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Curiosità meteo.
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Ale
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Re: Curiosità meteo.
Sono qui con una connessione di fortuna …sperem che tenga duro.
Una tirata di orecchie ad Ale che tira fuori argomenti così interessanti durante le vacanze …non potevi aspettare settembre mannaggia...
Global warming sì…global warming no, teorie sì….teorie no….. l’importante è fare notizia …dare titoli grossi nei giornali…..notizie catastrofiche in tv a discapito della verità dei fatti.
Ho letto l’articolo riportato da Ale, in realtà l’avevo già visto e non solo quello… mi sono documentata anche in altri articoli e opinioni espresse da vari studiosi… ognuno dice la sua…quale però sia l’opinione giusta è dura dirlo e questo perché….. perché nessuno conosce in realtà come stanno le cose,naturalmente questo è il mio personale parere che può essere condiviso o meno,proprio come le opinioni di questi studiosi!!!
Da quello che ho letto, ho recepito che la teoria Madrigali smentisce tutti coloro che sostengono la teoria del global warming (riscaldamento del pianeta, effetto serra ecc...) di origine antropica (cioè per mano dell’uomo) e che sia la grande circolazione dell’atmosfera,che stà portando il pianeta verso il raffreddamento….ecc…ecc…
In alcune sue affermazioni posso pure essere d’accordo,quando dice che il pianeta si stà raffreddando e non per mano dell’uomo….
Voi avete idea, semmai fosse possibile, di quanta energia servirebbe per deviare un'onda di Rossby?
Vien voglia di rispondere in questo modo, assumendo il paradosso come teoria del reale, a quanti danno per assodato che il clima terrestre sia manipolato dall'uomo, mettendo avanti semplificazioni sconcertanti e prive di qualunque fondamento non si dice scientifico, ma razionale addirittura.
Nessuno può negare che la fase attuale del clima terrestre sia, in genere, più calda di quella vissuta mezzo secolo fa, anche perché numerosi elementi oggettivi lo confermano, a partire dall'arretramento dei ghiacciai alpini. Tuttavia, a fronte dell'espansione continua della calotta polare e dei ghiacciai marini antartici, che non sono una porzione irrilevante sul mappamondo; a fronte delle medie termiche registrate in Groenlandia e negli Stati Uniti centrali, che non raggiungono quelle toccate nel 1920-'40; a fronte del raffreddamento o della stasi di alcune regioni dell'America australe e dell'Australia sud occidentale, è lecito domandarsi se tale riscaldamento possa davvero definirsi globale.
Nessuno sa se la mutazione del clima avvenga secondo schemi ciclici oppure caotici, se dipenda dalla variabilità solare (il modesto minimo che stiamo vivendo è altamente sopravvalutato dagli anti serristi, ultras all'incontrario), da forze intrinseche alla natura terrestre oppure, teoria minoritaria ma affascinante, da componenti extra galattiche. Quel che si può osservare, è l'esaltazione degli scambi meridiani che caratterizza le stagioni, dando luogo a estremi che la componente zonale (il classico anticlone delle Azzorre disteso sul Mediterraneo, per parlar chiaro) limitava o eliminava del tutto.
Si torna, così, al punto di partenza, a quella che si potrebbe definire meteorologia di Rossby, che d'estate fa stare al fresco chi vive nel cavo d'onda e arrostisce chi sta dall'altra parte. Tranquilli, però: anche se non si chiamava così, c'era pure nel 483 d.C. e nel luglio 1225, perché la Terra girava anche allora e la forza di Coriolis (altro illustre sconosciuto nei tempi pre moderni) agiva né più, né meno che nel 2010.
Se in alcuni punti posso condividere che l’uomo non sia resposabile del riscaldamento del pianeta, in altri mi trovo molto dubbiosa….siamo sicuri che non stiamo dando una mano alla mutazione del clima con i disastri che provochiamo????
Prendiamo per esempio l’ultimo in ordine di tempo … la marea nera nel Golfo del Messico.
Tutti in questo periodo ne abbiamo sentito parlare, ma siamo a conoscenza delle conseguenze di questo incidente,sappiamo che cosa comporta tutto quel greggio versato in mare oltre al danno ambientale???
Che cos’è la corrente del Golfo innanzitutto.
«La Corrente del Golfo, o Corrente nord-atlantica, è una potente corrente oceanica calda di vitale importanza per la mitigazione del clima nei paesi europei che si affacciano sull'Oceano Atlantico (Portogallo, Spagna, Francia e soprattutto Irlanda e Gran Bretagna); la sua influenza è sentita fino in Scandinavia. Il nastro trasportatore è un'enorme corrente che trasporta l'acqua calda del Golfo del Messico attraverso l'Atlantico; essa poi, quando si raffredda in prossimità del circolo polare artico, si inabissa. Dopodiché il ciclo ricomincia sino ad arrivare all'influsso del movimento terrestre».
«Uno studio ha rilevato che la marea nera del Golfo del Messico ha "spezzato" la Loop Current, una delle principali componenti della Corrente del Golfo perchè contribuisce a riscaldarla e di conseguenza scambiare calore con l’atmosfera.
In conclusione siamo davvero convinti che anche l’uomo non abbia le sue colpe???
Così va il mondo, così è sempre andato, e a noi non resta che stare a guardare, senza peccati d'orgoglio e di supponenza, che accecano e allontanano dalla comprensione della verità,
Spiegazione di un'onda di Rossby
Prima di tutto una piccola premessa.
Il modello che descrive la grande circolazione generale atmosferica della terra è strutturato in tre grandi celle convettive: la cella di Hadley (fra 0°C e 30°C di latitudine), quella di Ferrel (fra 30°C e 60°C di latitudine) e quella polare (oltre il 60°C latitudine).
La struttura del modello deriva dalla differente distribuzione energetica solare che si ha tra poli e equatore e dalla forza di Coriolis che devia le masse d'aria in movimento lungo i meridiani (cioè N-S o S-N), nell'emisfero boreale verso destra e in quello australe verso sinistra. Proprio per la forza di Coriolis si viene ad individuare fra i 30°C e 60°C di latitudine un letto di correnti tese e veloci, che di fatto, possono prima rallentare e poi ondulare consentendo così tali e "indispensabili" scambi energetici, che volendo si possono interpretare, come il mezzo utilizzato dalla natura per riequilibrare la differente distribuzione energetica fra alte e basse latitudini.
Cos'è concettualmente un'onda di Rossby?
Rigorosamente "un'onda di Rossby" può essere interpretata come un'equazione matematica in cui più termini rispecchiano alcuni parametri caratteristici dell'onda (es. velocità di propagazione, lunghezza dell'onda, ecc..).
In questo caso però interessa un'interpretazione di tipo concettuale, neanche tanto tecnica, quindi, basti sapere che possiamo qualificare" un'onda di Rossby" come un'accentuata ondulazione delle correnti occidentali, in meteorologia dette tecnicamente "westerly", che nell'emisfero boreale (o emisfero nord) proseguono da occidente a oriente: allorquando l'ampiezza dell'oscillazione raggiunge una significativa altezza si ha generalmente il distacco di aree dotate di movimento proprio (processo di cut off), cioè staccate dalla circolazione delle correnti e costituite da sacche di aria calda alle elevate latitudini (celle anticicloniche) e sacche di aria fredda alle basse latitudini (gocce fredde o depressioni). In generale più l'oscillazione dell'onda risulta stretta e marcata più difficile è la sua possibile traslazione verso oriente, viceversa, un'evoluzione improntata verso un processo di "cut off".
Infine, in termini di distribuzione energetica non è da dimenticare come la formazione dei fronti nuvolosi produca un ulteriore trasferimento di energia dalle basse alle alte latitudini: la condensazione delle nubi, infatti, libera una quantità di calore uguale a quello assorbito durante l'evaporazione.
Cercando con uno schema di chiarire meglio quanto detto si ha:
...dopo 4) una possibile soluzione è 5) in cui riappare un getto polare di nuovo disteso e gli scambi energetici avvenuti sottoforma di sacche di aria fredda e di aria calda (archetti colorati):
Supponiamo adesso di porci nell'emisfero boreale e di poter fermare in un dato tempo t=x la struttura dell'ondulazione per poterla esaminare in un determinato istante:
A sinistra dell'asse dell'onda troviamo l'aria fredda in discesa (settore 1), mentre a destra dell’asse l’aria calda in ascesa (settore 2) e un settore d'interazione tra due tipi di masse d'aria (settore 3).
Suddividiamo ora i tre settori individuati dell'onda in tre principali punti come di seguito:
Avvezione termica --> vorticità --> fenomenologia generale
1) Settore di discesa dell'aria fredda --> passato l'asse dell'ondulazione si passa da vorticità positive a vorticità negative --> precipitazioni deboli per scorrimento di aria più fredda su strati di aria più caldi; possibili precipitazioni per innesco orografico(stau).
2) Settore di ascesa del richiamo caldo --> si passa da aree di vorticità negativa a aree di vorticità positive all'avvicinarsi dell'asse dell'ondulazione --> cielo sereno o al più cieli nuvolosi con precipitazioni deboli; possibili precipitazioni per innesco orografico(stau).
3) Settore di interazione --> presenza di più aree cicloniche dinamiche --> precipitazioni da innesco dinamico --> orografia che può perturbare il sistema (accentuandolo o indebolendolo)
Tale suddivisone teorica della struttura dell’onda di Rossby per quanto applicabile alla realtà non va però presa così grezzamente alla lettera… -“va fatta attenzione” -… sia all’influenza stagionale in grado di amplificare o affievolire i contrasti, nonchè al tipo di masse d'aria messe in gioco nell'ondulazione, sia allorquando si ha a che fare con una complessa orografia (come brevemente accennato), com'è quella della penisola italiana dove si ha di fatto un importante elemento perturbativo all’interno di ogni settore che ne va ad alterare le caratteristiche intrinseche.
Per oggi credo di avervi stressato abbastanza,ciao
Una tirata di orecchie ad Ale che tira fuori argomenti così interessanti durante le vacanze …non potevi aspettare settembre mannaggia...
Global warming sì…global warming no, teorie sì….teorie no….. l’importante è fare notizia …dare titoli grossi nei giornali…..notizie catastrofiche in tv a discapito della verità dei fatti.
Ho letto l’articolo riportato da Ale, in realtà l’avevo già visto e non solo quello… mi sono documentata anche in altri articoli e opinioni espresse da vari studiosi… ognuno dice la sua…quale però sia l’opinione giusta è dura dirlo e questo perché….. perché nessuno conosce in realtà come stanno le cose,naturalmente questo è il mio personale parere che può essere condiviso o meno,proprio come le opinioni di questi studiosi!!!
Da quello che ho letto, ho recepito che la teoria Madrigali smentisce tutti coloro che sostengono la teoria del global warming (riscaldamento del pianeta, effetto serra ecc...) di origine antropica (cioè per mano dell’uomo) e che sia la grande circolazione dell’atmosfera,che stà portando il pianeta verso il raffreddamento….ecc…ecc…
In alcune sue affermazioni posso pure essere d’accordo,quando dice che il pianeta si stà raffreddando e non per mano dell’uomo….
Voi avete idea, semmai fosse possibile, di quanta energia servirebbe per deviare un'onda di Rossby?
