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Curiosità meteo.
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Re: Curiosità meteo.
Araba Fenice ha scritto:Alessandro ha scritto:
Poi si può scegliere come dici tu se aspettare nuove ricerche in materia e soprattutto serie ,cronologicamente molto più estese, prima di ricavare qualche risposta certa, oppure provare a sbilanciarci con i dati che abbiamo e tracciare delle linee di tendenza attendibili non più del 40% massimo , io quì ho scelto di sbilanciarmi però se secondo te bisogna aspettare delle certezze, allora andiamo avanti a fare previsioni per i prossimi 2 o 3gg , oppure facciamo come alcuni siti meteo di primo piano che cambiano previsione ogni 6/12h , ma che soddisfazione avrei? provo ad avere il "coraggio" di sbilanciarmi rischiano brutte figure questa è la mia linea
Non era mia intenzione discutere o criticare su come fai tu le previsioni (il tuo lavoro risulta molto preciso) la mia voleva essere solo una considerazione e uno scambio ti opinioni,grazie comunque per la risposta.... sempre molto chiara.
Anche la mia lo era , nel senso che se si cercano certezze nelle tendenze stagionali e meglio non farle , non avevo capito cosa intendevi dire di preciso , per esempio puoi anche dirmi che per te valgono zero le tendenze stagionali che io comprenderei il tuo punto di vista perchè effettivamente c'è ancora molto , ma molto da lavorare per avere un attendibilità più alta in queste tipo di previsione , e comunque dal momento che mi sbilancio e ho deciso di fare delle previsioni è normale che sia anche oggetto di critiche come tutti quelli che fanno previsioni del tempo che sia in rete , sui giornali o in radio e tv........
Ale- UTENTE BANNATO
- Messaggi : 49
Data d'iscrizione : 21.12.09
Re: Curiosità meteo.
Non sò chi di voi abbia letto STATO DI PAURA di Michael Crichton , è un romanzo molto esplicativo riguardante previsioni di catastrofi ed eventi naturali , come ripeto è solo un romanzo , ma basato su tabelle con dati storici reali , l'insieme mi ha fatto vedere le previsioni apocalittiche prospettate dai media e da insigni scienziati, molto piu' chiaramante.
Re: Curiosità meteo.
Ho fatto un "giro" su alcuni siti e forum meteo di mia conoscenza , alcuni nelle tendenze stagionali scrivono con troppa sicurezza che sarà un inverno da ricordare , molto nevoso ecc.... o questi sono delle persone paranormali , dei maghi, degli onnipotenti , oppure cercano di attirare gente amante della neve e del freddo , perchè ricordo che sono modelli matematici a lunghissimo termine soggetti ad errori , tra l'altro gli indici non danno mai l'esatta collocazione di dove avverrà l'evento gelido o nevoso , quando sentite esperti del settore che parlano con eccessiva sicurezza diffidate perchè la meteorologia è ancora una scienza imperfetta da prevedere e la natura a volte capovolge previsioni e tendenze , ricordo sempre che le tendenze stagionali hanno al massimo un attendibilità che non va oltre il 40% e tracciano una linea di possibili configurazioni bariche , come le forbici neve non più del 40% , non stupitevi se dopo tutti questi titoloni venga fuori un inverno senza grossi "sussulti" che tra l'altro personalmente non ho escluso seppur questa possibilità ritengo sia con percentuali basse
Ale- UTENTE BANNATO
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Data d'iscrizione : 21.12.09
Re: Curiosità meteo.
Purtroppo è la realtà italiana,un esmpio che è successo ultimamente è il licenziamento di Mario Giuliacci da mediaset solo perchè ha detto la vertà,ha solo criticato il modo di far passare la meteorologia come una passarella di belle ragazze e nient'altro,ha poi specificato che è anche un'offesa a chi come lui studioso della scenza da più di 40 anni sia uno schiaffo alla serietà,purtroppo la meteo da noi è vista come uno spettacolo da teatrino,in secondo luogo non esiste neanche un sistema d'allarme per i temporali violenti estivi con tando di tromba d'aria e downburst (2 fenomeni diversi ma molto violenti) solo perchè (e io sono testimone in persona) i comuni quando si parla di poter installare degli allarmi ti sbattono la porta in faccia,nel mio comune mi hanno risposto così,non siamo un'associazione culturale/dialettale quindi non potete avere una sede qua,(volevamo fare una sede meteo a Cameri che riguardava tutto il Piemonte)
dade- esperto meteo
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Località : Cameri (novara) Piemonte
Re: Curiosità meteo.
davide depaoli ha scritto:Purtroppo è la realtà italiana,un esmpio che è successo ultimamente è il licenziamento di Mario Giuliacci da mediaset solo perchè ha detto la vertà,ha solo criticato il modo di far passare la meteorologia come una passarella di belle ragazze e nient'altro,ha poi specificato che è anche un'offesa a chi come lui studioso della scenza da più di 40 anni sia uno schiaffo alla serietà,purtroppo la meteo da noi è vista come uno spettacolo da teatrino,in secondo luogo non esiste neanche un sistema d'allarme per i temporali violenti estivi con tando di tromba d'aria e downburst (2 fenomeni diversi ma molto violenti) solo perchè (e io sono testimone in persona) i comuni quando si parla di poter installare degli allarmi ti sbattono la porta in faccia,nel mio comune mi hanno risposto così,non siamo un'associazione culturale/dialettale quindi non potete avere una sede qua,(volevamo fare una sede meteo a Cameri che riguardava tutto il Piemonte)
Queste cose succedono perchè la società di oggi è fondata piu' sull'apparire che sulla buona cultura.
Vuoi mettere lo share che fà un qualsiasi reality (che di cultura non ne ha nemmeno l'ombra) che un documentario o un programma dove impari qualcosa (ormai non ne trasmettono neanche piu').
Ed è anche per questo che succedono tanti disastri...per il disinteresse generale che stanno creando......per la scarsa importanza che le persone danno alle cose e agli eventi.
In alcune scuole europee,la metereologia è insegnata come una materia alla pari delle altre...... ma dimenticavo ,qui siamo in Italia..... paese di veline e reality!!!!!
Araba Fenice- esperto meteo
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Età : 56
Località : Pedemontana Veneta. Lat: 45.77° Lon: 11.74° Alt: 129m s.l.m.
Re: Curiosità meteo.
Stavo postando una cosa in risposta al meteo di Davide ma poi ho guardato dov'era il posto più giusto per inserirla... e ho trovato questo... Ho letto e mi è venuto da sorridere perchè pure io sono veneto come Araba Fenice e Giacomo... Io posto, se poi dite la vostra ne sono felice... Questo è quello che avevo scritto...
