunghezza del mar Adriatico, se particolarmente intenso, impedisce il regolare deflusso delle acque che normalmente si ha durante un ciclo di marea (nell'arco delle 24 ore si hanno solitamente due massimi e due minimi), portando così ad un anomalo innalzamento del livello medio marino. Ciò è particolarmente evidente nelle lagune venete, sia quella di Venezia ma anche in quella di Grado, talvolta perfino sul Golfo di Trieste, dove l'acqua invece di defluire in mare aperto aumenta ulteriormente il proprio livello se i venti sciroccali sono particolarmente intensi, non consentendo così un regolare scambio d'acqua tra mare e laguna.
Tutti i dati di cui si dispone finora sulla marea a Venezia si rifanno al mareografo posizionato in Punta della Salute (Bacino San Marco) e sono riferiti allo zero idrografico misurato nel 1897. A partire dal 1923, anno di inizio della registrazione costante di dati, sono stati raggiunti i seguenti livelli di marea eccezionale:
+194 cm
4 novembre 1966
+166 cm
22 dicembre 1979
+158 cm
1 febbraio 1986
+156 cm
1 dicembre 2008
+151 cm
12 novembre 1951
+147 cm
16 aprile 1936
+147 cm
16 novembre 2002
+145 cm
15 ottobre 1960
+145 cm
25 dicembre 2009
+144 cm
3 novembre 1968
+144 cm
6 novembre 2000
+144 cm
23 dicembre 2009
+142 cm
8 dicembre 1992
+140 cm
17 febbraio 1979
Ricordiamo come a partire da un livello di marea di +80cm sul medio mare l'acqua inizia a comparire nelle zone più basse della città (Piazza San Marco e l'area attorno al Ponte di Rialto). A tal proposito le cronache storiche veneziane dei secoli scorsi sono piene zeppe di testimonianze riguardo il fenomeno dell'acqua alta in città: in particolare una tra queste risulta piuttosto credibile e parla di un evento di notevole portata che si verificò il 5 Novembre 1686 quando, tenuto conto anche dell'abbassamento del suolo negli ultimi secoli per subsidenza, l'acqua raggiunse un livello pari a +254cm sul medio marino attuale!
Curiosità: forse non tutti sanno che qualora il livello di acqua alta previsto eguagli o superi i +110cm (14% delle aree pedonali allagate), con circa tre ore di anticipo sull'arrivo del picco di marea entra in funzione un sistema di sirene d'allarme posizionate in punti strategici della città, in grado di allertare l'intera popolazione. (fonte dati: it.wikipedia.org - 3bmeteo-foto internet)
Ma che cos'è effettivamente l'Acqua Alta?
Per acqua alta, espressione veneziana poi copiata nella lingua corrente italiana, si intende quel fenomeno che spesso nel periodo autunnale-primaverile si verifica nella Laguna Veneta, ovvero di un aumento eccezionale del livello medio marino ad opera di intensi venti di Scirocco, tale da provocare estesi allagamenti nelle aree urbane di Venezia e Chioggia. Si tratta per lo più di una combinazione tra due fattori: la componente astronomica, che normalmente regola il fenomeno delle maree, e l'intensità dei venti, in particolare lo Scirocco. Quando ad un picco di marea astronomica si associano venti tesi di Scirocco, si ottiene con tutta sicurezza il fenomeno dell'acqua alta in laguna.
La marea astronomica è causata dall'attrazione gravitazionale che i corpi celesti esercitano sulle masse d'acqua, principalmente Luna e Sole. In particolare durante le fasi di luna nuova e di luna piena gli effetti attrattivi del Sole e della Luna sul mare si sommano, determinando così le massime oscillazioni di marea.[/b]
Lo Scirocco è un vento che molto spesso preannuncia il sopraggiungere di una perturbazione atlantica sull'Italia; la sua direzione prevalente è SSE, e soffiando dal Canale d'Otranto lungo tutta la lunghezza del mar Adriatico, se particolarmente intenso, impedisce il regolare deflusso delle acque che normalmente si ha durante un ciclo di marea (nell'arco delle 24 ore si hanno solitamente due massimi e due minimi), portando così ad un anomalo innalzamento del livello medio marino. Ciò è particolarmente evidente nelle lagune venete, sia quella di Venezia ma anche in quella di Grado, talvolta perfino sul Golfo di Trieste, dove l'acqua invece di defluire in mare aperto aumenta ulteriormente il proprio livello se i venti sciroccali sono particolarmente intensi, non consentendo così un regolare scambio d'acqua tra mare e laguna.