Vien voglia di rispondere in questo modo, assumendo il paradosso come teoria del reale, a quanti danno per assodato che il clima terrestre sia manipolato dall'uomo, mettendo avanti semplificazioni sconcertanti e prive di qualunque fondamento non si dice scientifico, ma razionale addirittura.
Nessuno può negare che la fase attuale del clima terrestre sia, in genere, più calda di quella vissuta mezzo secolo fa, anche perché numerosi elementi oggettivi lo confermano, a partire dall'arretramento dei ghiacciai alpini. Tuttavia, a fronte dell'espansione continua della calotta polare e dei ghiacciai marini antartici, che non sono una porzione irrilevante sul mappamondo; a fronte delle medie termiche registrate in Groenlandia e negli Stati Uniti centrali, che non raggiungono quelle toccate nel 1920-'40; a fronte del raffreddamento o della stasi di alcune regioni dell'America australe e dell'Australia sud occidentale, è lecito domandarsi se tale riscaldamento possa davvero definirsi globale.
Nessuno sa se la mutazione del clima avvenga secondo schemi ciclici oppure caotici, se dipenda dalla variabilità solare (il modesto minimo che stiamo vivendo è altamente sopravvalutato dagli anti serristi, ultras all'incontrario), da forze intrinseche alla natura terrestre oppure, teoria minoritaria ma affascinante, da componenti extra galattiche. Quel che si può osservare, è l'esaltazione degli scambi meridiani che caratterizza le stagioni, dando luogo a estremi che la componente zonale (il classico anticlone delle Azzorre disteso sul Mediterraneo, per parlar chiaro) limitava o eliminava del tutto.
Si torna, così, al punto di partenza, a quella che si potrebbe definire meteorologia di Rossby, che d'estate fa stare al fresco chi vive nel cavo d'onda e arrostisce chi sta dall'altra parte. Tranquilli, però: anche se non si chiamava così, c'era pure nel 483 d.C. e nel luglio 1225, perché la Terra girava anche allora e la forza di Coriolis (altro illustre sconosciuto nei tempi pre moderni) agiva né più, né meno che nel 2010.
Se in alcuni punti posso condividere che l’uomo non sia resposabile del riscaldamento del pianeta, in altri mi trovo molto dubbiosa….siamo sicuri che non stiamo dando una mano alla mutazione del clima con i disastri che provochiamo????
Prendiamo per esempio l’ultimo in ordine di tempo … la marea nera nel Golfo del Messico.
Tutti in questo periodo ne abbiamo sentito parlare, ma siamo a conoscenza delle conseguenze di questo incidente,sappiamo che cosa comporta tutto quel greggio versato in mare oltre al danno ambientale???
Che cos’è la corrente del Golfo innanzitutto.
«La Corrente del Golfo, o Corrente nord-atlantica, è una potente corrente oceanica calda di vitale importanza per la mitigazione del clima nei paesi europei che si affacciano sull'Oceano Atlantico (Portogallo, Spagna, Francia e soprattutto Irlanda e Gran Bretagna); la sua influenza è sentita fino in Scandinavia. Il nastro trasportatore è un'enorme corrente che trasporta l'acqua calda del Golfo del Messico attraverso l'Atlantico; essa poi, quando si raffredda in prossimità del circolo polare artico, si inabissa. Dopodiché il ciclo ricomincia sino ad arrivare all'influsso del movimento terrestre».
«Uno studio ha rilevato che la marea nera del Golfo del Messico ha "spezzato" la Loop Current, una delle principali componenti della Corrente del Golfo perchè contribuisce a riscaldarla e di conseguenza scambiare calore con l’atmosfera.
In conclusione siamo davvero convinti che anche l’uomo non abbia le sue colpe???
Così va il mondo, così è sempre andato, e a noi non resta che stare a guardare, senza peccati d'orgoglio e di supponenza, che accecano e allontanano dalla comprensione della verità,
Spiegazione di un'onda di Rossby
Prima di tutto una piccola premessa.
Il modello che descrive la grande circolazione generale atmosferica della terra è strutturato in tre grandi celle convettive: la cella di Hadley (fra 0°C e 30°C di latitudine), quella di Ferrel (fra 30°C e 60°C di latitudine) e quella polare (oltre il 60°C latitudine).
La struttura del modello deriva dalla differente distribuzione energetica solare che si ha tra poli e equatore e dalla forza di Coriolis che devia le masse d'aria in movimento lungo i meridiani (cioè N-S o S-N), nell'emisfero boreale verso destra e in quello australe verso sinistra. Proprio per la forza di Coriolis si viene ad individuare fra i 30°C e 60°C di latitudine un letto di correnti tese e veloci, che di fatto, possono prima rallentare e poi ondulare consentendo così tali e "indispensabili" scambi energetici, che volendo si possono interpretare, come il mezzo utilizzato dalla natura per riequilibrare la differente distribuzione energetica fra alte e basse latitudini.
Cos'è concettualmente un'onda di Rossby?
Rigorosamente "un'onda di Rossby" può essere interpretata come un'equazione matematica in cui più termini rispecchiano alcuni parametri caratteristici dell'onda (es. velocità di propagazione, lunghezza dell'onda, ecc..).
In questo caso però interessa un'interpretazione di tipo concettuale, neanche tanto tecnica, quindi, basti sapere che possiamo qualificare" un'onda di Rossby" come un'accentuata ondulazione delle correnti occidentali, in meteorologia dette tecnicamente "westerly", che nell'emisfero boreale (o emisfero nord) proseguono da occidente a oriente: allorquando l'ampiezza dell'oscillazione raggiunge una significativa altezza si ha generalmente il distacco di aree dotate di movimento proprio (processo di cut off), cioè staccate dalla circolazione delle correnti e costituite da sacche di aria calda alle elevate latitudini (celle anticicloniche) e sacche di aria fredda alle basse latitudini (gocce fredde o depressioni). In generale più l'oscillazione dell'onda risulta stretta e marcata più difficile è la sua possibile traslazione verso oriente, viceversa, un'evoluzione improntata verso un processo di "cut off".
Infine, in termini di distribuzione energetica non è da dimenticare come la formazione dei fronti nuvolosi produca un ulteriore trasferimento di energia dalle basse alle alte latitudini: la condensazione delle nubi, infatti, libera una quantità di calore uguale a quello assorbito durante l'evaporazione.
Cercando con uno schema di chiarire meglio quanto detto si ha:
...dopo 4) una possibile soluzione è 5) in cui riappare un getto polare di nuovo disteso e gli scambi energetici avvenuti sottoforma di sacche di aria fredda e di aria calda (archetti colorati):
Supponiamo adesso di porci nell'emisfero boreale e di poter fermare in un dato tempo t=x la struttura dell'ondulazione per poterla esaminare in un determinato istante:
A sinistra dell'asse dell'onda troviamo l'aria fredda in discesa (settore 1), mentre a destra dell’asse l’aria calda in ascesa (settore 2) e un settore d'interazione tra due tipi di masse d'aria (settore 3).
Suddividiamo ora i tre settori individuati dell'onda in tre principali punti come di seguito:
Avvezione termica --> vorticità --> fenomenologia generale
1) Settore di discesa dell'aria fredda --> passato l'asse dell'ondulazione si passa da vorticità positive a vorticità negative --> precipitazioni deboli per scorrimento di aria più fredda su strati di aria più caldi; possibili precipitazioni per innesco orografico(stau).
2) Settore di ascesa del richiamo caldo --> si passa da aree di vorticità negativa a aree di vorticità positive all'avvicinarsi dell'asse dell'ondulazione --> cielo sereno o al più cieli nuvolosi con precipitazioni deboli; possibili precipitazioni per innesco orografico(stau).
3) Settore di interazione --> presenza di più aree cicloniche dinamiche --> precipitazioni da innesco dinamico --> orografia che può perturbare il sistema (accentuandolo o indebolendolo)
Tale suddivisone teorica della struttura dell’onda di Rossby per quanto applicabile alla realtà non va però presa così grezzamente alla lettera… -“va fatta attenzione” -… sia all’influenza stagionale in grado di amplificare o affievolire i contrasti, nonchè al tipo di masse d'aria messe in gioco nell'ondulazione, sia allorquando si ha a che fare con una complessa orografia (come brevemente accennato), com'è quella della penisola italiana dove si ha di fatto un importante elemento perturbativo all’interno di ogni settore che ne va ad alterare le caratteristiche intrinseche.
Per oggi credo di avervi stressato abbastanza,ciao
Araba Fenice- esperto meteo
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Data d'iscrizione : 17.06.10
Età : 56
Località : Pedemontana Veneta. Lat: 45.77° Lon: 11.74° Alt: 129m s.l.m.
Eventi lontani che però ci toccano da vicino!!!
Succedono cose al mondo che appaiono così lontane da noi e sembrano non toccarci da vicino e invece....ho trovato questo articolo in internet che fà riflettere!!!
Biossido di zolfo nelle vallate alpine:quando il vulcano Eyjafjallajkull diventa piu' vicino.
Situazione del cielo
Martedì 18 Maggio 2010 le Alpi italiane erano interessate da intensi venti di ricaduta da Nord: fohn causato dal lento spostamento di un minimo di 995 hPa verso i Balcani, sulla pianura padana la pressione era stabile sui 1015 hPa con un'Umidità Relativa molto bassa, quindi aria molto asciutta, grazie alle intense raffiche del fohn che garantivano anche ampio irragiamento e cieli sereni.
Le correnti erano disposte da N-NW verso SE.
Una bellissima giornata
Le Correnti ruotanti attorno al minimo si disponevano perpendicolari rispetto alle Alpi generando fin dalla prima mattina le forti raffiche tipiche del vento da Nord.
I cieli sono tersi: è quell'azzurro intensissimo che non spesso si riesce ad apprezzare pienamente: quel blu che da solo getta lo sguardo oltre l'orizzonte montano.
E' il grande blu del cielo terso per il fohn appunto, su cui galleggia qualche nuvola stanca, strappata a forza da Oltralpe.
Il fatto
Tutta questa luminosa e coloratissima atmosfera però cambia.
Attorno alle 15:00 a partire dalla zona dei Laghi Lombardi e verso le 15:30 anche nelle Dolomiti, l'aria diventa densa e appannata: si crea una fitta patina di foschia più propria dei cieli umidi e roventi tipici delle alte pressioni subtropicali di matrice africana.
La cosa rimane inspiegabile perchè durante la mattinata le condizioni di visibilità date dal fohn erano l'opposto e soprattutto i principali modelli di calcolo indicavano l'insistere e l'intensificarsi del gradiente barico fra pianura padana ed Oltralpe proprio grazie all'approfondimento del minimo sulla regione balcanica e di conseguenza un incipiente incremento dei venti di ricaduta.
Il mistero viene svelato solamente in tarda serata.
L'Ufficio Idrografico della provincia autonoma di Bolzano riceve dalle varie cabine di misurazione della qualità dell'aria, sparse sul territorio provinciale, dati piuttosto eclatanti.