Scusami Davide, io sono quello delle domande non molto attinenti ma... Abito in veneto e qui da noi qualche casino c'è stato, magari non cataclismi ma vi posso assicurare che per chi si è trovato sommerso dall'acqua lo è stato! Altri miei amici hanno vissuto ore di panico... La mia domanda, alla quale non so se tu puoi rispondermi, è sulle sponde dei fiumi! C'è chi dice che l'argine si è rotto ma sono i più a dire che è stato rotto per impedire che città o comuni più popolosi ne facessero le spese (insomma si è scelto il danno minore)! Tu che dici? La protezione civile, salvo in un caso, ha detto che si sono rotti gli argini... io credo di più alla popolazione, come sempre, che dice che li hanno rotti! La seconda domanda è se questi eccessi di pioggia sono tali da giustificare certi avvenimenti, nel senso che di fronte a tre giorni di pioggia sostenuta è “normale” che succeda questo… Terza ed ultima domanda che pongo: è solo una questione di “schei” (soldi) che in Italia non ci sono figure lavorative di buon livello che si occupino delle manutenzioni dei tratti fluviali (e non solo)? Una volta i contadini pulivano le rive dei fossi, ad esempio, mentre oggi? Se oggi provi a tagliare e portarti a casa la legna che intasa i letti dei fiumi quasi t’arrestano!
Ci sono molti laureati in forestale che non trovano lavoro (e di competenze a riguardo ne dovrebbero avere davvero parecchie): perché non si occupano anche di questo? Perché oggi si è drasticamente perso un senso civico e naturalista? Ma boiacan (scusate l’intercalare) è possibile che l’uomo non senta un legame stretto con la natura? Per me questa estraneità delle persone è qualcosa di inconcepibile…
Chiedo scusa per lo sfogo ma mi piacerebbe sentire anche la vostra perché può darsi che non tenga conto (non so) di cose delle quali bisognerebbe farlo… Insomma io non sono uno di quelli che spara a zero contro tutti e tutto, ma non capisco… e voi? Spendere qual cosina in più per la prevenzione? Quanto costa rimediare ai danni che poi succedono (e di fronte alla morte, non c’è nulla da riparare…)?
Scusami Davide, io sono quello delle domande non molto attinenti ma... Abito in veneto e qui da noi qualche casino c'è stato, magari non cataclismi ma vi posso assicurare che per chi si è trovato sommerso dall'acqua lo è stato! Altri miei amici hanno vissuto ore di panico... La mia domanda, alla quale non so se tu puoi rispondermi, è sulle sponde dei fiumi! C'è chi dice che l'argine si è rotto ma sono i più a dire che è stato rotto per impedire che città o comuni più popolosi ne facessero le spese (insomma si è scelto il danno minore)! Tu che dici? La protezione civile, salvo in un caso, ha detto che si sono rotti gli argini... io credo di più alla popolazione, come sempre, che dice che li hanno rotti! La seconda domanda è se questi eccessi di pioggia sono tali da giustificare certi avvenimenti, nel senso che di fronte a tre giorni di pioggia sostenuta è “normale” che succeda questo… Terza ed ultima domanda che pongo: è solo una questione di “schei” (soldi) che in Italia non ci sono figure lavorative di buon livello che si occupino delle manutenzioni dei tratti fluviali (e non solo)? Una volta i contadini pulivano le rive dei fossi, ad esempio, mentre oggi? Se oggi provi a tagliare e portarti a casa la legna che intasa i letti dei fiumi quasi t’arrestano!
Ci sono molti laureati in forestale che non trovano lavoro (e di competenze a riguardo ne dovrebbero avere davvero parecchie): perché non si occupano anche di questo? Perché oggi si è drasticamente perso un senso civico e naturalista? Ma boiacan (scusate l’intercalare) è possibile che l’uomo non senta un legame stretto con la natura? Per me questa estraneità delle persone è qualcosa di inconcepibile…
Chiedo scusa per lo sfogo ma mi piacerebbe sentire anche la vostra perché può darsi che non tenga conto (non so) di cose delle quali bisognerebbe farlo… Insomma io non sono uno di quelli che spara a zero contro tutti e tutto, ma non capisco… e voi? Spendere qual cosina in più per la prevenzione? Quanto costa rimediare ai danni che poi succedono (e di fronte alla morte, non c’è nulla da riparare…)?
JACI- utente registrato
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Re: Curiosità meteo.
JACI ha scritto:Stavo postando una cosa in risposta al meteo di Davide ma poi ho guardato dov'era il posto più giusto per inserirla... e ho trovato questo... Ho letto e mi è venuto da sorridere perchè pure io sono veneto come Araba Fenice e Giacomo... Io posto, se poi dite la vostra ne sono felice... Questo è quello che avevo scritto...
Scusami Davide, io sono quello delle domande non molto attinenti ma... Abito in veneto e qui da noi qualche casino c'è stato, magari non cataclismi ma vi posso assicurare che per chi si è trovato sommerso dall'acqua lo è stato! Altri miei amici hanno vissuto ore di panico... La mia domanda, alla quale non so se tu puoi rispondermi, è sulle sponde dei fiumi! C'è chi dice che l'argine si è rotto ma sono i più a dire che è stato rotto per impedire che città o comuni più popolosi ne facessero le spese (insomma si è scelto il danno minore)! Tu che dici? La protezione civile, salvo in un caso, ha detto che si sono rotti gli argini... io credo di più alla popolazione, come sempre, che dice che li hanno rotti! La seconda domanda è se questi eccessi di pioggia sono tali da giustificare certi avvenimenti, nel senso che di fronte a tre giorni di pioggia sostenuta è “normale” che succeda questo… Terza ed ultima domanda che pongo: è solo una questione di “schei” (soldi) che in Italia non ci sono figure lavorative di buon livello che si occupino delle manutenzioni dei tratti fluviali (e non solo)? Una volta i contadini pulivano le rive dei fossi, ad esempio, mentre oggi? Se oggi provi a tagliare e portarti a casa la legna che intasa i letti dei fiumi quasi t’arrestano!