Tutti i dati di cui si dispone finora sulla marea a Venezia si rifanno al mareografo posizionato in Punta della Salute (Bacino San Marco) e sono riferiti allo zero idrografico misurato nel 1897. A partire dal 1923, anno di inizio della registrazione costante di dati, sono stati raggiunti i seguenti livelli di marea eccezionale:
+194 cm
4 novembre 1966
+166 cm
22 dicembre 1979
+158 cm
1 febbraio 1986
+156 cm
1 dicembre 2008
+151 cm
12 novembre 1951
+147 cm
16 aprile 1936
+147 cm
16 novembre 2002
+145 cm
15 ottobre 1960
+145 cm
25 dicembre 2009
+144 cm
3 novembre 1968
+144 cm
6 novembre 2000
+144 cm
23 dicembre 2009
+142 cm
8 dicembre 1992
+140 cm
17 febbraio 1979
Ricordiamo come a partire da un livello di marea di +80cm sul medio mare l'acqua inizia a comparire nelle zone più basse della città (Piazza San Marco e l'area attorno al Ponte di Rialto). A tal proposito le cronache storiche veneziane dei secoli scorsi sono piene zeppe di testimonianze riguardo il fenomeno dell'acqua alta in città: in particolare una tra queste risulta piuttosto credibile e parla di un evento di notevole portata che si verificò il 5 Novembre 1686 quando, tenuto conto anche dell'abbassamento del suolo negli ultimi secoli per subsidenza, l'acqua raggiunse un livello pari a +254cm sul medio marino attuale!
Curiosità: forse non tutti sanno che qualora il livello di acqua alta previsto eguagli o superi i +110cm (14% delle aree pedonali allagate), con circa tre ore di anticipo sull'arrivo del picco di marea entra in funzione un sistema di sirene d'allarme posizionate in punti strategici della città, in grado di allertare l'intera popolazione. (fonte dati: it.wikipedia.org - 3bmeteo-foto internet)
Araba Fenice- esperto meteo
- Messaggi : 193
Data d'iscrizione : 17.06.10
Età : 56
Località : Pedemontana Veneta. Lat: 45.77° Lon: 11.74° Alt: 129m s.l.m.
Re: Curiosità meteo.
Hai postato veramente 2 argomenti interessanti,un applauso alla nostra Araba Fenice che ci delizia di ottime curiosità spiegate con semplicità ma ben dettagliate,grazie per tutto
dade- esperto meteo
- Messaggi : 857
Data d'iscrizione : 01.11.10
Località : Cameri (novara) Piemonte
Re: Curiosità meteo.
.....grande!!......
maxi- utente registrato
- Messaggi : 1564
Data d'iscrizione : 02.12.09
Località : umbria
Re: Curiosità meteo.
Ciao ragazzi o meglio ciao boscaioli .... sono sicura che nessuno meglio di voi sà apprezzare la bellezza di un bosco....voi che con le vostre amate motoseghe e nel rispetto della natura andate per boschi a fare legna....lo sapete che gli alberi in qualche modo sono legati alla metereologia??
Quando abbattete un albero, nel ceppo sono visibili gli anelli di accrescimento in base a questi è possibile determinarne l'età.... ma non solo!!!
La dendrologia e in particolare la dendrocronologia studia lo sviluppo nel tempo degli alberi: ci fornisce pertanto grazie allo studio degli anelli la data degli avvenimenti storici della pianta.
Gli alberi sono degli indicatori biologici senza pari, i loro anelli di crescita ci dicono molte cose su come è cambiato il nostro ambiente.
Con uno studio più approfondito degli anelli di crescita, è possibile ricavare informazioni sull'andamento medio del clima nell'anno a cui risale ciascun anello. Il principio è semplice: l'anello di accrescimento annuale è tanto più grande quanto più alta è stata la temperatura e viceversa. È quindi possibile capire se l'anno è stato più o meno caldo, più o meno piovoso, eccetera.
Confrontando le serie degli anelli di alberi cresciuti in epoche differenti, ma parzialmente sovrapposte, è possibile ricostruire l'andamento del clima su intervalli di tempo molto superiori alla vita del singolo albero: se si hanno a disposizione abbastanza alberi si può ricavare una dendrocronologia lunga anche diverse migliaia di anni.
Il confronto tra le dendrocronologie ricavate da diversi siti ha permesso agli studiosi di conoscere l'andamento globale del clima sulla Terra su tutto il periodo che va dal termine dell'ultima glaciazione (circa 10000 anni fa) ad oggi.
Un chiaro indicatore del livello di attività solare, oltre alle macchie e alle aurore, è la concentrazione di Carbonio 14 presente negli anelli di accrescimento degli alberi; il loro spessore varia in sintonia con il ciclo undecennale delle macchie solari.