Proprio in corrispondenza delle ore 15:30/16:00 si sono registrate nell'aria grandi quantità di biossido di zolfo e di anidride solforosa.Premettendo che il fohn è un vento catabatico, ovvero l'aria viene rovesciata dal crinale Alpino verso i fondovalle e nella sua discesa rapidissima l'aria subisce una compressione adiabatica che ne aumenta la temperatura, la conclusione a cui sono giunti i meteorologi dell'Ufficio Idrografico di Bolzano è stata la seguente.
Le intense correnti favoniche hanno trascinato fino ai fondovalle alpini non solo l'aria in quota oltre le vette Alpine, all'altezza della media troposfera (4000 - 5000 mt. d'altezza) ma pure il pulviscolo della nota nube vulcanica prodotta dal vulcano islandese Eyjafjallajkull, molto attivo già le settimane precedenti.
Le grandi quantità di ceneri, polveri e pulviscolo vulcanico gettate a gran velocità in alta quota nell'atmosfera, raccolte dalle intense correnti che scorrevano da NordOvest verso SudEst, si spalmarono sui cieli mitteleuropei e mediterranei ed negarono alle apparecchiature esterne degli aeroplani le condizioni minime di sicurezza: da ciò il grande stop degli aeroporti e la paralisi di un intero continente.
Tornando alle nostrane Alpi il giorno 18 Maggio, la cenere vulcanica che era in quota venne dunque trascinata giù fino ai fondovalle italiani e fino in pianura padana dove vi furono molte segnalazioni di forte caligine anche sulla pianura Lombarda battuta tutto il giorno dal fohn e dove, a partire dalle estreme regioni occidentali, le varie cabine di misurazione dell'aria registrarono un picco improvviso delle PM10, le note polveri sottili tipiche delle inversioni termiche provocate dai lunghi periodi di alta pressione in inverno.
Biossido di zolfo ed anidride solforosa dunque sono precipitate sui fondovalle Alpini intasando l'aria.
Eloquente è l'immagine della webcam di Merano2000 con puntamento verso NW: la linea dei monti e della Val Venosta si confonde fino a svanire in un'incerta foschia color sabbia, generalmente infatti la valle è visibilissima e così pure lo sono le vette più alte.
Similmente, qualche vallata più a Sud, dall'altopiano di S. Valentino sopra Sondrio, la webcam locale perdeva completamente dalla visuale il capoluogo della Valtellina a causa dell'improvvisa discesa delle ceneri vulcaniche.
Si nota subito l'improvviso picco che ha portato i meteorologi ad intuire la discesa della nube vulcanica fino nei fondovalle.
In tutte le cabine di misurazione dell'ARPA delle varie regioni del Nord, s'è registrato un improvviso aumento dei valori di PM10, la prima su tutte alle ore 15:22, presso la stazione di Torino.
L'aria pesante e la visibilià ridotta è stata dunque causata dai nuclei di condensazione delle ceneri del vulcano islandese, portate fino alle nostre latitudini dalle correnti settentrionali in quota e fatte precipitare al suolo dal vento di ricaduta.
Il fenomeno si è poi attenuato con lo scemare del fohn, nelle 8 ore immediatamente successive alle prime ore pomeridiane.
Considerazioni a posteriori
Incredibile il caos internazionale provocato dall'attività vulcanica di un'isola.
Dieci fra i più grandi e trafficati scali aeroportuali internazionali rimasero chiusi per più giorni.
Milioni di passeggeri rimasero bloccati in più angoli del pianeta in attesa di poter rientrare.
Forse l'evento può essere lo spunto per qualche riflessione sul livello raggiunto dalla civiltà oggi.
Risulta quanto mai moderno oltrechè imbarazzante quindi leggere un testo come "dialogo della natura e un islandese" di Giacomo Leopardi, non tanto per la coincidenza con l'isola, quanto per la riflessione sui limiti oltrepassati dall'etica materialista della nostra civiltà.
Eventi di tale portata inoltre possono contribuire a far capire quanto sia complesso il sistema atmosferico ma soprattutto quanto sia incredibilmente unito anche a grandissima distanza: fascino che risulta proporzionato alla complessità della sua spiegazione fisica.
(fonte M3V)
Stasera al tg, hanno dato notizia che i devastanti incendi in Russia sono arrivati fino a Chernobyl...hanno già iniziato la battaglia mediatica sul pericolo che le particelle radioattivite possano venire trasportate dal vento.
C'è già chi smentisce il pericolo per la salute.... altri che mettono allarme.... certo è che se il PM10 è arrivato nelle nostre zone dall'Islanda, c'è da rifletterci su quello che potrebbe arrivare dalla Russia....anche perchè leggendo quest'altro articolo!!!
Gli spaventosi incendi che da oltre due settimane devastano le foreste e le torbiere a nord di Mosca hanno eiettato in atmosfera centiaia di migliaia di tonnellate di ceneri. Secondo le osservazioni satellitari della NASA quest'ultime hanno raggiunto addirittura la stratosfera spingendosi fino a 12.000 metri di quota! (il vulcano Islandese Ejyafjallajokull si fermò ad 'appena' 9000m...). Ma com'è possibile che degli incendi, per quanto intensi ed insistenti, possano spingere delle ceneri così in alto? La spiegazione va ricercata nella presenza di un robusto blocco anticiclonico all'interno del quale le correnti risultano alquanto deboli e quindi incapaci di frenare l'ascesa delle ceneri. Ceneri che superata una certa quota non tovano neppure l'opposizione della corrente a getto, da settimane costretta a scorrere a latitudini subpolari! Dall'inizio degli incendi sono andati in fumo 751.907 ettari di territorio, una superficie pari a quella dell'Umbria! (nell'immagine NASA i fumi degli incendi sull'area di Mosca ossevati martedì scorso)
(fonte3b)
Nei cerchietti rossi le località di dove si sono svolti i fatti.
(immagine tratta da internet)
Ps altra riflessione ...a me fà male stare in vacanza divento di un catastrofico pazzesco un saluto a tutti.
Biossido di zolfo nelle vallate alpine:quando il vulcano Eyjafjallajkull diventa piu' vicino.
Situazione del cielo
Martedì 18 Maggio 2010 le Alpi italiane erano interessate da intensi venti di ricaduta da Nord: fohn causato dal lento spostamento di un minimo di 995 hPa verso i Balcani, sulla pianura padana la pressione era stabile sui 1015 hPa con un'Umidità Relativa molto bassa, quindi aria molto asciutta, grazie alle intense raffiche del fohn che garantivano anche ampio irragiamento e cieli sereni.
Le correnti erano disposte da N-NW verso SE.
Una bellissima giornata
Le Correnti ruotanti attorno al minimo si disponevano perpendicolari rispetto alle Alpi generando fin dalla prima mattina le forti raffiche tipiche del vento da Nord.
I cieli sono tersi: è quell'azzurro intensissimo che non spesso si riesce ad apprezzare pienamente: quel blu che da solo getta lo sguardo oltre l'orizzonte montano.
E' il grande blu del cielo terso per il fohn appunto, su cui galleggia qualche nuvola stanca, strappata a forza da Oltralpe.
Il fatto
Tutta questa luminosa e coloratissima atmosfera però cambia.
Attorno alle 15:00 a partire dalla zona dei Laghi Lombardi e verso le 15:30 anche nelle Dolomiti, l'aria diventa densa e appannata: si crea una fitta patina di foschia più propria dei cieli umidi e roventi tipici delle alte pressioni subtropicali di matrice africana.
La cosa rimane inspiegabile perchè durante la mattinata le condizioni di visibilità date dal fohn erano l'opposto e soprattutto i principali modelli di calcolo indicavano l'insistere e l'intensificarsi del gradiente barico fra pianura padana ed Oltralpe proprio grazie all'approfondimento del minimo sulla regione balcanica e di conseguenza un incipiente incremento dei venti di ricaduta.
Il mistero viene svelato solamente in tarda serata.
L'Ufficio Idrografico della provincia autonoma di Bolzano riceve dalle varie cabine di misurazione della qualità dell'aria, sparse sul territorio provinciale, dati piuttosto eclatanti.
Proprio in corrispondenza delle ore 15:30/16:00 si sono registrate nell'aria grandi quantità di biossido di zolfo e di anidride solforosa.Premettendo che il fohn è un vento catabatico, ovvero l'aria viene rovesciata dal crinale Alpino verso i fondovalle e nella sua discesa rapidissima l'aria subisce una compressione adiabatica che ne aumenta la temperatura, la conclusione a cui sono giunti i meteorologi dell'Ufficio Idrografico di Bolzano è stata la seguente.
Le intense correnti favoniche hanno trascinato fino ai fondovalle alpini non solo l'aria in quota oltre le vette Alpine, all'altezza della media troposfera (4000 - 5000 mt. d'altezza) ma pure il pulviscolo della nota nube vulcanica prodotta dal vulcano islandese Eyjafjallajkull, molto attivo già le settimane precedenti.
Le grandi quantità di ceneri, polveri e pulviscolo vulcanico gettate a gran velocità in alta quota nell'atmosfera, raccolte dalle intense correnti che scorrevano da NordOvest verso SudEst, si spalmarono sui cieli mitteleuropei e mediterranei ed negarono alle apparecchiature esterne degli aeroplani le condizioni minime di sicurezza: da ciò il grande stop degli aeroporti e la paralisi di un intero continente.
Tornando alle nostrane Alpi il giorno 18 Maggio, la cenere vulcanica che era in quota venne dunque trascinata giù fino ai fondovalle italiani e fino in pianura padana dove vi furono molte segnalazioni di forte caligine anche sulla pianura Lombarda battuta tutto il giorno dal fohn e dove, a partire dalle estreme regioni occidentali, le varie cabine di misurazione dell'aria registrarono un picco improvviso delle PM10, le note polveri sottili tipiche delle inversioni termiche provocate dai lunghi periodi di alta pressione in inverno.
Biossido di zolfo ed anidride solforosa dunque sono precipitate sui fondovalle Alpini intasando l'aria.
Eloquente è l'immagine della webcam di Merano2000 con puntamento verso NW: la linea dei monti e della Val Venosta si confonde fino a svanire in un'incerta foschia color sabbia, generalmente infatti la valle è visibilissima e così pure lo sono le vette più alte.
Similmente, qualche vallata più a Sud, dall'altopiano di S. Valentino sopra Sondrio, la webcam locale perdeva completamente dalla visuale il capoluogo della Valtellina a causa dell'improvvisa discesa delle ceneri vulcaniche.
Si nota subito l'improvviso picco che ha portato i meteorologi ad intuire la discesa della nube vulcanica fino nei fondovalle.
In tutte le cabine di misurazione dell'ARPA delle varie regioni del Nord, s'è registrato un improvviso aumento dei valori di PM10, la prima su tutte alle ore 15:22, presso la stazione di Torino.
L'aria pesante e la visibilià ridotta è stata dunque causata dai nuclei di condensazione delle ceneri del vulcano islandese, portate fino alle nostre latitudini dalle correnti settentrionali in quota e fatte precipitare al suolo dal vento di ricaduta.
Il fenomeno si è poi attenuato con lo scemare del fohn, nelle 8 ore immediatamente successive alle prime ore pomeridiane.
Considerazioni a posteriori
Incredibile il caos internazionale provocato dall'attività vulcanica di un'isola.
Dieci fra i più grandi e trafficati scali aeroportuali internazionali rimasero chiusi per più giorni.