Ci sono molti laureati in forestale che non trovano lavoro (e di competenze a riguardo ne dovrebbero avere davvero parecchie): perché non si occupano anche di questo? Perché oggi si è drasticamente perso un senso civico e naturalista? Ma boiacan (scusate l’intercalare) è possibile che l’uomo non senta un legame stretto con la natura? Per me questa estraneità delle persone è qualcosa di inconcepibile…
Chiedo scusa per lo sfogo ma mi piacerebbe sentire anche la vostra perché può darsi che non tenga conto (non so) di cose delle quali bisognerebbe farlo… Insomma io non sono uno di quelli che spara a zero contro tutti e tutto, ma non capisco… e voi? Spendere qual cosina in più per la prevenzione? Quanto costa rimediare ai danni che poi succedono (e di fronte alla morte, non c’è nulla da riparare…)?
Ciao Jaci
hai rivolto la domanda a Davide ma poi in fondo chiedi il parere di tutti ...ti dico il mio!!
Il mio parere è rivolto verso la mia regione,il Veneto....non conosco tutta la realtà che mi circonda,ma con i miei occhi vedo e monitorizzo quello che succede intorno a me...inoltre partecipo a tutti gli eventi informativi che il corpo forestale e la protezione civile della mia zona rende pubblici.
Premetto sempre che noi Veneti...viviamo in un'isola felice....abbiamo un territorio che regge bene agli eventi atmosferici, poi purtroppo ci sono eventi straordinari che metterebbero in ginocchio chiunque!!!
Dove abito io non è successo nulla...il Brenta ha retto alla grande.Il famoso alluvione del 1966 causò danni perchè ci furono problemi a monte ,dove c'è la diga di Arsie....l'hanno aperta perchè non tracimasse quando il Brenta stesso era già a livelli massimi di portata.
Ho amici a Cresole (Vi) e anche nel Trevigiano e ti giuro che ho visto con i miei occhi la devastazione..... ed è da mettersi a piangere!!!
Io non penso che abbiano rotto apposta gli argini per non creare danni in zone piu' densamente popolate....gli argini non hanno proprio retto.
L'ondata di maltempo che si è abbattuta dal 31/10 al 02/11 è stata uno di quegli eventi straordinari che citavo prima e che metterebbero in crisi qualunque posto.
Da notare che in 3 giorni sono cadute quantità di pioggia che generalmente si accumulano in un intero anno, a Piancavallo (Friuli): 810 mm in tre giorni!
Considera poi un'altra cosa ... la conformità del nostro territorio, già l'avevo scritto in un'altra discussione.... dalle parti di Caldogno -Cresole la terra è ricca di risorgive....scavi e trovi acqua ad una profondità di un paio di metri....con un evento eccezionale come quello dei giorni scorsi....hai voglia che il terreno riesca ad assorbire certe quantità.
Riguardo ai letti dei fiumi...parlo per la mia zona, c'è davvero molta attenzione e pulizia (magari viene tralasciato il torrente) ma fiumi di una certa portata sono ben curati...poi ripeto: è stato un evento eccezzionale....anche il torrente piu' curato non avrebbe retto.
Noto che nella zona dell'alto vicentino, da qualche anno a questa parte ...hanno iniziato a rinforzare gli argini dei torrenti con le pietre....la speranza è: che questi disastri non rimangano inosservati e che servano per sensibilizzare sempre di piu' l'uomo, verso il rispetto della natura e che lo si faccia per tempo perchè.....quando la natura si ribella è troppo tardi.
Sappi che comprendo il tuo sfogo....difronte agli scempi ambientali....sparo a zero pure io!!!!
Ciao.
Ps...speriamo che Davide ci dia buone notizie a livello meteo per i prossimi giorni,ma la vedo dura!!!
Qui il sole ha retto poche ore stamattina...il cielo minaccia pioggia
Araba Fenice- esperto meteo
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Re: Curiosità meteo.
Rispondo alle tue domande,molto probabilmente hanno si rotto gli argini per poter fare il danno minore,ma a volte è la scelta più sbagliata e a quanto pare è proprio così,i letti dei fiumi e torrenti sono realmente sporchi e pieni di alberi morti che fanno da dighe quando questi sbattono sui ponti e in certi punti ristringono il letto dei fiumi,in Veneto non credo che ci sia l'edilizia selvaggia o se c'è è in minima parte,altre regioni si,la situazione che si è generata è la classica depressione che viene rallentata dall'alta pressione che c'era sull'Europa dell'est,con i venti di scirocco ecco che la pioggia caduta è stata veramente tanta ( 500/800mm in tre giorni),la neve è caduta a quote elevate insomma tutto un insieme di fenomeni che hanno portato al disastro,ma questo non è da implicare al cambiamento climatico,succede è successo in passato e succederà ancora,si può evitare altri danni così imponenti solo se si spendesse di più nella pulizia dei fiumi e si studiasse di più il proprio territorio,per i prossimi giorni per voi del triveneto non ci sono proprio buonissime notizie,vi chiedo di seguire i miei aggiornamenti
dade- esperto meteo
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Località : Cameri (novara) Piemonte
Re: Curiosità meteo.
ma chi dovrebbe tenere puliti i fiumi ?........vigili del fuoco? ....forestale?......... ........possibile che ancora non si riesca a fare chiarezza e dare un reparto apposito per questi problemi riccorrenti??
maxi- utente registrato
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Re: Curiosità meteo.
maxi ha scritto: ma chi dovrebbe tenere puliti i fiumi ?........vigili del fuoco? ....forestale?......... ........possibile che ancora non si riesca a fare chiarezza e dare un reparto apposito per questi problemi riccorrenti??
Sono i consorzi bonifica acqua di ogni regione, che dovrebbero tenere sotto controllo tutta la rete dei canali e tenerli puliti..... il condizionale in questo momento è d'obbligo
ciao
Ps: da tenere presente che è un servizio che paghiamo,almeno qui nella mia zona si paga una tassa annua al consorzio della pedemontana del Brenta!!!
Araba Fenice- esperto meteo
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Re: Curiosità meteo.
maxi ha scritto: ma chi dovrebbe tenere puliti i fiumi ?........vigili del fuoco? ....forestale?......... ........possibile che ancora non si riesca a fare chiarezza e dare un reparto apposito per questi problemi riccorrenti??
Ti ha risposto Araba Fenice,ed è giusto quel che dice,anche qua in Piemonte paghiamo una tassa del consorzio acque regionali,ma ci deve pensare anche la forestale
dade- esperto meteo
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Località : Cameri (novara) Piemonte
Re: Curiosità meteo.
smottamento dovuto ad un disbosco selvaggio seguito da uno sbancamento da incoscienti[img][/img]
Roccia- utente registrato
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Video Tromba d'Aria a Montecchio
Ecco la tromba d'aria che si è generata ieri a Montecchio (vicenza) in realtà si tratta però di un Funnel Cloud ovvero il cono tornadico non ha toccato terra per fortuna.
dade- esperto meteo
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Località : Cameri (novara) Piemonte
Estate di San Martino,tra tradizione,leggenda e cultura contadina.