E' il bombardamento degli atomi di azoto da parte dei raggi cosmici, un flusso di particelle cariche che proviene dallo spazio a determinarne l'accumulo negli anelli e questo avviene solo in fasi di limitata attività solare, cioè quando i raggi cosmici riescono a raggiungerà la Terra in modo più cospicuo. Durante il minimo di Maunder ad esempio la concentrazione di Carbonio 14 è da considerarsi notevole ed è in linea con la fase della piccola era glaciale.
Forse erano cose che sapevate già o forse no......
(Immagini prese da internet)
Quando abbattete un albero, nel ceppo sono visibili gli anelli di accrescimento in base a questi è possibile determinarne l'età.... ma non solo!!!
La dendrologia e in particolare la dendrocronologia studia lo sviluppo nel tempo degli alberi: ci fornisce pertanto grazie allo studio degli anelli la data degli avvenimenti storici della pianta.
Gli alberi sono degli indicatori biologici senza pari, i loro anelli di crescita ci dicono molte cose su come è cambiato il nostro ambiente.
Con uno studio più approfondito degli anelli di crescita, è possibile ricavare informazioni sull'andamento medio del clima nell'anno a cui risale ciascun anello. Il principio è semplice: l'anello di accrescimento annuale è tanto più grande quanto più alta è stata la temperatura e viceversa. È quindi possibile capire se l'anno è stato più o meno caldo, più o meno piovoso, eccetera.
Confrontando le serie degli anelli di alberi cresciuti in epoche differenti, ma parzialmente sovrapposte, è possibile ricostruire l'andamento del clima su intervalli di tempo molto superiori alla vita del singolo albero: se si hanno a disposizione abbastanza alberi si può ricavare una dendrocronologia lunga anche diverse migliaia di anni.
Il confronto tra le dendrocronologie ricavate da diversi siti ha permesso agli studiosi di conoscere l'andamento globale del clima sulla Terra su tutto il periodo che va dal termine dell'ultima glaciazione (circa 10000 anni fa) ad oggi.
Un chiaro indicatore del livello di attività solare, oltre alle macchie e alle aurore, è la concentrazione di Carbonio 14 presente negli anelli di accrescimento degli alberi; il loro spessore varia in sintonia con il ciclo undecennale delle macchie solari.
E' il bombardamento degli atomi di azoto da parte dei raggi cosmici, un flusso di particelle cariche che proviene dallo spazio a determinarne l'accumulo negli anelli e questo avviene solo in fasi di limitata attività solare, cioè quando i raggi cosmici riescono a raggiungerà la Terra in modo più cospicuo. Durante il minimo di Maunder ad esempio la concentrazione di Carbonio 14 è da considerarsi notevole ed è in linea con la fase della piccola era glaciale.
Forse erano cose che sapevate già o forse no......
(Immagini prese da internet)
Araba Fenice- esperto meteo
- Messaggi : 193
Data d'iscrizione : 17.06.10
Età : 56
Località : Pedemontana Veneta. Lat: 45.77° Lon: 11.74° Alt: 129m s.l.m.
Re: Curiosità meteo.
Tutto vero bravissima,infatti con le piante secolari si può fare una mappa dettagliata su come è cambiato il clima attraverso i secoli
dade- esperto meteo
- Messaggi : 857
Data d'iscrizione : 01.11.10
Località : Cameri (novara) Piemonte
L'ultima glaciazione
L'ultima glaciazione è ancora presente in una piccola fetta di territorio italiano,ai molti non sembrerà vero ma è proprio così,ci troviamo in Val D'Aveto (genova) tra la Liguria e l'Emilia,ebbene si siamo in pieno clima Meditterraneo ma in questa fetta di terra ci troviamo direttamente catapultati indietro nel tempo,sui rilievi del Parco dell’ Aveto oggi vediamo i segni dell’ ultima glaciazione: circhi glaciali, cordoni morenici, detriti. Il gelo fece strage di piante e animali che vivevano alle latitudine più alte o alle quote più elevate dei rilievi. Tuttavia i semi della piante riuscivano a germinare a quote o latitudini più basse migrando così verso nuovi territori.
Terminata la glaciazione, l’innalzamento delle temperature costrinse le piante e gli animali a migrare in senso opposto, verso nord e a quote più alte. Ebbene, alcuni di questi emigranti, ritornando alle latitudine dalle quali erano partiti, trovarono nell’ Aveto zone con microclimi ideali in cui stabilirsi. Si trattava di pareti esposte a nord, in cui il sole non giunge mai, nelle quali dato il clima freddo specialmente in inverno non trovarono competitori. Questi migranti che vengono dal freddo Nord e da paesi molto lontani, prendono il nome di “relitti glaciali”.