Milioni di passeggeri rimasero bloccati in più angoli del pianeta in attesa di poter rientrare.
Forse l'evento può essere lo spunto per qualche riflessione sul livello raggiunto dalla civiltà oggi.
Risulta quanto mai moderno oltrechè imbarazzante quindi leggere un testo come "dialogo della natura e un islandese" di Giacomo Leopardi, non tanto per la coincidenza con l'isola, quanto per la riflessione sui limiti oltrepassati dall'etica materialista della nostra civiltà.
Eventi di tale portata inoltre possono contribuire a far capire quanto sia complesso il sistema atmosferico ma soprattutto quanto sia incredibilmente unito anche a grandissima distanza: fascino che risulta proporzionato alla complessità della sua spiegazione fisica.
(fonte M3V)
Stasera al tg, hanno dato notizia che i devastanti incendi in Russia sono arrivati fino a Chernobyl...hanno già iniziato la battaglia mediatica sul pericolo che le particelle radioattivite possano venire trasportate dal vento.
C'è già chi smentisce il pericolo per la salute.... altri che mettono allarme.... certo è che se il PM10 è arrivato nelle nostre zone dall'Islanda, c'è da rifletterci su quello che potrebbe arrivare dalla Russia....anche perchè leggendo quest'altro articolo!!!
Gli spaventosi incendi che da oltre due settimane devastano le foreste e le torbiere a nord di Mosca hanno eiettato in atmosfera centiaia di migliaia di tonnellate di ceneri. Secondo le osservazioni satellitari della NASA quest'ultime hanno raggiunto addirittura la stratosfera spingendosi fino a 12.000 metri di quota! (il vulcano Islandese Ejyafjallajokull si fermò ad 'appena' 9000m...). Ma com'è possibile che degli incendi, per quanto intensi ed insistenti, possano spingere delle ceneri così in alto? La spiegazione va ricercata nella presenza di un robusto blocco anticiclonico all'interno del quale le correnti risultano alquanto deboli e quindi incapaci di frenare l'ascesa delle ceneri. Ceneri che superata una certa quota non tovano neppure l'opposizione della corrente a getto, da settimane costretta a scorrere a latitudini subpolari! Dall'inizio degli incendi sono andati in fumo 751.907 ettari di territorio, una superficie pari a quella dell'Umbria! (nell'immagine NASA i fumi degli incendi sull'area di Mosca ossevati martedì scorso)
(fonte3b)
Nei cerchietti rossi le località di dove si sono svolti i fatti.
(immagine tratta da internet)
Ps altra riflessione ...a me fà male stare in vacanza divento di un catastrofico pazzesco un saluto a tutti.
Araba Fenice- esperto meteo
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Re: Curiosità meteo.
araba fenice...........rilassati.......noi comunque non possiamo farci gnente ...................dubito che nel forum ci sia qualche ministro della nato .......quindi
maxi- utente registrato
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Re: Curiosità meteo.
Mi sembra di tornare sui banchi!
Qualcosina riesco a capire ma soprattutto mi si stimolano dei neuroni che giacevano in un profondo letargo.
Complimenti (mi ripeto) anche per il linguaggio, tecnico ma comprensibile.
In emilia parte il digitale in settembre e almeno qualche settimana spero di catenacciare l'acquisto parabola-decoder....
Qualcosina riesco a capire ma soprattutto mi si stimolano dei neuroni che giacevano in un profondo letargo.
Complimenti (mi ripeto) anche per il linguaggio, tecnico ma comprensibile.
In emilia parte il digitale in settembre e almeno qualche settimana spero di catenacciare l'acquisto parabola-decoder....
dautàrr- utente registrato
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Re: Curiosità meteo.
maxi ha scritto: araba fenice...........rilassati.......noi comunque non possiamo farci gnente ...................dubito che nel forum ci sia qualche ministro della nato .......quindi
Hai ragione maxi,non possiamo farci niente....mi farò una bevuta!!!!
....però mi scoccia sapere che vado nell'orto a raccogliere la verdura e me la ritrovo con le nanoparticelle....oppure che vado in montagna a respirare aria pura e mi intaso i polmoni come essere nel raccordo anulare di Roma...e che p..le
Ciao vado a rilassarmi
Araba Fenice- esperto meteo
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Il senso della Meteorologia
Voi vi rispecchiate in quanto riportato sotto???
Io sì prima di imparare a leggermi le previsioni da sola....ora che lo sò fare sono a rischio arrabbiatura zero!!!
Il buon cittadino italico si sveglia presto, si lava i denti (non sempre in modo corretto però, soprattutto riguardo all'uso del filo interdentale!), magari una sciacquatina al resto del corpo (ammettiamolo, lo stile Fantozzi è molto diffuso e praticato), uno sguardo veloce alle notizie principali su Internet (così si risparmia sul giornale, che poi non si sa mai quale acquistare e sono sempre schei!) ed infine, dulcis in fundo, arriva la fatidica consultazione delle previsioni meteo. La quale, nel corso degli ultimi anni, e soprattutto grazie alle nuove tecnologie, anziché aumentare la conoscenza e la comprensione di questa scienza così giovane e ardua, la meteorologia, ne ha invece enfatizzato gli antichi ed ancestrali caratteri divinatori e propiziatori.
Infatti, il buon cittadino italico, si scaraventa sul suo sito preferito, che per definizione non deve rompere troppo le balle, scusate il gergo duro e puro, e dire chiaramente cosa farà il giorno prestabilito: la distanza cronologica non conta, tanto, si sa, ci sono i supercomputer. E quindi, con gli occhi ancora assonnati e non del tutto liberati dall'abbraccio morbido di Orfeo, il mouse viaggia veloce verso la strada più semplice ed efficace: la previsione automatica per città.
Che invenzione la previsione automatica per città!
Che a volte è anche per paese, paesino e frazione, e si sta lavorando per avere quella di quartiere o di giardino.
Si cerca la località amena prestabilita e si scivola verso la data prescelta.
Ed il gioco è fatto.
La previsione, signori, è fornita!
Qualcuno del pubblico potrebbe urlare che è furnita ...
Altro che leggersi le lunghe e noiose spiegazioni del solito rompiballe di turno (nuove scuse per il gergo duro e puro) che di solito usa termini incomprensibili e non arriva mai al punto. Questi qui straparlano di AMO, di NAO positiva, di Fronte Polare: ma che roba è?
Poi magari ti dicono che oltre i tre giorni è difficile fornire una previsione certa, e alcuni, folli!, arrivano a sentenziare che oltre i 5/7 giorni si può solo parlare di linee di tendenza. Ma di cosa stiamo parlando? Di indici borsistici?
Il buon cittadino italico vuole immediate, chiare e semplici risposte: sole, pioggia o neve.
Già la nuvolosità gli dà fastidio: ma cosa è sta nuvolosità? È nuvoloso con pioggia o con sole?
Poi se arriva la parola variabilità parte l'incazzatura (ancora scuse per il gergo duro e puro).
Variabile di che? Del mio umore, che se non mi dici cosa farà clicco sul sito concorrente!
A volte, il nostro, si lascia andare a veri e propri riti propiziatori.
Siccome ha già prenotato, in un periodo radioso e soleggiato della sua vita, ora è terrorizzato di scoprire che la sua settimana di giusto e meritato riposo possa trasformarsi in un incubo piovoso.
Allora si collega al sito preferito e si inginocchia, tendendo fra le mani la foto della figlioletta prediletta, e invocando il suo santo protettore, tutti gli dei dell'Olimpo e magari anche qualche nome a caso tra i suoi calciatori preferiti. Il dito scorre cauto e tremebondo sulla città delle sue sudate vacanze e clicca sulla data.
Il resto ve lo lascio immaginare, sia in caso di risposta positiva (sole), sia in caso di risposta negativa (pioggia).
Se poi esce variabile ...
(fonte internet)
Aggiungo io:
Ale sei avvertito...il buon cittadino italico non vuole terminologia strana ma poche definizioni e ben chiare.... e come si dice:metereologo avvisato,metereologo salvato!!
Ps parentesi scherzosa la mia s'intende!!! Buon Ferragosto a tutti.
Io sì prima di imparare a leggermi le previsioni da sola....ora che lo sò fare sono a rischio arrabbiatura zero!!!
Il buon cittadino italico si sveglia presto, si lava i denti (non sempre in modo corretto però, soprattutto riguardo all'uso del filo interdentale!), magari una sciacquatina al resto del corpo (ammettiamolo, lo stile Fantozzi è molto diffuso e praticato), uno sguardo veloce alle notizie principali su Internet (così si risparmia sul giornale, che poi non si sa mai quale acquistare e sono sempre schei!) ed infine, dulcis in fundo, arriva la fatidica consultazione delle previsioni meteo. La quale, nel corso degli ultimi anni, e soprattutto grazie alle nuove tecnologie, anziché aumentare la conoscenza e la comprensione di questa scienza così giovane e ardua, la meteorologia, ne ha invece enfatizzato gli antichi ed ancestrali caratteri divinatori e propiziatori.
Infatti, il buon cittadino italico, si scaraventa sul suo sito preferito, che per definizione non deve rompere troppo le balle, scusate il gergo duro e puro, e dire chiaramente cosa farà il giorno prestabilito: la distanza cronologica non conta, tanto, si sa, ci sono i supercomputer. E quindi, con gli occhi ancora assonnati e non del tutto liberati dall'abbraccio morbido di Orfeo, il mouse viaggia veloce verso la strada più semplice ed efficace: la previsione automatica per città.
Che invenzione la previsione automatica per città!
Che a volte è anche per paese, paesino e frazione, e si sta lavorando per avere quella di quartiere o di giardino.
Si cerca la località amena prestabilita e si scivola verso la data prescelta.
Ed il gioco è fatto.
La previsione, signori, è fornita!
Qualcuno del pubblico potrebbe urlare che è furnita ...
Altro che leggersi le lunghe e noiose spiegazioni del solito rompiballe di turno (nuove scuse per il gergo duro e puro) che di solito usa termini incomprensibili e non arriva mai al punto. Questi qui straparlano di AMO, di NAO positiva, di Fronte Polare: ma che roba è?
Poi magari ti dicono che oltre i tre giorni è difficile fornire una previsione certa, e alcuni, folli!, arrivano a sentenziare che oltre i 5/7 giorni si può solo parlare di linee di tendenza. Ma di cosa stiamo parlando? Di indici borsistici?
Il buon cittadino italico vuole immediate, chiare e semplici risposte: sole, pioggia o neve.
Già la nuvolosità gli dà fastidio: ma cosa è sta nuvolosità? È nuvoloso con pioggia o con sole?
Poi se arriva la parola variabilità parte l'incazzatura (ancora scuse per il gergo duro e puro).
Variabile di che? Del mio umore, che se non mi dici cosa farà clicco sul sito concorrente!
A volte, il nostro, si lascia andare a veri e propri riti propiziatori.
Siccome ha già prenotato, in un periodo radioso e soleggiato della sua vita, ora è terrorizzato di scoprire che la sua settimana di giusto e meritato riposo possa trasformarsi in un incubo piovoso.