Oggi, 11 novembre, si celebra in tutta Italia quella che viene chiamata l'estate di San Martino e che secondo tradizione dovrebbe garantire tempo mite in tutto il Paese dopo il brutto tempo dei giorni passati.
In effetti da noi ha piovuto fino a stanotte e stamattina..... un'alba umida ma meravigliosa, inondava di una luce rosata le colline della pedemontana veneta....che spettacolo!!!
Questa ricorrenza, nasce per ricordare come San Martino coprì con il suo mantello un uomo che chiedeva l'elemosina nudo e infreddolito e così Dio per ricompensare il santo per via della sua bontà d'animo fece arrivare un'ondata di tempo buono.
A livello scientifico, l'estate di San Martino non è altro che una sorta di marcia indietro del maltempo e del freddo invernale dovuta alla presenza di un anticiclone che va ad agire pressochè ovunque nel mondo causando condizioni di tempo mite rispetto a quello che ci si aspetterebbe da questo periodo.
E nella cultura contadina?
Tradizionalmente per l'estate di San Martino si aprono le botti e si assaggia il vino novello perchè in questo periodo si rinnovavano anche i contratti in scadenza degli agricoltori e non a caso il detto popolare è diventato anche una frase idiomatica, "fare San Martino", utilizzata quando si vuole intendere di dover traslocare.
La coltura dei campi e l’allevamento del bestiame sono sempre stati strettamente dipendenti da situazioni meteorologiche; la meteorologia popolare riflette, nel suo insieme, la saggezza di coloro che, generazione dopo generazione, hanno osservato la natura per capire e prevedere le condizioni atmosferiche. Attente quanto assidue considerazioni di tipo empirico, ma non per questo prive di un certo fondamento, hanno dato origine a tutta una serie di indicazioni preventive e operative, tramandatesi in parte fino ai nostri giorni; ognuna di esse racchiude in sé la chiave utilizzata dalla civiltà contadina tradizionale per decifrare i segreti della terra e corredarli di un orizzonte di segni entro cui muoversi.
Nel corso dei secoli, il pensiero meteorologico popolare si è condensato in decine e decine di proverbi, trasmessi in un primo tempo solo oralmente e poi trascritti negli almanacchi[i]; molti si distinguono per i toni arguti o per la rima riuscita: quand el suu u fa ugígn, aqua in sül cupígn, quando il sole si affaccia tra le nuvole arriva la pioggia (Gudo).
La parte più consistente di questo patrimonio si riferisce al ciclo delle piogge, ai cicli astronomici del sole e della luna, con i vari santi che presiedono le giornate chiave del trapasso da una stagione all’altra; numerosi altri detti riguardano la campicoltura (con il ciclo dei cereali in testa), la bachicoltura, il ciclo dell’allevamento del maiale, la viticoltura, la migrazione e la riproduzione degli uccelli.
Data la vastità dell’argomento[ii], si è pensato di codificare il frutto di questa ricerca (effettuata tramite uno spoglio mirato dei materiali custoditi negli archivi del Centro di dialettologia e di etnografia, unito alla consultazione di svariate fonti a stampa) in un calendario agrario-meteorologico che si snoda da gennaio a dicembre, pur sapendo che, in realtà, nella società contadina tradizionale un calendario in sequenza, organizzato cioè come ai nostri giorni, non esisteva: i giorni dell’anno venivano divisi in due grandi periodi, l’estate e l’inverno, il tempo del caldo e quello del freddo; in altre parole, la bèla stagión, quella che consente di dedicarsi ai lavori agricoli, contrapposta alla brüta stagión, il tempo del freddo e del buio, in cui la produzione agraria rallenta e si conclude. Due ritmi stagionali scanditi da un lato dagli eventi meteorologici principali dell’anno, dall’altro dalle fasi lunari; entrambi davano vita a un calendario naturale che, in parte, scavalcava quello ufficiale annuale[iii].
Secolo dopo secolo, i contadini hanno lavorato la terra, hanno osservato le piante, gli animali e il cielo, hanno seguito l’avvicendarsi del giorno e della notte, memorizzato l’ombra proiettata da monti, rocce e alberi, instaurando un dialogo diretto con la natura, dalla quale dipendevano per la loro sopravvivenza. Erano uomini in grado di valutare con facilità la temperatura dell’aria, la consistenza e la qualità del suolo, la forza e la direzione dei venti. Uomini che per necessità hanno imparato a scrutare il cielo per cercare indizi di bufera imminente, a riconoscere i pendii esposti alle valanghe, a prestare attenzione al suono delle campane (e, piu tardi, del treno) per determinare la provenienza delle perturbazioni. Ogni osservazione aveva una sua specifica utilità.
C’è un altro aspetto che è bene evidenziare: la saggezza popolare ha una logica che l’uomo moderno non riesce più a capire; certe relazioni tra le cose, e le risposte o “soluzioni” che ne conseguono, oggigiorno sembrano per lo più incomprensibili. Confrontati con una realtà che non potevano dominare, indifesi di fronte alla natura, i nostri progenitori hanno cercato – nella pratica magica come nell’intercessione dei santi – una speranza e un sostegno. Ad es., nei momenti di tempo avverso, all’uomo dei campi non restava che implorare l’aiuto del Cielo: una grandinata poteva rovinare in un batter d’occhio vigne, orti e alberi da frutta; al primo apparire dei chicchi di grandine il contadino (o un famigliare) si accostava all’uscio e bruciava un rametto di ulivo benedetto nella speranza di scongiurare la tempesta; anche l'acqua benedetta durante la veglia pasquale, versata sulla soglia domestica durante i temporali, doveva preservare la casa e tutti i suoi inquilini dalla folgore; altre strategie consistevano nell’accendere candele benedette, invocare l’aiuto dei santi, appendere una corona del rosario sulla soglia di casa, suonare le campane a stormo, collocare una scure o una falce fienaia col filo rivolto verso il cielo[iv].