I numerosi laghetti di origine glaciale sono alimentati da sorgenti le cui acque scorrono in massima parte sotto i massi delle coperture quaternarie, quindi scorrono in un ambiente molto freddo senza mai venir a contatto con la luce del sole. Per questa ragione, laghetti, pozze e sorgenti creano microclimi molto freddi nel quale posso prosperare i relitti glaciali.
La Pozza Della Polenta, in Val d'Aveto è famosa per l'intensa fioritura gialla della Caltha palustris, ed è un esempio di microclima freddo.
Come potete vedere il nostro pianeta sa sempre stupirci anche se da anni stiamo parlano di riscaldamento globale
Terminata la glaciazione, l’innalzamento delle temperature costrinse le piante e gli animali a migrare in senso opposto, verso nord e a quote più alte. Ebbene, alcuni di questi emigranti, ritornando alle latitudine dalle quali erano partiti, trovarono nell’ Aveto zone con microclimi ideali in cui stabilirsi. Si trattava di pareti esposte a nord, in cui il sole non giunge mai, nelle quali dato il clima freddo specialmente in inverno non trovarono competitori. Questi migranti che vengono dal freddo Nord e da paesi molto lontani, prendono il nome di “relitti glaciali”.
I numerosi laghetti di origine glaciale sono alimentati da sorgenti le cui acque scorrono in massima parte sotto i massi delle coperture quaternarie, quindi scorrono in un ambiente molto freddo senza mai venir a contatto con la luce del sole. Per questa ragione, laghetti, pozze e sorgenti creano microclimi molto freddi nel quale posso prosperare i relitti glaciali.
La Pozza Della Polenta, in Val d'Aveto è famosa per l'intensa fioritura gialla della Caltha palustris, ed è un esempio di microclima freddo.
Come potete vedere il nostro pianeta sa sempre stupirci anche se da anni stiamo parlano di riscaldamento globale
dade- esperto meteo
- Messaggi : 857
Data d'iscrizione : 01.11.10
Località : Cameri (novara) Piemonte
Re: Curiosità meteo.
complimenti ci dai delle notizie ottime di nuovo complimenti ciao carlodavide depaoli ha scritto:L'ultima glaciazione è ancora presente in una piccola fetta di territorio italiano,ai molti non sembrerà vero ma è proprio così,ci troviamo in Val D'Aveto (genova) tra la Liguria e l'Emilia,ebbene si siamo in pieno clima Meditterraneo ma in questa fetta di terra ci troviamo direttamente catapultati indietro nel tempo,sui rilievi del Parco dell’ Aveto oggi vediamo i segni dell’ ultima glaciazione: circhi glaciali, cordoni morenici, detriti. Il gelo fece strage di piante e animali che vivevano alle latitudine più alte o alle quote più elevate dei rilievi. Tuttavia i semi della piante riuscivano a germinare a quote o latitudini più basse migrando così verso nuovi territori.
Terminata la glaciazione, l’innalzamento delle temperature costrinse le piante e gli animali a migrare in senso opposto, verso nord e a quote più alte. Ebbene, alcuni di questi emigranti, ritornando alle latitudine dalle quali erano partiti, trovarono nell’ Aveto zone con microclimi ideali in cui stabilirsi. Si trattava di pareti esposte a nord, in cui il sole non giunge mai, nelle quali dato il clima freddo specialmente in inverno non trovarono competitori. Questi migranti che vengono dal freddo Nord e da paesi molto lontani, prendono il nome di “relitti glaciali”.
I numerosi laghetti di origine glaciale sono alimentati da sorgenti le cui acque scorrono in massima parte sotto i massi delle coperture quaternarie, quindi scorrono in un ambiente molto freddo senza mai venir a contatto con la luce del sole. Per questa ragione, laghetti, pozze e sorgenti creano microclimi molto freddi nel quale posso prosperare i relitti glaciali.
La Pozza Della Polenta, in Val d'Aveto è famosa per l'intensa fioritura gialla della Caltha palustris, ed è un esempio di microclima freddo.
Come potete vedere il nostro pianeta sa sempre stupirci anche se da anni stiamo parlano di riscaldamento globale
curva- UTENTE BANNATO
- Messaggi : 928
Data d'iscrizione : 05.03.10
Età : 76
Località : cesano di roma
Re: Curiosità meteo.
Sapete qualcosa dei fulmini globulari?
Una volta ci sono passato sotto,a pochi metri e ho avuto danni all'auto altre due volte li ho visti da lontano,credo.
Salute a voi
Belcanto
Una volta ci sono passato sotto,a pochi metri e ho avuto danni all'auto altre due volte li ho visti da lontano,credo.
Salute a voi
Belcanto
belcanto- utente registrato.
- Messaggi : 3538
Data d'iscrizione : 12.11.10
Età : 78
Re: Curiosità meteo.