Allora si collega al sito preferito e si inginocchia, tendendo fra le mani la foto della figlioletta prediletta, e invocando il suo santo protettore, tutti gli dei dell'Olimpo e magari anche qualche nome a caso tra i suoi calciatori preferiti. Il dito scorre cauto e tremebondo sulla città delle sue sudate vacanze e clicca sulla data.
Il resto ve lo lascio immaginare, sia in caso di risposta positiva (sole), sia in caso di risposta negativa (pioggia).
Se poi esce variabile ...
(fonte internet)
Aggiungo io:
Ale sei avvertito...il buon cittadino italico non vuole terminologia strana ma poche definizioni e ben chiare.... e come si dice:metereologo avvisato,metereologo salvato!!
Ps parentesi scherzosa la mia s'intende!!! Buon Ferragosto a tutti.
Araba Fenice- esperto meteo
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Re: Curiosità meteo.
che vitaccia che fate.........incomincio a pensare che la vita da "pipistrello" .......sia meno stressata: mi alzo:vado al lavoro guardando le stelle ..............lavoro e non c è gente che rompe le balle(certo stano dormendo )...........torno a casa mentre gli altri si preoccupano del traffico ........gnente tensione per la fila al bar la mattina per il caffe"............ :joker: ........in quanto alla meteologia giusto ora me ne sono avvicinato grazie a voi :lol!:
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Re: Curiosità meteo.
Onestamente non mi faccio il problema del meteo,ne ho gia' troppi di mio.
Io vivo bene solo quando la temperatura si abbassa come oggi cioe' a 20°.
Se c'e' troppo caldo devo trovare il modo di stare al fresco e se fa' troppo freddo non mi preoccupo perche' mi copro.
Cio' non toglie che l'essere a conoscenza del come evolve il cambiamento climatico sia interessante.Se tu darai qualche spiegazione sul come interpretare il tempo(leggasi anche tue info sulle nuvole),le leggero' con sicuro interesse.
ciao. :flower:
Io vivo bene solo quando la temperatura si abbassa come oggi cioe' a 20°.
Se c'e' troppo caldo devo trovare il modo di stare al fresco e se fa' troppo freddo non mi preoccupo perche' mi copro.
Cio' non toglie che l'essere a conoscenza del come evolve il cambiamento climatico sia interessante.Se tu darai qualche spiegazione sul come interpretare il tempo(leggasi anche tue info sulle nuvole),le leggero' con sicuro interesse.
ciao. :flower:
Scintilla- utente registrato
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Re: Curiosità meteo.
Scintilla ha scritto:..............
Cio' non toglie che l'essere a conoscenza del come evolve il cambiamento climatico sia interessante.Se tu darai qualche spiegazione sul come interpretare il tempo(leggasi anche tue info sulle nuvole),le leggero' con sicuro interesse.
ciao. :flower:
Ti prendo in parola ...visto che ti è piaciuto il video riguardo le nuvole,ho trovato un articolo che ti piacerà (almeno spero...da come ti vedo interessato ...credo di sì) lo posto in ...voi come guardate il cielo.
Leggilo e fammi sapere....ciao Scintilla e buon ferragosto.
Araba Fenice- esperto meteo
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Re: Curiosità meteo.
Letto e risposto di lao'.
Grazie e buon ferragosto....ormai passato, anche a te.
Io sono stato benissimo,con l'acquazzone che ha fatto ieri,oggi e' stata una giornata splendida e fresca.....insomma bellissima.
Grazie e buon ferragosto....ormai passato, anche a te.
Io sono stato benissimo,con l'acquazzone che ha fatto ieri,oggi e' stata una giornata splendida e fresca.....insomma bellissima.
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Stagioni,Equinozi e Solstizi.
Stagioni
Il fenomeno delle stagioni è causato dall'inclinazione dell'asse terrestre e dal moto di rivoluzione del nostro pianeta attorno al Sole. La Terra infatti, orbitando secondo una traiettoria di forma ellittica, descrive un piano che a sua volta viene chiamato eclittica. Durante questo tragitto essa mantiene l'asse di rotazione sempre parallelo a se stesso, toccando in determinati periodi dell'anno quei quattro punti fondamentali che segnano il principio di ciascuna stagione, e che perciò corrisponderanno ad altrettanti punti del percorso solare apparente essendo questo la proiezione celeste dell'orbita terrestre.
Stagioni astronomiche
(fonte cosmow)
•Equinozio di Primavera - 21 marzo
» Inizia la primavera nell'emisfero boreale e l'autunno in quello australe.
» Al polo Sud inizia la notte polare, mentre al polo Nord il giorno polare.
» La durata del giorno e quella della notte sono uguali.
» Il Sole sorge e tramonta rispettivamente ad Est e ad Ovest, e passa per l'equatore celeste (punto d'Ariete).
•Solstizio d'Estate - 21 giugno
» Inizia l'estate nell'emisfero boreale e l'inverno in quello australe.
» Al polo Nord il Sole rimane sopra l'orizzonte per sei mesi, mentre al polo Sud ne rimane sotto per altrettanto.
» La durata del giorno è massima nell'emisfero boreale e minima in quello australe.
» Le giornate iniziano a decrescere nell'emisfero boreale e a crescere in quello australe.
» Il Sole sorge a Nord-Est e, passando al meridiano alla distanza massima di +23,5° dall'equatore celeste, tramonta a Nord-Ovest.
•Equinozio d'Autunno - 23 settembre
» Inizia l'autunno nell'emisfero boreale e la primavera in quello australe.
» Al polo Nord inizia la notte polare, mentre al polo Sud il giorno polare.
» La durata del giorno e quella della notte sono uguali.
» Il Sole sorge e tramonta rispettivamente ad Est e ad Ovest e passa per l'equatore celeste (punto della Bilancia).
•Solstizio d'Inverno - 21 dicembre
» Inizia l'inverno nell'emisfero boreale e l'estate in quello australe.
» Al polo Sud il Sole rimane sopra l'orizzonte per sei mesi, viceversa al polo Nord ne rimane sotto per altrettanto.
» La durata del giorno è massima nell'emisfero australe e minima in quello boreale.
» Le giornate iniziano a decrescere nel primo e a crescere nell'altro.
» Il Sole sorge a Sud-Est, passa al meridiano ad una distanza di -23,5° dall'equatore celeste e tramonta a Sud-Ovest.
Equinozio d'autunno
La parola "equinozio" deriva dal latino e significa " notte uguale" (al dì), anche se nella realtà effetti di rifrazione atmosferica, il semidiametro e la parallasse solare fanno sì che negli equinozi la lunghezza del dì ecceda quella della notte.
Nell'emisfero settentrionale l'equinozio d'autunno cade generalmente o il 22 o il 23 settembre, ossia il momento in cui il sole incrocia il piano dell'equatore terreste (perpendicolarmente), nel punto detto appunto degli equinozi. Il punto dell'equinozio d'autunno è anche chiamato punto della Bilancia.
Quest'anno l'equinozio d'autunno si verificherà il 23 Settembre alle 03:09.
Questo avvenimento ha sempre rappresentato nell'antichità un momento speciale nel quale le forze di luce e tenebre sono in perfetto equilibrio. Per molte culture l'Equinozio d'Autunno è un giorno di celebrazioni.
Nella tradizione iniziatica questo momento rappresenta un passaggio, un tempo per la meditazione, per rivolgersi all'interno, durante il quale la separazione tra ciò che è visibile e ciò che è invisibile si assottiglia sin quasi a scomparire.
Nell'antica Grecia si celebravano i Grandi Misteri Eleusini, riti misterici che rievocavano il rapimento di Persefone, figlia della dea Demetra che regolava i cicli vitali della terra, condotta agli inferi dal dio Ade che ne fece la sua sposa. La leggenda racconta che Demetra, come segno di lutto e fin quando non riebbe sua figlia, rese impossibile il germogliare delle sementi e delle piante e sterile la terra.
Con il frutto del secondo raccolto, il Mabon celtico (dio dei raccolti, figlio della dea Madre, spesso avvicinato al mito di Persefone) rappresenta alla fine la conclusione del ciclo produttivo della terra.
Ecco ora una tabella riassuntiva in cui sono indicate le stagioni e le rispettive durate.
Primavera 92 giorni 21 ore
Estate 93 giorni 14 ore
Autunno 89 giorni 18 ore
Inverno 89 giorni 1 ora
Il fenomeno delle stagioni è causato dall'inclinazione dell'asse terrestre e dal moto di rivoluzione del nostro pianeta attorno al Sole. La Terra infatti, orbitando secondo una traiettoria di forma ellittica, descrive un piano che a sua volta viene chiamato eclittica. Durante questo tragitto essa mantiene l'asse di rotazione sempre parallelo a se stesso, toccando in determinati periodi dell'anno quei quattro punti fondamentali che segnano il principio di ciascuna stagione, e che perciò corrisponderanno ad altrettanti punti del percorso solare apparente essendo questo la proiezione celeste dell'orbita terrestre.
Stagioni astronomiche
(fonte cosmow)
•Equinozio di Primavera - 21 marzo
» Inizia la primavera nell'emisfero boreale e l'autunno in quello australe.
» Al polo Sud inizia la notte polare, mentre al polo Nord il giorno polare.
» La durata del giorno e quella della notte sono uguali.
» Il Sole sorge e tramonta rispettivamente ad Est e ad Ovest, e passa per l'equatore celeste (punto d'Ariete).
•Solstizio d'Estate - 21 giugno
» Inizia l'estate nell'emisfero boreale e l'inverno in quello australe.
» Al polo Nord il Sole rimane sopra l'orizzonte per sei mesi, mentre al polo Sud ne rimane sotto per altrettanto.
» La durata del giorno è massima nell'emisfero boreale e minima in quello australe.
» Le giornate iniziano a decrescere nell'emisfero boreale e a crescere in quello australe.
» Il Sole sorge a Nord-Est e, passando al meridiano alla distanza massima di +23,5° dall'equatore celeste, tramonta a Nord-Ovest.
•Equinozio d'Autunno - 23 settembre
» Inizia l'autunno nell'emisfero boreale e la primavera in quello australe.
» Al polo Nord inizia la notte polare, mentre al polo Sud il giorno polare.
» La durata del giorno e quella della notte sono uguali.
» Il Sole sorge e tramonta rispettivamente ad Est e ad Ovest e passa per l'equatore celeste (punto della Bilancia).
•Solstizio d'Inverno - 21 dicembre
» Inizia l'inverno nell'emisfero boreale e l'estate in quello australe.
» Al polo Sud il Sole rimane sopra l'orizzonte per sei mesi, viceversa al polo Nord ne rimane sotto per altrettanto.
» La durata del giorno è massima nell'emisfero australe e minima in quello boreale.
» Le giornate iniziano a decrescere nel primo e a crescere nell'altro.
» Il Sole sorge a Sud-Est, passa al meridiano ad una distanza di -23,5° dall'equatore celeste e tramonta a Sud-Ovest.
Equinozio d'autunno
La parola "equinozio" deriva dal latino e significa " notte uguale" (al dì), anche se nella realtà effetti di rifrazione atmosferica, il semidiametro e la parallasse solare fanno sì che negli equinozi la lunghezza del dì ecceda quella della notte.