Prima dell'avvento dell'agricoltura industriale l'attenzione agli eventi atmosferici era una pratica assidua e irrinunciabile: il buon andamento delle stagioni era di capitale importanza per le generazioni che ci hanno preceduto, le quali traevano sostentamento dalla coltivazione dei terreni e dall’allevamento degli animali, in base a un’economia di sussistenza. I contadini di un tempo erano costantemente impegnati nell’osservazione dell’ambiente, nutrendo ogni volta ansie e aspettative, traendo disappunto e soddisfazioni; era un difficile e continuo destreggiarsi col tempo, per avere pronti i campi da arare e da erpicare, per sapere quando seminare e quando raccogliere.
Oggi le previsioni a carattere popolare possono sembrare ingenue o quantomeno poco scientifiche; tuttavia, esse sono la testimonianza più autentica del dialogo che i nostri antenati intrecciavano continuamente con la natura. Per la civiltà contadina tradizionale la credenza e il proverbio costituivano un punto di riferimento e una fonte di incoraggiamento fondamentali: questo tipo di codifica dava un orizzonte al cosmo, perché offriva la possibilità di circoscrivere la crisi (si pensi, ad es., ai periodi di “stress meteorologico”), elencando i possibili pericoli e suggerendo i comportamenti per affrontarli.
Si capisce dunque come i nostri progenitori abbiano interrogato il cielo, giorno dopo giorno, già a partire dalle prime ore del mattino: i giurnadi i se ndüina ala lüs dala matina, le giornate si indovinano alla luce del mattino (Valtellina). Già alle prime luci dell’alba è possibile prevedere l’andamento di una giornata.
Oggi voglio anch'io per un momento catapultarmi nella cultura contadina,e l'alba che ho contemplato stamattina mi fà sperare che sia l'inizio dell'estate di San Martino....che dura tre giorni e un pochino
Alcuni proverbi contadini della mia zona:
Per San Martino
ogni mosto è vino.
E co riva San Martin
quatro castagne e do goti de vin.
Per San Martino
cadono le foglie e si spilla il vino.
A San Martin
se imbriaga el grando e anca el picenin.
Oche, castagne e vino
tieni tutto per San Martino.
Caldarroste a San Martino
annaffiate col nuovo vino.
Chi vuol far buon vino
zappi e poti a San Martino.
A San Martino
si lascia l’ acqua e si beve il vino.
L’estate di San Martino
dura tre giorni e un pochino.
Fino a San Martino
sta meglio il grano al campo che al mulino.
A San Martin
tuti i pensieri i va su pal camin.
A San Martino
la neve è sullo spino.
A San Martin
l’inverno l’è vissin.
Trenta diese, trenta undese,
San Martin el vien all’undese,
te pagarò a San Martin.
Da San Martino
l’ inverno è in cammino.
A San Martin
si sposa la figlia del contadin.
Passata l’estate di San Martino
mette le calze il grande e il piccino.
Buona Estate di San Martino a tutti....... araba fenice
In effetti da noi ha piovuto fino a stanotte e stamattina..... un'alba umida ma meravigliosa, inondava di una luce rosata le colline della pedemontana veneta....che spettacolo!!!
Questa ricorrenza, nasce per ricordare come San Martino coprì con il suo mantello un uomo che chiedeva l'elemosina nudo e infreddolito e così Dio per ricompensare il santo per via della sua bontà d'animo fece arrivare un'ondata di tempo buono.
A livello scientifico, l'estate di San Martino non è altro che una sorta di marcia indietro del maltempo e del freddo invernale dovuta alla presenza di un anticiclone che va ad agire pressochè ovunque nel mondo causando condizioni di tempo mite rispetto a quello che ci si aspetterebbe da questo periodo.
E nella cultura contadina?
Tradizionalmente per l'estate di San Martino si aprono le botti e si assaggia il vino novello perchè in questo periodo si rinnovavano anche i contratti in scadenza degli agricoltori e non a caso il detto popolare è diventato anche una frase idiomatica, "fare San Martino", utilizzata quando si vuole intendere di dover traslocare.
La coltura dei campi e l’allevamento del bestiame sono sempre stati strettamente dipendenti da situazioni meteorologiche; la meteorologia popolare riflette, nel suo insieme, la saggezza di coloro che, generazione dopo generazione, hanno osservato la natura per capire e prevedere le condizioni atmosferiche. Attente quanto assidue considerazioni di tipo empirico, ma non per questo prive di un certo fondamento, hanno dato origine a tutta una serie di indicazioni preventive e operative, tramandatesi in parte fino ai nostri giorni; ognuna di esse racchiude in sé la chiave utilizzata dalla civiltà contadina tradizionale per decifrare i segreti della terra e corredarli di un orizzonte di segni entro cui muoversi.
Nel corso dei secoli, il pensiero meteorologico popolare si è condensato in decine e decine di proverbi, trasmessi in un primo tempo solo oralmente e poi trascritti negli almanacchi[i]; molti si distinguono per i toni arguti o per la rima riuscita: quand el suu u fa ugígn, aqua in sül cupígn, quando il sole si affaccia tra le nuvole arriva la pioggia (Gudo).
La parte più consistente di questo patrimonio si riferisce al ciclo delle piogge, ai cicli astronomici del sole e della luna, con i vari santi che presiedono le giornate chiave del trapasso da una stagione all’altra; numerosi altri detti riguardano la campicoltura (con il ciclo dei cereali in testa), la bachicoltura, il ciclo dell’allevamento del maiale, la viticoltura, la migrazione e la riproduzione degli uccelli.
Data la vastità dell’argomento[ii], si è pensato di codificare il frutto di questa ricerca (effettuata tramite uno spoglio mirato dei materiali custoditi negli archivi del Centro di dialettologia e di etnografia, unito alla consultazione di svariate fonti a stampa) in un calendario agrario-meteorologico che si snoda da gennaio a dicembre, pur sapendo che, in realtà, nella società contadina tradizionale un calendario in sequenza, organizzato cioè come ai nostri giorni, non esisteva: i giorni dell’anno venivano divisi in due grandi periodi, l’estate e l’inverno, il tempo del caldo e quello del freddo; in altre parole, la bèla stagión, quella che consente di dedicarsi ai lavori agricoli, contrapposta alla brüta stagión, il tempo del freddo e del buio, in cui la produzione agraria rallenta e si conclude. Due ritmi stagionali scanditi da un lato dagli eventi meteorologici principali dell’anno, dall’altro dalle fasi lunari; entrambi davano vita a un calendario naturale che, in parte, scavalcava quello ufficiale annuale[iii].