Araba Fenice, a proposito dell'acqua alta a Venezia; sei ore cresce e sei cala; Sono poco afferrato in materia ma me lo sono sempre chiesto: attirata dalla luna? O anche dal sole? Perche per ben due volte in un giorno e non solo una? Forse scervellandomi un po' (studiandoci un po' sopra!) ci arriverei da solo ma visto che hai postato ne approfitto! Io sono rimasto alla rivoluzione copernicana
Complimenti per i tuoi topic!!!
Complimenti per i tuoi topic!!!
JACI- utente registrato
- Messaggi : 233
Data d'iscrizione : 25.10.10
val d'Aveto
ciao Davide
La val d’Aveto la conosco molto bene (ci lavoro da 20 anni) ed ha un microclima tra i più vari dell’Appennino settentrionale.
La parte piacentina è simile ad un fiordo, con una quota minima inferiore ai 400 m/slm e crinali intorno ai 1600 m/slm.
Si va dalla fascia fitoclimatica del lauretum freddo al fegetum, che in parole povere significa che in fondovalle trovi scampoli di flora mediterranea con addirittura alcuni esemplari di leccio e man mano che sali trovi castagneti, roverelle e faggi.
Ma la vera zona classificata come relitto glaciale è la catena dei monti Bue, Nero e Ragola che delimitano la testata della confinante val Nure.
In quest’area trovi relitti dell’ultima glaciazione Wurmiana trai quali il più rappresentativo è il pino mugo (varietà pumilium) che è un vero e proprio endemismo glaciale.
Il lago Nero, laghetto di origine glaciale, rimane ghiacciato per circa 100 gg all’anno e quando non ci nevica sopra troppo presto (come quest’anno) è una magnifica pista di pattinaggio … grande più di un ha. La scarpinata di circa un’ora vale la pena ….
In tutta la zona quando una frana rivolta gli strati più profondi del terreno o un’alluvione abbassa il letto di qualche torrente è facile rinvenire tronchi di conifere di grosse dimensioni conservati negli strati di argilla (non si tratta di piante fossili) e l’area di M.nero ospita un popolamento di abete bianco di origine naturale anch’esso risalente all’ultima glaciazione (il resto delle conifere in valle sono di origine artificiale).
visto che il mio intervento è una sfacciata promozione turistica di un territorio che amo e che mi da … da vivere …. allego qualche link di video riguardanti le zone di cui ho accennato sopra
https://www.youtube.com/watch?v=_RxEeU6LwjE&feature=related
https://www.youtube.com/watch?v=7sYPxhhBte4&feature=related
https://www.youtube.com/watch?v=-dFvS-OtOYU&feature=related
https://www.youtube.com/watch?v=2Q3Cg-y3SNE&feature=related
https://www.youtube.com/watch?v=_frwooP_mVk&feature=related
https://www.youtube.com/watch?v=IpZisQlv5GA
https://www.youtube.com/watch?v=m2BrhiXu9zg
La val d’Aveto la conosco molto bene (ci lavoro da 20 anni) ed ha un microclima tra i più vari dell’Appennino settentrionale.
La parte piacentina è simile ad un fiordo, con una quota minima inferiore ai 400 m/slm e crinali intorno ai 1600 m/slm.
Si va dalla fascia fitoclimatica del lauretum freddo al fegetum, che in parole povere significa che in fondovalle trovi scampoli di flora mediterranea con addirittura alcuni esemplari di leccio e man mano che sali trovi castagneti, roverelle e faggi.
Ma la vera zona classificata come relitto glaciale è la catena dei monti Bue, Nero e Ragola che delimitano la testata della confinante val Nure.
In quest’area trovi relitti dell’ultima glaciazione Wurmiana trai quali il più rappresentativo è il pino mugo (varietà pumilium) che è un vero e proprio endemismo glaciale.
Il lago Nero, laghetto di origine glaciale, rimane ghiacciato per circa 100 gg all’anno e quando non ci nevica sopra troppo presto (come quest’anno) è una magnifica pista di pattinaggio … grande più di un ha. La scarpinata di circa un’ora vale la pena ….