Nell'emisfero settentrionale l'equinozio d'autunno cade generalmente o il 22 o il 23 settembre, ossia il momento in cui il sole incrocia il piano dell'equatore terreste (perpendicolarmente), nel punto detto appunto degli equinozi. Il punto dell'equinozio d'autunno è anche chiamato punto della Bilancia.
Quest'anno l'equinozio d'autunno si verificherà il 23 Settembre alle 03:09.
Questo avvenimento ha sempre rappresentato nell'antichità un momento speciale nel quale le forze di luce e tenebre sono in perfetto equilibrio. Per molte culture l'Equinozio d'Autunno è un giorno di celebrazioni.
Nella tradizione iniziatica questo momento rappresenta un passaggio, un tempo per la meditazione, per rivolgersi all'interno, durante il quale la separazione tra ciò che è visibile e ciò che è invisibile si assottiglia sin quasi a scomparire.
Nell'antica Grecia si celebravano i Grandi Misteri Eleusini, riti misterici che rievocavano il rapimento di Persefone, figlia della dea Demetra che regolava i cicli vitali della terra, condotta agli inferi dal dio Ade che ne fece la sua sposa. La leggenda racconta che Demetra, come segno di lutto e fin quando non riebbe sua figlia, rese impossibile il germogliare delle sementi e delle piante e sterile la terra.
Con il frutto del secondo raccolto, il Mabon celtico (dio dei raccolti, figlio della dea Madre, spesso avvicinato al mito di Persefone) rappresenta alla fine la conclusione del ciclo produttivo della terra.
Ecco ora una tabella riassuntiva in cui sono indicate le stagioni e le rispettive durate.
Primavera 92 giorni 21 ore
Estate 93 giorni 14 ore
Autunno 89 giorni 18 ore
Inverno 89 giorni 1 ora
Araba Fenice- esperto meteo
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Re: Curiosità meteo.
Grazie Araba Fenice delle tue precisazioni, visto il passaggio in atto verso la stagione autunnale (leggi stagione di taglio). Solo qualche chiarimento in merito ad un lontano ricordo dei tempi di scuola: il solstizio invernale cade quest'anno il 21, ma di solito e' il 22, oppure si utilizza il 21 per consuetudine? Ciao e grazie del chiarimento. Saluti. Il Celtico.
Il Celtico- Admin
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Re: Curiosità meteo.
Il Celtico ha scritto:Grazie Araba Fenice delle tue precisazioni, visto il passaggio in atto verso la stagione autunnale (leggi stagione di taglio). Solo qualche chiarimento in merito ad un lontano ricordo dei tempi di scuola: il solstizio invernale cade quest'anno il 21, ma di solito e' il 22, oppure si utilizza il 21 per consuetudine? Ciao e grazie del chiarimento. Saluti. Il Celtico.
Ciao Celtico ci sono delle varianti.
Da un esame di una tabella dei tempi dei solstizi si può verificare che il fenomeno ritarda di circa sei ore ogni anno (5 ore, 48 minuti e 46 secondi per la precisione), salvo subire un nuovo riposizionamento indietro ogni quattro anni, in conseguenza degli anni bisestili, introdotti proprio per evitare un progressivo disallineamento delle stagioni con il calendario. A causa di queste variazioni può capitare che il solstizio astronomico cada il 20 o il 21 giugno per l'estate nell'emisfero nord o il 21 o 22 dicembre per l'inverno nell'emisfero nord.
Questa è una tabella di quando cadranno i prossimi solstizi,in base al calcolo sopra citato.
Solstizio d'estate
2000 21 Giu 01:48
2001 21 Giu 07:38
2002 21 Giu 13:24
2003 21 Giu 19:10
2004 21 Giu 00:57
2005 21 Giu 06:46
2006 21 Giu 12:26
2007 21 Giu 18:06
2008 20 Giu 23:59
2009 21 Giu 05:45
2010 21 Giu 11:28
2011 21 Giu 17:16
2012 20 Giu 23:09
2013 21 Giu 05:04
2014 21 Giu 10:51
2015 21 Giu 16:38
2016 20 Giu 22:34
2017 21 Giu 04:24
2018 21 Giu 10:07
2019 21 Giu 15:54
2020 20 Giu 21:43
Solstizio d'inverno
2000 21 Dic 13:37
2001 21 Dic 19:21
2002 22 Dic 01:14
2003 22 Dic 07:04
2004 21 Dic 12:42
2005 21 Dic 18:35
2006 22 Dic 00:22
2007 22 Dic 06:08
2008 21 Dic 12:04
2009 21 Dic 17:47
2010 21 Dic 23:38
2011 22 Dic 05:30
2012 21 Dic 11:11
2013 21 Dic 17:11
2014 21 Dic 23:03
2015 22 Dic 04:48
2016 21 Dic 10:44
2017 21 Dic 16:28
2018 21 Dic 22:22
2019 22 Dic 04:19
2020 21 Dic 10:02
Araba Fenice- esperto meteo
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Il problema degli incendi
Tutti ricorderete gli incendi che quest'estate hanno messo in ginocchio la Russia o gli incendi che nell'ultimo mese hanno flagellato le colline di Boulder in Colorado.
Questi sono solo la punta di un gigantesco Iceberg, che comprende migliaia di incendi, grandi o piccoli, che in ogni momento sono in atto in tutti i Continenti del Pianeta.
Al di là degli evidenti effetti immediati che hanno sulla salute, l'incendio di "biomassa" è parte importante dell'equazione per il riscaldamento globale.
Se a latitudini equatoriali gli incendi sono all'ordine del giorno, alle latitudini settentrionali rappresentano un campanello d'allarme, prodromo del surriscaldamento del Pianeta.
Purtroppo un incrementando della temperatura globale nel corso dei prossimi decenni porterà ad incendi sempre più frequenti ed estesi, che a loro volta rilasceranno particolato e gas serra, contribuendo ad accentuare il problema.
Si pensava che i principali incendi fossero di origine naturale, ma secondo un recente studio circa il 90% sono da attribuire all'uomo. Si stima, inoltre, che gli incendi contribuiscano per il 30% sulla quantità di biossido di carbonio immessa in atmosfera ogni anno.
Anche se non è ancora del tutto chiaro, ciò che e certo è che a latitudini settentrionali l'aumento di temperatura porterà a precipitazioni meno frequenti, rendendo più vulnerabili le foreste di conifere agli incendi. Si è scoperto, inoltre, che gli incendi che si producono a latitudini equatoriali ( roghi di erba ed arbusti della Savana) rilasciano in atmosfera prevalentemente biossido di carbonio perché generati da combustione completa, mentre alle latitudini settentrionali ( incendi di conifere e foreste) rilasciano monossido di carbonio, generato da una combustione incompleta. Pertanto gli incendi “boreali” inquinano maggiormente, a parità di estensione, rispetto a quelli “equatoriali”.
Un problema quello degli incendi che dovrà essere tenuto sempre più in considerazione nel corso dei prossimi decenni e che richiederà valutazioni e normative a livello globale.
(articolo di Manuel M. ) Nell'immagine gli incendi in atto sul Globo (NASA)
Questi sono solo la punta di un gigantesco Iceberg, che comprende migliaia di incendi, grandi o piccoli, che in ogni momento sono in atto in tutti i Continenti del Pianeta.
Al di là degli evidenti effetti immediati che hanno sulla salute, l'incendio di "biomassa" è parte importante dell'equazione per il riscaldamento globale.
Se a latitudini equatoriali gli incendi sono all'ordine del giorno, alle latitudini settentrionali rappresentano un campanello d'allarme, prodromo del surriscaldamento del Pianeta.
Purtroppo un incrementando della temperatura globale nel corso dei prossimi decenni porterà ad incendi sempre più frequenti ed estesi, che a loro volta rilasceranno particolato e gas serra, contribuendo ad accentuare il problema.
Si pensava che i principali incendi fossero di origine naturale, ma secondo un recente studio circa il 90% sono da attribuire all'uomo. Si stima, inoltre, che gli incendi contribuiscano per il 30% sulla quantità di biossido di carbonio immessa in atmosfera ogni anno.
Anche se non è ancora del tutto chiaro, ciò che e certo è che a latitudini settentrionali l'aumento di temperatura porterà a precipitazioni meno frequenti, rendendo più vulnerabili le foreste di conifere agli incendi. Si è scoperto, inoltre, che gli incendi che si producono a latitudini equatoriali ( roghi di erba ed arbusti della Savana) rilasciano in atmosfera prevalentemente biossido di carbonio perché generati da combustione completa, mentre alle latitudini settentrionali ( incendi di conifere e foreste) rilasciano monossido di carbonio, generato da una combustione incompleta. Pertanto gli incendi “boreali” inquinano maggiormente, a parità di estensione, rispetto a quelli “equatoriali”.
Un problema quello degli incendi che dovrà essere tenuto sempre più in considerazione nel corso dei prossimi decenni e che richiederà valutazioni e normative a livello globale.
(articolo di Manuel M. ) Nell'immagine gli incendi in atto sul Globo (NASA)
Araba Fenice- esperto meteo
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Re: Curiosità meteo.
fai sempre topic interessanti..... .......spero che quella cartina degli incendi non sia di quelli attuali
maxi- utente registrato
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Re: Curiosità meteo.
maxi ha scritto: fai sempre topic interessanti..... .......spero che quella cartina degli incendi non sia di quelli attuali
Grazie maxi...è davvero un piacere farli
Ahimè purtroppo sono gli incendi di questa estate e come avrai letto il 90% di essi causati dall'uomo.
Interi boschi,parchi,foreste pluviali....veri angoli di Paradiso andati in fumo, per disattenzione o per speculazioni....credo che in tanti non si rendano conto di come stiamo distruggendo questo pianeta !!!!
Araba Fenice- esperto meteo
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Re: Curiosità meteo.
Quì da noi quest'anno non si è sentito niente,forse perchè hanno bruciato tutto negli anni addietro.Va detta un'altra cosa,siccome nella forestale assumono personale stagionale in base alle necessità(incendi),quì giravano voci che bruciavano i boschi per assicurarsi il lavoro estivo .
gianninettis- UTENTE BANNATO
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Re: Curiosità meteo.
direi che non sono solo voci, è un dato di fatto che nelle regioni che assumono personale di "sorveglianza" gli incendi siano maggiori che altrove..
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Re: Curiosità meteo.
gianninettis ha scritto:Quì da noi quest'anno non si è sentito niente,forse perchè hanno bruciato tutto negli anni addietro.Va detta un'altra cosa,siccome nella forestale assumono personale stagionale in base alle necessità(incendi),quì giravano voci che bruciavano i boschi per assicurarsi il lavoro estivo .
arnaldo ha scritto:direi che non sono solo voci, è un dato di fatto che nelle regioni che assumono personale di "sorveglianza" gli incendi siano maggiori che altrove..
ragazzi...facciamo attenzione alle affermazioni che scriviamo...può essere che sia come dite voi come può essere benissimo diversamente...si tratta di accuse gravi...
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"La caccia è una forma secondaria di malattia mentale umana"
(Theodor Heuss, Presidente della Repubblica Federale di Germania dal 1949 al 1959).
Re: Curiosità meteo.