Secolo dopo secolo, i contadini hanno lavorato la terra, hanno osservato le piante, gli animali e il cielo, hanno seguito l’avvicendarsi del giorno e della notte, memorizzato l’ombra proiettata da monti, rocce e alberi, instaurando un dialogo diretto con la natura, dalla quale dipendevano per la loro sopravvivenza. Erano uomini in grado di valutare con facilità la temperatura dell’aria, la consistenza e la qualità del suolo, la forza e la direzione dei venti. Uomini che per necessità hanno imparato a scrutare il cielo per cercare indizi di bufera imminente, a riconoscere i pendii esposti alle valanghe, a prestare attenzione al suono delle campane (e, piu tardi, del treno) per determinare la provenienza delle perturbazioni. Ogni osservazione aveva una sua specifica utilità.
C’è un altro aspetto che è bene evidenziare: la saggezza popolare ha una logica che l’uomo moderno non riesce più a capire; certe relazioni tra le cose, e le risposte o “soluzioni” che ne conseguono, oggigiorno sembrano per lo più incomprensibili. Confrontati con una realtà che non potevano dominare, indifesi di fronte alla natura, i nostri progenitori hanno cercato – nella pratica magica come nell’intercessione dei santi – una speranza e un sostegno. Ad es., nei momenti di tempo avverso, all’uomo dei campi non restava che implorare l’aiuto del Cielo: una grandinata poteva rovinare in un batter d’occhio vigne, orti e alberi da frutta; al primo apparire dei chicchi di grandine il contadino (o un famigliare) si accostava all’uscio e bruciava un rametto di ulivo benedetto nella speranza di scongiurare la tempesta; anche l'acqua benedetta durante la veglia pasquale, versata sulla soglia domestica durante i temporali, doveva preservare la casa e tutti i suoi inquilini dalla folgore; altre strategie consistevano nell’accendere candele benedette, invocare l’aiuto dei santi, appendere una corona del rosario sulla soglia di casa, suonare le campane a stormo, collocare una scure o una falce fienaia col filo rivolto verso il cielo[iv].
Prima dell'avvento dell'agricoltura industriale l'attenzione agli eventi atmosferici era una pratica assidua e irrinunciabile: il buon andamento delle stagioni era di capitale importanza per le generazioni che ci hanno preceduto, le quali traevano sostentamento dalla coltivazione dei terreni e dall’allevamento degli animali, in base a un’economia di sussistenza. I contadini di un tempo erano costantemente impegnati nell’osservazione dell’ambiente, nutrendo ogni volta ansie e aspettative, traendo disappunto e soddisfazioni; era un difficile e continuo destreggiarsi col tempo, per avere pronti i campi da arare e da erpicare, per sapere quando seminare e quando raccogliere.
Oggi le previsioni a carattere popolare possono sembrare ingenue o quantomeno poco scientifiche; tuttavia, esse sono la testimonianza più autentica del dialogo che i nostri antenati intrecciavano continuamente con la natura. Per la civiltà contadina tradizionale la credenza e il proverbio costituivano un punto di riferimento e una fonte di incoraggiamento fondamentali: questo tipo di codifica dava un orizzonte al cosmo, perché offriva la possibilità di circoscrivere la crisi (si pensi, ad es., ai periodi di “stress meteorologico”), elencando i possibili pericoli e suggerendo i comportamenti per affrontarli.
Si capisce dunque come i nostri progenitori abbiano interrogato il cielo, giorno dopo giorno, già a partire dalle prime ore del mattino: i giurnadi i se ndüina ala lüs dala matina, le giornate si indovinano alla luce del mattino (Valtellina). Già alle prime luci dell’alba è possibile prevedere l’andamento di una giornata.
Oggi voglio anch'io per un momento catapultarmi nella cultura contadina,e l'alba che ho contemplato stamattina mi fà sperare che sia l'inizio dell'estate di San Martino....che dura tre giorni e un pochino
Alcuni proverbi contadini della mia zona:
Per San Martino
ogni mosto è vino.
E co riva San Martin
quatro castagne e do goti de vin.
Per San Martino
cadono le foglie e si spilla il vino.
A San Martin
se imbriaga el grando e anca el picenin.
Oche, castagne e vino
tieni tutto per San Martino.
Caldarroste a San Martino
annaffiate col nuovo vino.
Chi vuol far buon vino
zappi e poti a San Martino.
A San Martino
si lascia l’ acqua e si beve il vino.
L’estate di San Martino
dura tre giorni e un pochino.
Fino a San Martino
sta meglio il grano al campo che al mulino.
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tuti i pensieri i va su pal camin.
A San Martino
la neve è sullo spino.
A San Martin
l’inverno l’è vissin.
Trenta diese, trenta undese,
San Martin el vien all’undese,
te pagarò a San Martin.
Da San Martino
l’ inverno è in cammino.
A San Martin
si sposa la figlia del contadin.
Passata l’estate di San Martino
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Re: Curiosità meteo.
Ottima spiegazione su San Martino,complimenti
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Re: Curiosità meteo.
davide depaoli ha scritto:Ottima spiegazione su San Martino,complimenti
Grazie Davide
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Re: Curiosità meteo.
ti ringrazzio pure io :love2: .............sentivo spesso " l estate di san martino"......ma non sapevo minimamente cosa era................
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Re: Curiosità meteo.
Mi aggancio a questa discussione per non aprire altri argomenti che potrebbero non essere consoni al tema del forum.....diciamo che quello di cui parlerò ora ha a che fare con gli ultimi eventi metereologici e allora forse ci può stare.
Riprendo il discorso di Davide, il nostro metereologo quando dice e giustamente si lamenta (e concordo con lui) che in Italia mancano sistemi di allarme meteo.
In compenso abbiamo un buon sistema di radar per monitorare le catastrofi
L'alluvione che ha colpito il Veneto, causando ingenti danni, viene costantemente monitorata dai satelliti di CosmoSkyMed che grazie al loro contributo sono di fondamentale aiuto per l’analisi dell’emergenza e la sua evoluzione. Grazie ai dati inviate dai 4 satelliti è stato, infatti, possibile elaborare due immagini che mostrano l'estensione dell'alluvione e le località maggiormente colpite.
I CosmoSkyMed in orbita a 637 chilometri d’altezza scandagliano il suolo con i radar i quali sono stati puntati sulle zone interessate a partire dal 4 novembre. La rilevazione è poi continuata nei giorni successivi fornendo mappe dettagliate sull’intero territorio coinvolto, con elaborazioni relative anche alla misura del livello delle acque e ai danni alle strutture civili, economiche e agricole. Tutte questo materiale è ora diventato particolarmente prezioso nell’organizzazione degli interventi e la gestione dell’emergenza, tant'è che il sistema di Osservazione della Terra è diventato a livello nazionale e internazionale un vero strumento operativo per tutte le istituzioni specie negli scenari più critici.