In tutta la zona quando una frana rivolta gli strati più profondi del terreno o un’alluvione abbassa il letto di qualche torrente è facile rinvenire tronchi di conifere di grosse dimensioni conservati negli strati di argilla (non si tratta di piante fossili) e l’area di M.nero ospita un popolamento di abete bianco di origine naturale anch’esso risalente all’ultima glaciazione (il resto delle conifere in valle sono di origine artificiale).
visto che il mio intervento è una sfacciata promozione turistica di un territorio che amo e che mi da … da vivere …. allego qualche link di video riguardanti le zone di cui ho accennato sopra
https://www.youtube.com/watch?v=_RxEeU6LwjE&feature=related
https://www.youtube.com/watch?v=7sYPxhhBte4&feature=related
https://www.youtube.com/watch?v=-dFvS-OtOYU&feature=related
https://www.youtube.com/watch?v=2Q3Cg-y3SNE&feature=related
https://www.youtube.com/watch?v=_frwooP_mVk&feature=related
https://www.youtube.com/watch?v=IpZisQlv5GA
https://www.youtube.com/watch?v=m2BrhiXu9zg
nèga- utente registrato
- Messaggi : 60
Data d'iscrizione : 09.11.10
Età : 61
Località : appennino piacentino
Re: Curiosità meteo.
JACI ha scritto:Araba Fenice, a proposito dell'acqua alta a Venezia; sei ore cresce e sei cala; Sono poco afferrato in materia ma me lo sono sempre chiesto: attirata dalla luna? O anche dal sole? Perchè per ben due volte in un giorno e non solo una? Forse scervellandomi un po' (studiandoci un po' sopra!) ci arriverei da solo ma visto che hai postato ne approfitto! Io sono rimasto alla rivoluzione copernicana
Complimenti per i tuoi topic!!!
Ciao Jaci
vedo di risponderti in maniera piu' chiara e semplice possibile, ma tocchi due tasti in me molto particolari, quelli della metereologia e dell'astronomia e potrei con una semplice domanda che mi hai posto, parlartene per giorni interi... l'argomento è vasto e il fenomeno delle maree è molto complesso perché viene modificato dalla topografia della superficie terrestre e anche dalle influenze meteorologiche.
Torniamo a noi, mi chiedevi se la marea è attirata dalla luna o anche dal sole?
La marea è dovuta alla combinazione di due fattori:
• l'attrazione gravitazionale esercitata sulla Terra dagli altri corpi celesti del sistema solare: tra questi è nettamente predominante l'attrazione della Luna (a causa della sua distanza dalla Terra molto minore di quella di tutti gli altri corpi), secondaria quella del Sole, trascurabile quella degli altri pianeti.
• la forza centrifuga dovuta alla rotazione del sistema Terra-Luna intorno al proprio centro di massa.
Premetto che....in realtà bisogna considerare la posizione combinata del Sole e della Luna rispetto alla Terra: anche se l'influenza solare sulle maree è circa due volte inferiore a quella lunare, non è certamente insignificante.
Quando ci si trova nelle fasi di luna nuova e di luna piena, i tre corpi, Sole, Terra, Luna, sono praticamente allineati e l'effetto del Sole si aggiunge a quello della Luna, generando maree più forti (note come maree equinoziali o maree di plenilunio).
Al contrario, durante il primo e il secondo quarto, i tre corpi sono in quadratura e le azioni mareali combinate generano maree di minore entità (sono dette maree di quadratura).
L'ampiezza delle maree non dipende soltanto da fenomeni astronomici, cioè dalla posizione relativa di Sole, Terra, Luna, ma anche dalla conformazione dei fondali marini e dalle linee di costa, dalla presenza o meno di bacini più piccoli (insenature o baie). Infatti le coste sono ostacoli al moto delle acque e in una baia l'altezza della marea aumenta.
Giusto per farti capire la complessità delle maree,riguardo l'acqua alta a Venezia (alta marea) è un fenomeno che interessa la città solitamente nella stagione invernale quando la marea astronomica, il vento di scirocco, il fenomeno della sessa in Adriatico - o tutti questi elementi insieme - determinano un maggior afflusso di acqua nella laguna di Venezia.
L'acqua alta segue il ciclo della marea (6 ore la marea cresce e le successive 6 cala): nei giorni un cui c'e' acqua alta, questa dura solo per le ore centrali della fase crescente. Quindi solitamente l'acqua alta permane a Venezia per circa 3-4 ore. Subito dopo, una volta calata l'acqua, la città ritorna alla sua normalità.
* sessa: è il movimento periodico delle acque del mare Adriatico, una sorta di onda lunga che va e che viene lungo tutte le coste.
Perchè per ben due volte in un giorno e non solo una?
La Marea con frequenza di circa dodici ore è il tipo di marea che meglio segue le regole astronomiche semplici.È applicabile alle maree presenti nel Mar Mediterraneo, nonché sulle coste francesi, nel Canale della Manica e altri litorali europei e extraeuropei.Sulle coste dell'Adriatico Settentrionale la marea si presenta prevalentemente con due alte e due basse giornaliere.
La maggiore differenza tra l'alta e la bassa marea viene spiegata con il passaggio della luna, che ruota attorno alla terra con un periodo leggermente superiore alle 24 ore, cosicché il periodo principale delle maree è di circa 12 ore 25 minuti. Il ché vuol dire che per circa 6 ore il livello del mare scende, per poi risalire per altrettante ore.