Purtropo gli incendi fanno quasi parte del nostro quotidiano anche se i media annunciano solo quelli che fanno notizia. A titolo di curiosità allego un link della situazione in Puglia. Catastoficoooooooo
http://www.statoquotidiano.it/29/09/2010/protezione-civile-dal-2009-incremento-incendi-a-manfredonia/35052/
http://www.statoquotidiano.it/29/09/2010/protezione-civile-dal-2009-incremento-incendi-a-manfredonia/35052/
Nonno_sprint- ex moderatori
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Re: Curiosità meteo.
purtroppo gli incendi boschivi provocano sempre dei danni sia alla flora e alla fauna ,detto questo dalle mie parti ci sono montagne che non hanno in nessuna maniera delle strade o tagliafuochi,chiaro che quando parte un'incendio su' queste difficilmente riescono a spegnerlo anche con l'ausilio di elicotteri o canader.....e normalmente il fuoco si protrae fino alla vetta distruggendo tutto quello che incontra
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il micron non e' un microbo..
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Oggi leggevo......
Oggi ho letto questo articolo(ve lo riporto sotto) e non solo concordo appieno con quello che c'è scritto, ma la cosa che mi rende felice è vedere che ci sono ancora persone in giro capaci di capire che la metereologia è una scienza seria e non uno spettacolo da quattro soldi.
Noi di questo forum siamo fortunati, perchè abbiamo Alessandro che tratta la metereologia non come una semplice passione personale, ma ci spiega i vari eventi ed è questo che dovrebbe fare un bravo metereologo.... teniamocelo stretto!!!
**************************************************************
L'Italia è uno dei paesi più complicati dal punto di vista meteorologico in Europa. Eppure, negli ultimi anni, appare evidente che le conoscenze minime meteorologiche sono ritenute inutili, sostituite da ben altri metodi, veloci e indolori, conditi magari da un paio di belle gambe...
Quando un paio di anni fa scrissi i meteoignoranti http://blog.meteogiornale.it/2008/05/18/i-meteoignoranti avevo ancora un'idea piuttosto ottimista della situazione della meteorologia in Italia.
È stato soprattutto il confronto colle altre realtà europee, soprattutto quelle dell'Europa Centrale e Settentrionale, a indurmi ad un pessimismo più radicale.
Partiamo da un esempio: se cerco in un giornale italiano qualsiasi le previsioni, le troverò relegate all'ultima pagina o comunque in aree poco rilevanti. Immagini piccole e poco leggibili, se ci sono, del quadro barico, e carte dell'Italia costellate, come un albero di Natale, di simboli come il sole, la nuvola, ecc. Poche, quasi come a scusarsi, le spiegazioni previsionali.
Se poi mi arrischio a seguire le previsioni meteo in TV, a parte qualche lodevole eccezione, lo spettacolo che mi verrà servito sarà più o meno uno di questi: mi può capitare la previsione letta con una immagine relativamente fissa di una carta dell'Italia sempre trasformata in albero di Natale, con ancora tutti i suoi bei simbolini e simboletti ormai diventati i nuovi topoi meteorologici dell'italico stivale. La noia assoluta! Oppure mi potrebbe apparire una splendida ragazza che, anziché parlarmi di promontori e lacune bariche, attira la mia attenzione, già profondamente obnubilata di spettatore televisivo, su ben altri promontori e avvallamenti! Ma può anche accadere di dover assistere a previsioni del tempo in versione "casalinga italiana", collegate infatti al periodo migliore per fare il bucato o a quello peggiore per preparare la polenta taragna. Tutte, comunque, veloci, velocissime, quasi evanescenti.
Davvero strano, mi viene da pensare, che uno dei paesi, o forse il paese, più complesso in Europa dal punto di vista meteorologico, tratti in questo modo questa scienza così difficile. Perché oggi tutti vogliono sapere con precisione cronometrica che tempo farà fra una settimana, e qualcuno si spinge pure, con malcelata vergogna, a chiedere come sarà il tempo durante il pomeriggio milanese del prossimo mese: sai, ho la finale di calcetto...
Si ha come la sensazione di aver perso una battaglia, spero non la guerra, importantissima. Quella iniziata con i pionieri della meteo italiana, come il grande e rimpianto Bernacca, e continuata da altri bravissimi meteorologi, come il Generale Baroni, che a volte abbiamo avuto l'onore di ospitare nelle nostre pagine, che tendeva a fornire certamente la previsione ma provava anche ad insegnare qualcosa, commentando ad esempio una carta barica europea oppure fornendo informazioni su un particolare fenomeno meteorologico. Che è poi ciò che accade normalmente se vi recate in un paese scandinavo (ma basta anche fermarsi all'Austria e alla Germania): previsioni meteo in cui lo spettatore è invitato a riflettere, per esempio, sulle probabilità che un certo fenomeno avvenga, corredate spesso da carte dei venti, delle precipitazioni, delle figure bariche al suolo ed in quota, dapprima presentate a scala sinottica e poi zoomate sull'area di interesse. Troppa grazia!
Ormai l'italiano medio ha maturato la malsana idea che anche le previsioni meteo siano come i navigatori satellitari o i motori di ricerca di Internet: basta indicare la località e la data che interessa, ed ecco che miracolosamente ti apparirà una schermata in cui avrai riportate ogni tre ore tutte le informazioni meteo che ti servono. Oppure, ed è anche meglio, ti colleghi col tuo pc su certi siti e miracolosamente sbucherà la nostra bell'Italia tutta colorata delle varie tonalità del blu: tanto che ti soffermerai a pensare che in fondo l'Italia è bella sempre, ma coll'azzurro della nazionale fa sempre un figurone!
E per chi si arrabatta nel tentativo di spiegare, divulgare, esporre, rendere comprensibile la difficoltà di fare vera meteorologia in un paese impossibile come l'Italia, piena di montagne, vallate, mari, e venti di ogni tipo?
Bè, ma per quelli c'è sempre l'esilio in Norvegia o il confino in Austria, quando va bene.
(Articolo preso da internet autore Aldo Meschiari)
Noi di questo forum siamo fortunati, perchè abbiamo Alessandro che tratta la metereologia non come una semplice passione personale, ma ci spiega i vari eventi ed è questo che dovrebbe fare un bravo metereologo.... teniamocelo stretto!!!
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L'Italia è uno dei paesi più complicati dal punto di vista meteorologico in Europa. Eppure, negli ultimi anni, appare evidente che le conoscenze minime meteorologiche sono ritenute inutili, sostituite da ben altri metodi, veloci e indolori, conditi magari da un paio di belle gambe...
Quando un paio di anni fa scrissi i meteoignoranti http://blog.meteogiornale.it/2008/05/18/i-meteoignoranti avevo ancora un'idea piuttosto ottimista della situazione della meteorologia in Italia.
È stato soprattutto il confronto colle altre realtà europee, soprattutto quelle dell'Europa Centrale e Settentrionale, a indurmi ad un pessimismo più radicale.
Partiamo da un esempio: se cerco in un giornale italiano qualsiasi le previsioni, le troverò relegate all'ultima pagina o comunque in aree poco rilevanti. Immagini piccole e poco leggibili, se ci sono, del quadro barico, e carte dell'Italia costellate, come un albero di Natale, di simboli come il sole, la nuvola, ecc. Poche, quasi come a scusarsi, le spiegazioni previsionali.
Se poi mi arrischio a seguire le previsioni meteo in TV, a parte qualche lodevole eccezione, lo spettacolo che mi verrà servito sarà più o meno uno di questi: mi può capitare la previsione letta con una immagine relativamente fissa di una carta dell'Italia sempre trasformata in albero di Natale, con ancora tutti i suoi bei simbolini e simboletti ormai diventati i nuovi topoi meteorologici dell'italico stivale. La noia assoluta! Oppure mi potrebbe apparire una splendida ragazza che, anziché parlarmi di promontori e lacune bariche, attira la mia attenzione, già profondamente obnubilata di spettatore televisivo, su ben altri promontori e avvallamenti! Ma può anche accadere di dover assistere a previsioni del tempo in versione "casalinga italiana", collegate infatti al periodo migliore per fare il bucato o a quello peggiore per preparare la polenta taragna. Tutte, comunque, veloci, velocissime, quasi evanescenti.
Davvero strano, mi viene da pensare, che uno dei paesi, o forse il paese, più complesso in Europa dal punto di vista meteorologico, tratti in questo modo questa scienza così difficile. Perché oggi tutti vogliono sapere con precisione cronometrica che tempo farà fra una settimana, e qualcuno si spinge pure, con malcelata vergogna, a chiedere come sarà il tempo durante il pomeriggio milanese del prossimo mese: sai, ho la finale di calcetto...
Si ha come la sensazione di aver perso una battaglia, spero non la guerra, importantissima. Quella iniziata con i pionieri della meteo italiana, come il grande e rimpianto Bernacca, e continuata da altri bravissimi meteorologi, come il Generale Baroni, che a volte abbiamo avuto l'onore di ospitare nelle nostre pagine, che tendeva a fornire certamente la previsione ma provava anche ad insegnare qualcosa, commentando ad esempio una carta barica europea oppure fornendo informazioni su un particolare fenomeno meteorologico. Che è poi ciò che accade normalmente se vi recate in un paese scandinavo (ma basta anche fermarsi all'Austria e alla Germania): previsioni meteo in cui lo spettatore è invitato a riflettere, per esempio, sulle probabilità che un certo fenomeno avvenga, corredate spesso da carte dei venti, delle precipitazioni, delle figure bariche al suolo ed in quota, dapprima presentate a scala sinottica e poi zoomate sull'area di interesse. Troppa grazia!
Ormai l'italiano medio ha maturato la malsana idea che anche le previsioni meteo siano come i navigatori satellitari o i motori di ricerca di Internet: basta indicare la località e la data che interessa, ed ecco che miracolosamente ti apparirà una schermata in cui avrai riportate ogni tre ore tutte le informazioni meteo che ti servono. Oppure, ed è anche meglio, ti colleghi col tuo pc su certi siti e miracolosamente sbucherà la nostra bell'Italia tutta colorata delle varie tonalità del blu: tanto che ti soffermerai a pensare che in fondo l'Italia è bella sempre, ma coll'azzurro della nazionale fa sempre un figurone!
E per chi si arrabatta nel tentativo di spiegare, divulgare, esporre, rendere comprensibile la difficoltà di fare vera meteorologia in un paese impossibile come l'Italia, piena di montagne, vallate, mari, e venti di ogni tipo?
Bè, ma per quelli c'è sempre l'esilio in Norvegia o il confino in Austria, quando va bene.
(Articolo preso da internet autore Aldo Meschiari)
Araba Fenice- esperto meteo
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Re: Curiosità meteo.
interessante. e sociologicamente condivisibile.
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"La caccia è una forma secondaria di malattia mentale umana"
(Theodor Heuss, Presidente della Repubblica Federale di Germania dal 1949 al 1959).
Re: Curiosità meteo.