Sviluppato dall'Agenzia Spaziale Italiana in cooperazione con il Ministero della Difesa, COSMO SkyMed si basa su una costellazione di quattro satelliti identici, dotati di radar ad apertura sintetica (SAR) che lavorano in banda X (in grado quindi di vedere attraverso le nuvole e in assenza di luce solare). Una volta completato, il sistema sarà in grado di effettuare fino a 450 riprese al giorno della superficie terrestre, pari a 1.800 immagini radar, ogni 24 ore.
Il vero punto di forza di COSMO-Skymed è la straordinaria flessibilità di utilizzo. L'occhio del radar può operare in modalità spotlight (concentrandosi su un'area di pochi km quadrati, e osservandola con risoluzione fino al singolo metro), stripmap (osservando una striscia continua di superficie terrestre) o scanSAR (coprendo una regione di 200 km di lato). Brevissimi sono anche i tempi di risposta, cioè il tempo necessario per configurare la costellazione in modo da ottenere immagini dell'area desiderata: da 72 ore quando si opera in condizioni di routine, fino a meno di 18 ore in condizioni di emergenza. Altro punto di forza è il breve tempo di rivista (l'intervallo tra due passaggi sullo stesso punto), inferiore alle 12 ore, che consente di monitorare costantemente l'evoluzione della situazione in una particolare area. Attualmente, nessun sistema satellitare può vantare caratteristiche così avanzate.
(ripresa satellitare alluvione Cresole- Vicenza)
Quello che fà piu' arrabbiare (e credetemi sono molto arrabbiata in questo momento) è sapere che, ci sono sistemi che monitorizzano fino al minimo dettaglio i luoghi delle catastrofi, ma nessuno faccia niente per allestire sistemi di allerta meteo, come precedentemente ha fatto notare Davide.
Tutto questo non ha senso.....comincio a pensare che la frase: prevenire è meglio di curare,sia un paradosso che rasenta l'assurdo!!!
(Foto prese dal web)
Riprendo il discorso di Davide, il nostro metereologo quando dice e giustamente si lamenta (e concordo con lui) che in Italia mancano sistemi di allarme meteo.
In compenso abbiamo un buon sistema di radar per monitorare le catastrofi
L'alluvione che ha colpito il Veneto, causando ingenti danni, viene costantemente monitorata dai satelliti di CosmoSkyMed che grazie al loro contributo sono di fondamentale aiuto per l’analisi dell’emergenza e la sua evoluzione. Grazie ai dati inviate dai 4 satelliti è stato, infatti, possibile elaborare due immagini che mostrano l'estensione dell'alluvione e le località maggiormente colpite.
I CosmoSkyMed in orbita a 637 chilometri d’altezza scandagliano il suolo con i radar i quali sono stati puntati sulle zone interessate a partire dal 4 novembre. La rilevazione è poi continuata nei giorni successivi fornendo mappe dettagliate sull’intero territorio coinvolto, con elaborazioni relative anche alla misura del livello delle acque e ai danni alle strutture civili, economiche e agricole. Tutte questo materiale è ora diventato particolarmente prezioso nell’organizzazione degli interventi e la gestione dell’emergenza, tant'è che il sistema di Osservazione della Terra è diventato a livello nazionale e internazionale un vero strumento operativo per tutte le istituzioni specie negli scenari più critici.
Sviluppato dall'Agenzia Spaziale Italiana in cooperazione con il Ministero della Difesa, COSMO SkyMed si basa su una costellazione di quattro satelliti identici, dotati di radar ad apertura sintetica (SAR) che lavorano in banda X (in grado quindi di vedere attraverso le nuvole e in assenza di luce solare). Una volta completato, il sistema sarà in grado di effettuare fino a 450 riprese al giorno della superficie terrestre, pari a 1.800 immagini radar, ogni 24 ore.
Il vero punto di forza di COSMO-Skymed è la straordinaria flessibilità di utilizzo. L'occhio del radar può operare in modalità spotlight (concentrandosi su un'area di pochi km quadrati, e osservandola con risoluzione fino al singolo metro), stripmap (osservando una striscia continua di superficie terrestre) o scanSAR (coprendo una regione di 200 km di lato). Brevissimi sono anche i tempi di risposta, cioè il tempo necessario per configurare la costellazione in modo da ottenere immagini dell'area desiderata: da 72 ore quando si opera in condizioni di routine, fino a meno di 18 ore in condizioni di emergenza. Altro punto di forza è il breve tempo di rivista (l'intervallo tra due passaggi sullo stesso punto), inferiore alle 12 ore, che consente di monitorare costantemente l'evoluzione della situazione in una particolare area. Attualmente, nessun sistema satellitare può vantare caratteristiche così avanzate.
(ripresa satellitare alluvione Cresole- Vicenza)
Quello che fà piu' arrabbiare (e credetemi sono molto arrabbiata in questo momento) è sapere che, ci sono sistemi che monitorizzano fino al minimo dettaglio i luoghi delle catastrofi, ma nessuno faccia niente per allestire sistemi di allerta meteo, come precedentemente ha fatto notare Davide.
Tutto questo non ha senso.....comincio a pensare che la frase: prevenire è meglio di curare,sia un paradosso che rasenta l'assurdo!!!
(Foto prese dal web)
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Re: Curiosità meteo.
.......
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Re: Curiosità meteo.
maxi ha scritto: ti ringrazzio pure io :love2: .............sentivo spesso " l estate di san martino"......ma non sapevo minimamente cosa era................
Grazie a te maxi fà sempre piacere vedere che qualcuno è interessato a ciò che si scrive....alla prossima.
Araba Fenice- esperto meteo
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Re: Curiosità meteo.