Spero di essere riuscita a dare una risposta esaudiente alle tue domande....come ti dicevo la materia è complessa.....
Ciao e grazie .
nèga ha scritto:[justify]ciao Davide
La val d’Aveto la conosco molto bene (ci lavoro da 20 anni) ed ha un microclima tra i più vari dell’Appennino settentrionale.
La parte piacentina è simile ad un fiordo, con una quota minima inferiore ai 400 m/slm e crinali intorno ai 1600 m/slm.
Si va dalla fascia fitoclimatica del lauretum freddo al fegetum, che in parole povere significa che in fondovalle trovi scampoli di flora mediterranea con addirittura alcuni esemplari di leccio e man mano che sali trovi castagneti, roverelle e faggi.
Ma la vera zona classificata come relitto glaciale è la catena dei monti Bue, Nero e Ragola che delimitano la testata della confinante val Nure.
In quest’area trovi relitti dell’ultima glaciazione Wurmiana trai quali il più rappresentativo è il pino mugo (varietà pumilium) che è un vero e proprio endemismo glaciale.
Il lago Nero, laghetto di origine glaciale, rimane ghiacciato per circa 100 gg all’anno e quando non ci nevica sopra troppo presto (come quest’anno) è una magnifica pista di pattinaggio … grande più di un ha. La scarpinata di circa un’ora vale la pena ….
In tutta la zona quando una frana rivolta gli strati più profondi del terreno o un’alluvione abbassa il letto di qualche torrente è facile rinvenire tronchi di conifere di grosse dimensioni conservati negli strati di argilla (non si tratta di piante fossili) e l’area di M.nero ospita un popolamento di abete bianco di origine naturale anch’esso risalente all’ultima glaciazione (il resto delle conifere in valle sono di origine artificiale).
visto che il mio intervento è una sfacciata promozione turistica di un territorio che amo e che mi da … da vivere …. allego qualche link di video riguardanti le zone di cui ho accennato sopra
Il tuo post ha notevolmente attirato la mia attenzione....soprattutto l'osservatorio astronomico https://www.youtube.com/watch?v=-dFvS-OtOYU&feature=related grazie per la descrizione di questa zona che non mancherò prima o poi di visitare.
Ultima modifica di peppone il Mer Dic 08, 2010 1:20 am - modificato 1 volta. (Motivazione : unione di due post consecutivi)
Araba Fenice- esperto meteo
- Messaggi : 193
Data d'iscrizione : 17.06.10
Età : 56
Località : Pedemontana Veneta. Lat: 45.77° Lon: 11.74° Alt: 129m s.l.m.
Re: Curiosità meteo.
belcanto ha scritto:Sapete qualcosa dei fulmini globulari?
Una volta ci sono passato sotto,a pochi metri e ho avuto danni all'auto altre due volte li ho visti da lontano,credo.
Salute a voi
Belcanto
Ciao,grazie per la domanda.
I fulmini globulari o sfere di luce sono un fenomeno luminoso dell'atmosfera. Consistono in sfere di diametro variabile, ferme o in movimento con velocità variabili, e si possono notare durante i temporali.Purtroppo ad oggi è ancora un fenomeno poco conosciuto,hanno un diametro che varia tra i 2cm ai 50cm,sono di vari colori che vanno dal giallo ,arancione,rosso,bianco e anche blu,hanno una traettoria a zig zag,ma a volte stanno anche fermi,possono attraversare pareti e finestre senza causare danni,possono sparire improvvisamente oppure esplodere causando danni e lasciando l'odore di zolfo.Sulla formazione dei fulmini globulari esistono diverse teorie anche se la più accreditata è quella formulata da Graham Hubler degli U.S. Naval Research Laboratory di Washington. La teoria di Hubler prevede che il fulmine globulare sia una combinazione di fenomeni elettromagnetici e chimici. In sostanza un classico fulmine colpendo il terreno disintegrerebbe alcuni elementi chimici come il silicio, questi elementi chimici volteggiando nell'aria si miscelerebbero con l'ossigeno e per via dell'altissima temperatura produrrebbero del plasma incandescente che è quello che viene identificato come fulmine globulare,al momento però è ancora tutto sotto studio
dade- esperto meteo
- Messaggi : 857
Data d'iscrizione : 01.11.10
Località : Cameri (novara) Piemonte
"santa lucia il giorno piu corto che ci sia"
ma sara" vero il detto di "santa lucia il giorno piu corto che ci sia???" .......visto che è tradizzione popolare.....facciamo che è vero!! .......ma in termini scientifici qualcuno ci sa illuminare?
maxi- utente registrato
- Messaggi : 1564
Data d'iscrizione : 02.12.09
Località : umbria
Re: Curiosità meteo.
maxi ha scritto: ma sara" vero il detto di "santa lucia il giorno piu corto che ci sia???" .......visto che è tradizzione popolare.....facciamo che è vero!! .......ma in termini scientifici qualcuno ci sa illuminare?