Bella la foto , voglio un assistente così non importa che viso abbia
Seriamente sono pienamente d'accordo con l'articolo ,in questo senso abbiamo fatto dei passi indietro rispetto 20 anni fa , la meteo in Italia non viene trattata come una materia di primo piano e spesso è relegata in spazi irrisori con tempi limitatissimi
Guardate questo video del mitico colonello Baroni in una previsione del 31 Dicembre 1984 dove già prevedeva il potente stratwarming in atto sul polo che avrebbe portato quel Gennaio 85 epocale , da notare anche le previsioni come vengono spiegate dettagliatamente rispetto al giorno d'oggi e anche la stessa carta sinottica è di facile comprensione anche per i profani della materia
Seriamente sono pienamente d'accordo con l'articolo ,in questo senso abbiamo fatto dei passi indietro rispetto 20 anni fa , la meteo in Italia non viene trattata come una materia di primo piano e spesso è relegata in spazi irrisori con tempi limitatissimi
Guardate questo video del mitico colonello Baroni in una previsione del 31 Dicembre 1984 dove già prevedeva il potente stratwarming in atto sul polo che avrebbe portato quel Gennaio 85 epocale , da notare anche le previsioni come vengono spiegate dettagliatamente rispetto al giorno d'oggi e anche la stessa carta sinottica è di facile comprensione anche per i profani della materia
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Dissesto e rischio idrogeologico in Italia
Stavo leggendo l'ultima discussione aperta da Alessandro,settimana di "passione" per il Sud e condivido con lui la sua previsione.
Purtroppo c'è il rischio di forte maltempo (speriamo una volta tanto di sbagliare ) e abbiamo ancora negli occhi i filmati della scorsa settimana riguardo le esondazioni e frane in Liguria e Toscana.
Non tanto tempo fà, sono stata ad una riunione pubblica fatta dalla protezione civile e dal corpo forestale....tra le tante e interessanti cose che hanno spiegato c'era anche menzionato il dissesto idrogeologico....siccome alla fine in mezzo c'entra anche la metereologia, la cosa mi ha preso molto ed ho svolto poi delle ricerche....vi giro qualcosa di quello che ho letto....ci sono cose senza dubbio utili da sapere, anche se magari non tutti siamo interessati.
Il dissesto idrogeologico rappresenta per il nostro Paese un problema di notevole rilevanza, visti gli ingenti danni arrecati ai beni e, soprattutto, la perdita di vite umane.
In Italia il rischio idrogeologico è diffuso in modo capillare e si presenta in modo differente a seconda dell’assetto geomorfologico del territorio: frane, esondazioni e dissesti morfologici di carattere torrentizio, trasporto di massa lungo le conoidi nelle zone montane e collinari, esondazioni e sprofondamenti nelle zone collinari e di pianura.
Tra i fattori naturali che predispongono il nostro territorio a frane ed alluvioni, rientra senza dubbio la conformazione geologica e geomorfologica, caratterizzata da un’orografia giovane e da rilievi in via di sollevamento.
Tuttavia il rischio idrogeologico è stato fortemente condizionato dall’azione dell’uomo e dalle continue modifiche del territorio che hanno, da un lato, incrementato la possibilità di accadimento dei fenomeni e, dall’altro, aumentato la presenza di beni e di persone nelle zone dove tali eventi erano possibili e si sono poi manifestati, a volte con effetti catastrofici. L’abbandono dei terreni montani, l’abusivismo edilizio, il continuo disboscamento, l’uso di tecniche agricole poco rispettose dell’ambiente, l’apertura di cave di prestito, l’occupazione di zone di pertinenza fluviale, l’estrazione incontrollata di fluidi (acqua e gas) dal sottosuolo, il prelievo abusivo di inerti dagli alvei fluviali, la mancata manutenzione dei versanti e dei corsi d’acqua hanno sicuramente aggravato il dissesto e messo ulteriormente in evidenza la fragilità del territorio italiano.
Il continuo verificarsi di questi episodi ha indotto una politica di gestione del rischio che affrontasse il problema non solo durante le emergenze.
Si è così passati da una impostazione di base incentrata sulla riparazione dei danni e sull’erogazione di provvidenze, ad una cultura di previsione e prevenzione, diffusa a vari livelli, imperniata sull’individuazione delle condizioni di rischio e volta all’adozione di interventi finalizzati alla minimizzazione dell’impatto degli eventi.
Le alluvioni sono tra le manifestazioni più tipiche del dissesto idrogeologico che purtroppo affligge molte parti del nostro Paese. Infatti si stima che ben 5581 comuni sono a rischio idrogeologico, circa il 70% dei comuni italiani, di cui 1700 a rischio frane, 1285 a rischio alluvione e 2596 soggetti ed entrambi i rischi. Inoltre le aree a rischio elevato e molto elevato di alluvione sono diverse migliaia e coprono una superficie di 7.774 kmq, pari al 2,6 % della superficie nazionale.
La maggior parte delle alluvioni si verificano nella stagione autunnale, tra i mesi di Settembre, Ottobre e Novembre, quando l'ingresso delle prime intense perturbazioni atlantiche è supportato da sostenute e umide correnti sciroccali che acquistano molta energia stante il contributo fornito dal Mediterraneo ancora caldo.
La scorsa settimana abbiamo assistito a alluvioni lampo....grosse quantità d'acqua che cadono in breve tempo....studi recenti hanno riscontrato un accelerazione del ciclo dell’acqua dolce del 18% dal 1994 al 2006, favorendo così un aumento del ciclo globale idrogeologico. In questo sono favorite tempeste più intense, alluvioni o siccità.
Lo studio dimostra che l’aumento di 540 Km cubici di acqua dolce emessi negli ultimi 13 anni è dovuto a una più veloce evaporazione dagli oceani, che favorisce di conseguenza maggiori precipitazioni.
Attualmente soltanto il 10% di questo incremento può essere attribuito allo scioglimento delle calotte Groenlandese ed Antartica, seppur nel corso dei prossimi anni questo contributo potrebbe aumentare a causa dell’innalzamento delle temperature.
Secondo alcuni autori dello studio questa accelerazione è proprio una delle conseguenze dei cambiamenti climatici teorizzata anni fa, e che ora abbiamo la possibilità di verificare con mano.
Sono sempre piu' convinta, che difronte a certi eventi l'uomo dovrebbe soffermarsi un tantino a pensare.....le scene che vediamo in tv, di disperazione perchè la frana ha tirato giu' la casa o è stata invasa dall'acqua, sicuramente colpiscono e fanno dispiacere, ma sono una ripercussione del nostro comportamento verso l'ambiente!!
Purtroppo c'è il rischio di forte maltempo (speriamo una volta tanto di sbagliare ) e abbiamo ancora negli occhi i filmati della scorsa settimana riguardo le esondazioni e frane in Liguria e Toscana.
Non tanto tempo fà, sono stata ad una riunione pubblica fatta dalla protezione civile e dal corpo forestale....tra le tante e interessanti cose che hanno spiegato c'era anche menzionato il dissesto idrogeologico....siccome alla fine in mezzo c'entra anche la metereologia, la cosa mi ha preso molto ed ho svolto poi delle ricerche....vi giro qualcosa di quello che ho letto....ci sono cose senza dubbio utili da sapere, anche se magari non tutti siamo interessati.
Il dissesto idrogeologico rappresenta per il nostro Paese un problema di notevole rilevanza, visti gli ingenti danni arrecati ai beni e, soprattutto, la perdita di vite umane.
In Italia il rischio idrogeologico è diffuso in modo capillare e si presenta in modo differente a seconda dell’assetto geomorfologico del territorio: frane, esondazioni e dissesti morfologici di carattere torrentizio, trasporto di massa lungo le conoidi nelle zone montane e collinari, esondazioni e sprofondamenti nelle zone collinari e di pianura.
Tra i fattori naturali che predispongono il nostro territorio a frane ed alluvioni, rientra senza dubbio la conformazione geologica e geomorfologica, caratterizzata da un’orografia giovane e da rilievi in via di sollevamento.
Tuttavia il rischio idrogeologico è stato fortemente condizionato dall’azione dell’uomo e dalle continue modifiche del territorio che hanno, da un lato, incrementato la possibilità di accadimento dei fenomeni e, dall’altro, aumentato la presenza di beni e di persone nelle zone dove tali eventi erano possibili e si sono poi manifestati, a volte con effetti catastrofici. L’abbandono dei terreni montani, l’abusivismo edilizio, il continuo disboscamento, l’uso di tecniche agricole poco rispettose dell’ambiente, l’apertura di cave di prestito, l’occupazione di zone di pertinenza fluviale, l’estrazione incontrollata di fluidi (acqua e gas) dal sottosuolo, il prelievo abusivo di inerti dagli alvei fluviali, la mancata manutenzione dei versanti e dei corsi d’acqua hanno sicuramente aggravato il dissesto e messo ulteriormente in evidenza la fragilità del territorio italiano.
Il continuo verificarsi di questi episodi ha indotto una politica di gestione del rischio che affrontasse il problema non solo durante le emergenze.
Si è così passati da una impostazione di base incentrata sulla riparazione dei danni e sull’erogazione di provvidenze, ad una cultura di previsione e prevenzione, diffusa a vari livelli, imperniata sull’individuazione delle condizioni di rischio e volta all’adozione di interventi finalizzati alla minimizzazione dell’impatto degli eventi.
Le alluvioni sono tra le manifestazioni più tipiche del dissesto idrogeologico che purtroppo affligge molte parti del nostro Paese. Infatti si stima che ben 5581 comuni sono a rischio idrogeologico, circa il 70% dei comuni italiani, di cui 1700 a rischio frane, 1285 a rischio alluvione e 2596 soggetti ed entrambi i rischi. Inoltre le aree a rischio elevato e molto elevato di alluvione sono diverse migliaia e coprono una superficie di 7.774 kmq, pari al 2,6 % della superficie nazionale.
La maggior parte delle alluvioni si verificano nella stagione autunnale, tra i mesi di Settembre, Ottobre e Novembre, quando l'ingresso delle prime intense perturbazioni atlantiche è supportato da sostenute e umide correnti sciroccali che acquistano molta energia stante il contributo fornito dal Mediterraneo ancora caldo.
La scorsa settimana abbiamo assistito a alluvioni lampo....grosse quantità d'acqua che cadono in breve tempo....studi recenti hanno riscontrato un accelerazione del ciclo dell’acqua dolce del 18% dal 1994 al 2006, favorendo così un aumento del ciclo globale idrogeologico. In questo sono favorite tempeste più intense, alluvioni o siccità.
Lo studio dimostra che l’aumento di 540 Km cubici di acqua dolce emessi negli ultimi 13 anni è dovuto a una più veloce evaporazione dagli oceani, che favorisce di conseguenza maggiori precipitazioni.
Attualmente soltanto il 10% di questo incremento può essere attribuito allo scioglimento delle calotte Groenlandese ed Antartica, seppur nel corso dei prossimi anni questo contributo potrebbe aumentare a causa dell’innalzamento delle temperature.
Secondo alcuni autori dello studio questa accelerazione è proprio una delle conseguenze dei cambiamenti climatici teorizzata anni fa, e che ora abbiamo la possibilità di verificare con mano.
Sono sempre piu' convinta, che difronte a certi eventi l'uomo dovrebbe soffermarsi un tantino a pensare.....le scene che vediamo in tv, di disperazione perchè la frana ha tirato giu' la casa o è stata invasa dall'acqua, sicuramente colpiscono e fanno dispiacere, ma sono una ripercussione del nostro comportamento verso l'ambiente!!
Araba Fenice- esperto meteo
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