Il Cosmoskymed è un'ottimo strumento ma quello che intendo io e che si fa in altri paesi il sistema d'allarme si deve essere usato e l'allarme deve venire elaborato dai meteorologi,ma una volta stimato il livello d'allarme deve essere trasmesso in TV,devono passare le auto della polizia o protezione civile che avverta la popolazione,almeno qualche ora prima dell'evento,questo succede negli Stati Uniti e anche in alcune nazioni d'Europa,i programma meteo devono andare in onda più volte al giorno ma non della durata di 2 minuti e mezzo,ma almeno 10 minuti che spiega per filo e per segno cosa sta per arrivare sulla nostra testa,è questo che io voglio mirare ma mi vengono tagliate sempre le gambe ad ogni richiesta,ma non mollerò,la popolazione deve sapere in anticipo,allora si si potrà evitare tante vittime
Un piccolo episodio ma di grande importanza,il 31 dicembre del 2005 grazie ad elaborazioni preziose di meteorologi e collaboratori che operano su un famoso sito meteo (non faccio il nome)avevamo previsto che la sera del 31 ci sarebbe stato il fenomeno del Vetrone (pioggia che si congela al suolo)e fa praticamente una lastra di ghiaccio molto pericolasa per la circolazione,ebbene quel giorno avevamo dato l'allarme di avvertimento alla società autostrade del nord Italia che questo sarebbe avvenuto e si potesse intervenire con la segnalazione dei pannelli luminosi e lo spargimento del sale,loro non hanno creduto ad una solo parola e non sono intervenuti,quella sera li ci sono stati numerose uscite di strada e tamponamenti e ahimè anche conseguenze gravi per alcuni viaggiatori,questo è solo uno dei tanti allarmi non ascoltati nel nostro paese
Un piccolo episodio ma di grande importanza,il 31 dicembre del 2005 grazie ad elaborazioni preziose di meteorologi e collaboratori che operano su un famoso sito meteo (non faccio il nome)avevamo previsto che la sera del 31 ci sarebbe stato il fenomeno del Vetrone (pioggia che si congela al suolo)e fa praticamente una lastra di ghiaccio molto pericolasa per la circolazione,ebbene quel giorno avevamo dato l'allarme di avvertimento alla società autostrade del nord Italia che questo sarebbe avvenuto e si potesse intervenire con la segnalazione dei pannelli luminosi e lo spargimento del sale,loro non hanno creduto ad una solo parola e non sono intervenuti,quella sera li ci sono stati numerose uscite di strada e tamponamenti e ahimè anche conseguenze gravi per alcuni viaggiatori,questo è solo uno dei tanti allarmi non ascoltati nel nostro paese
Ultima modifica di peppone il Gio Nov 11, 2010 5:53 pm - modificato 1 volta. (Motivazione : unione di due post consecutivi)
dade- esperto meteo
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Re: Curiosità meteo.
davide depaoli ha scritto:Il Cosmoskymed è un'ottimo strumento ma quello che intendo io e che si fa in altri paesi il sistema d'allarme si deve essere usato e l'allarme deve venire elaborato dai meteorologi,ma una volta stimato il livello d'allarme deve essere trasmesso in TV,devono passare le auto della polizia o protezione civile che avverta la popolazione,almeno qualche ora prima dell'evento,questo succede negli Stati Uniti e anche in alcune nazioni d'Europa,i programma meteo devono andare in onda più volte al giorno ma non della durata di 2 minuti e mezzo,ma almeno 10 minuti che spiega per filo e per segno cosa sta per arrivare sulla nostra testa,è questo che io voglio mirare ma mi vengono tagliate sempre le gambe ad ogni richiesta,ma non mollerò,la popolazione deve sapere in anticipo,allora si si potrà evitare tante vittime
Avevo capito bene cosa intendevi tu ....il mio era un paragone sul fatto che.....da una parte esistono questi radar per monitorare i disastri e in questo modo possono avere in mano la situazione per poter stilare un piano di emergenza ma di controparte non si pensi a installare un sistema di allerta meteo in qualunque forma possibile e immaginabile purchè serva a salvare vite umane.
E' incredibile l'ottusità umana è tutta oggi che vado di mazza....ste cose mi fanno incaxxare e non poco!!!!!
Hai ragione a non mollare....ciao.
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Re: Curiosità meteo.
Come vuole la tradizione, nei giorni a ridosso di San Martino la nostra Penisola spesso vive una breve fase anticiclonica caratterizzata da clima mite e condizioni di bel tempo prevalente: anche quest'anno la tradizione è stata rispettata!
Se guardiamo infatti le temperature massime registrate quest'oggi in Italia ci accorgiamo subito come queste risultino al di sopra della media del periodo in molte località. Facciamo qualche esempio:
Bergamo...15°C, +4°C rispetto alla media
Ancona.....18°C, +4°C
Parma......14°C, +4°C
Piacenza...14°C, +4°C
Ferrara.....14°C, +3°C rispetto alla media
Bolzano.....14°C, +3°C
Olbia.........20°C, +3°C
Genova......17°C, +2°C rispetto alla media
Cagliari......20°C, +2°C
Taranto.....20°C, +2°C
Foggia.......18°C, +2°C
Roma........18°C, +1°C rispetto alla media
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Tuffo nel passato
Queste foto le ho fatte io nel 2007,avevo organizzato un convegno presso LA PADRONALE del Rivo (Assisi/Perugia) sul clima italiano del pleistocene,era d'obbligo che il convegno si svolgesse in un sito davvero interessante,ci troviamo a Dunarobba in provincia di Terni,localita Avigliano Umbro,la foresta è unica nel suo genere in Italia ma anche in Europa,in quanto la definizione fossile è quasi errata,qui i tronche delle piante sono ancora intatti,è ancora legno e non carbonificati,per questo è unica,andate a visitarla e vi troverete catapultati in un baleno nel passato,parliamo di un milione e mezzo di anni fa,l'Italia aveva un clima simile al sud est asiatico di oggi,ovvero caldo temperato umido,ma ha anche subito diversi periodi siccitosi,lo si vede dagli strati di argilla nelle mie foto,il marrone significava periodo alluvionali,il grigio quello siccitoso,se ci andrete chiedete di Massimiliano Urbani,è un paleontologo mio conoscente e persona ottima,vi dirà tutto:
Ecco le piante,trattasi di conifere molto simili alle mangrovie di oggi,le capannine servono per proteggerle dalle intemperie
Questo insetto (calabrone) è l'unico nemico di queste piante al giorno d'oggi,è goloso di questo legno dal passato
Ecco lo strato argilloso che vi ho descritto sopra parte marrone periodo alluvionale,parte grigia periodo siccitoso
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Re: Curiosità meteo.
il plesistocene se non vado errato dovrebbe andare da 2 milioni di anni fa a 12.000 anni fa ed è diviso in vari periodi. di che periodo sono queste piante? se si dovesse trattare di alto pleistocene potrebbero essere coeve dei mammuth e dell'ursus speleus. come hanno fatto a conservarsi in queste condizioni?
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"La caccia è una forma secondaria di malattia mentale umana"
(Theodor Heuss, Presidente della Repubblica Federale di Germania dal 1949 al 1959).
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