Ciao Maxi
In data 18 dicembre il sole passa ufficialmente dalla costellazione dell'Ofiuco a quella del Sagittario. Contrariamente a quanto pensato da molti il giorno più corto dell'anno non coinciderà con Santa Lucia (13 dicembre) ma quest'anno sarà il 21 Dicembre con il solstizio d'inverno. Questo perché proprio in prossimità del 13 dicembre si verifica il periodo in cui il Sole tramonta più presto: per le prime due settimane di dicembre l'orario del tramonto si mantiene quasi costante, tra le 16.41 e le 16.42. Dopo il 21 il Sole tramonta leggermente più tardi, circa 3 minuti dopo, alle 16.44, ma anche il suo sorgere è ritardato di alcuni minuti, avendo luogo alle 7.36 (il 13 dicembre sorge alle 7.31): in definitiva, il Sole resta sopra l'orizzonte circa 2 minuti in meno rispetto al giorno 13.
Spero sia chiaro ...in caso di dubbi chiedi,ciao e buona serata.
Araba Fenice- esperto meteo
- Messaggi : 193
Data d'iscrizione : 17.06.10
Età : 56
Località : Pedemontana Veneta. Lat: 45.77° Lon: 11.74° Alt: 129m s.l.m.
Re: Curiosità meteo.
.....sapevo che molto probabilmente rispondeva "araba fenice"...... ...........grazie,tutto chiaro
maxi- utente registrato
- Messaggi : 1564
Data d'iscrizione : 02.12.09
Località : umbria
Re: Curiosità meteo.
Adesso ho capito!!
Sapevo che il giorno piu corto è il 21 dic ma non capivo perchè la tradizione anticipava di 8 giorni. E' il tramonto che ha fregato i nostri nonni!
Buono a sapersi, grazie.
Zao
Sapevo che il giorno piu corto è il 21 dic ma non capivo perchè la tradizione anticipava di 8 giorni. E' il tramonto che ha fregato i nostri nonni!
Buono a sapersi, grazie.
Zao
dautàrr- utente registrato
- Messaggi : 550
Data d'iscrizione : 06.02.10
Età : 57
Località : Bologna appennino
Re: Curiosità meteo.
maxi ha scritto: .....sapevo che molto probabilmente rispondeva "araba fenice"...... ...........grazie,tutto chiaro
dautàrr ha scritto:Adesso ho capito!!
Sapevo che il giorno piu corto è il 21 dic ma non capivo perchè la tradizione anticipava di 8 giorni. E' il tramonto che ha fregato i nostri nonni!
Buono a sapersi, grazie.
Zao
Grazie a voi ragazzi..... e comunque i nostri nonni senza tante tecnologie avevano una grande visione di quello che era il tempo in senso metereologico,loro vivevano in simbiosi con la natura!!!
Prendiamo per esempio le temperature di stasera, qui sono le 22.45 e fuori siamo già a -3°C e i nonni dicevano: a Santa Lusia il freddo struscia..... come dargli torto brrrrr.
Ciao ragazzi
Araba Fenice- esperto meteo
- Messaggi : 193
Data d'iscrizione : 17.06.10
Età : 56
Località : Pedemontana Veneta. Lat: 45.77° Lon: 11.74° Alt: 129m s.l.m.
Re: Curiosità meteo.
i miei nonni dicevano che il giorno iniziasse ad allungarsi veramente solo verso il 25 di dicembre
a natal un pas dun gal
ciao
a natal un pas dun gal
ciao
frozik- Moderatori
- Messaggi : 956
Data d'iscrizione : 08.10.08
Re: Curiosità meteo.
frozik ha scritto:i miei nonni dicevano che il giorno iniziasse ad allungarsi veramente solo verso il 25 di dicembre
a natal un pas dun gal
ciao
Le giornate iniziano ad allungarsi subito dopo il solstizio d'inverno cioè il 22 dicembre...solo che l'allungamento così a ridosso del giorno piu' corto dell'anno non è molto visibile,si parla di pochi minuti in piu' di luce ...
Araba Fenice- esperto meteo
- Messaggi : 193
Data d'iscrizione : 17.06.10
Età : 56
Località : Pedemontana Veneta. Lat: 45.77° Lon: 11.74° Alt: 129m s.l.m.
Pagina 6 di 10 • 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10
Pagina 6 di 10
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.